Giovane studentessa difende il vecchio volto di Barolo
Giovane studentessa difende il vecchio volto di Barolo Anche i paesi sono presi di mira dalla speculazione Giovane studentessa difende il vecchio volto di Barolo Giulia Sebaste, 23 anni, forse riuscirà a impedire a un assessore comunale di costruire un nuovo palazzo su un'antica casa abbattuta DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE BAROLO — In molti paesi la fisionomia dei centri storici cambia giorno per giorno, con piccole o grosse manomissioni, quasi sempre illecite, abusive: restauri o ristrutturazioni che sono in realtà trasformazioni, rifacimenti. C'è chi chiude un occhio, chi li chiude tutti e due. le leggi in materia vengono dimenticate, violate e intanto l'atmosfera ambientale cambia, i vecchi paesi diventano irriconoscibili, si perde un patrimonio di autenticità insostituibile. Anche a Barolo sta accadendo, ma qui c'è qualcuno che gli occhi li ha aperti e non ha lasciato passare i fatti sotto silenzio. Ha messo, anzi, in subbuglio il paese. E' una ragazza di 23 anni, Giulia Sebaste, studentessa in lettere antiche. Racconta: •L'anno scorso Luigi Germano, impresario edile, assessore comunale, ha acquistato una casa in via Acqua Gelata Scarrone, facente parte del centro storico (ve l'aveva inclusa la Regione con un decre- to del '781. la quale era stata ristrutturata sei o sette anni fa. Non era quindi cadente. Bene, nell'ottobre scorso il signor Germano l'ha abbattuta, letteralmente». Giulia Sebaste si professa appassionata di antichità soprattutto architettoniche, innamorata del suo vecchio paese, orgogliosa dell'antico castello Falletti che è un fiore all'occhiello di Barolo. Incomincia a preoccuparsi quando vede dar di mano al piccone e alla pala. Fotografa la casa minacciata (»Pensi, una porta era addirittura medioevale»), fotografa il signor Germano alla guida del bulldozer mentre abbatte i muri, corre da un avvocato, alla Regione, a Italia Nostra. Ma l'impresario è più rapido, spiana la vecchia casa e installa il cantiere, incomincia a ricostruire, partendo da cinque box per auto. La protesta deila studentessa viene riconosciuta valida: la licenza concessa a suo tempo dal precedente sindaco. Angelo Boasso. si riferiva ad una ristrutturazione e non ad un abbattimento con ricostruzione. La legge regionale 56 del dicembre '77 stabilisce che sono inedificabili le aree da salvaguardare per interesse storico e ambientale, come questa, appunto, di via Acqua Gelata Scarrone. L'attuale sindaco, rag. Walter Mazzocchi, revoca quindi la licenza. Una decisione che viene presa il 19 dicembre scorso, ma. secondo la Sebaste, soltanto alla fine di quel mese, cioè a compimento dei cinque garages. l'impresario sospende i lavori. I muratori sono ancor oggi fermi, ma intanto gli animi sono esasperati. Sono frequenti gli scontri verbali tra l'impresario, i suoi familiari e la Sebaste e la sua famiglia. La ragazza ha denunciato la parte avversa per minacce, il pretore di Alba dott. Gallucci ha aperto una inchiesta su tutta la vicenda, la quale probabilmente si concluderà in pretura. II sindaco allarga le braccia: 'Cosa posso fare io? Ho disposto accertamenti tecnici e un parere legale. Sono in attesa di queste risposte, alla fine vedremo». Ma quale solu¬ zione è possibile, visto che ormai la casa antica è perduta? Dice Giulia Sebaste: «La Regione ha già dato parere negativo alla ricostruzione e d'altra parte se il sindaco riconcedesse la licenza per innalzare di nuovo la casa (tra l'altro con una cubatura maggiore che include anche una fetta di terreno comunale! si metterebbe fuori dalla legge e lo bloccheremmo subito con un ricorso al Tar». Italia Nostra esprime il suo parere attraverso il vice presidente della sezione albese», prof. Armando Gambera: «L'unica soluzione valida al momento attuale ci sembra quella di abbattere quanto ricostruito rendendo libera l'area. E' il minor danno pubblico». Il sindaco è molto rattristato da questa vicenda. -E pensare — dice — che si potrebbe parlare di Barolo in ternani diversi. Del castello, ad esempio. Lo abbiamo comperato con l'aiuto di tutta la popolazione, ristrutturato, riportato all'antico splendore e ne abbiamo fatto la sede di una enoteca con manifestazioni collaterali. Una iniziativa di grande rilievo, degna della patria del vino Barolo», r. 1.
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