Rossanda: siamo rimasti in pochi a credere nella ragione di Rossana Rossanda

Rossanda: siamo rimasti in pochi a credere nella ragione La politica come educazione sentimentale Rossanda: siamo rimasti in pochi a credere nella ragione MILANO — Una Rossana Rossanda in loden (ma avrebbe preferito un impermeabile bianco tipo tenente Sheridan) che nel 1962 se ne va in Spagna, dove pare che il franchismo scricchioli, a tessere per conto del pei collegamenti con l'opposizione. Mitica come personaggio, anche se non ha fatto nessuna rivoluzione, non ha trionfato. E ci si domanda come mai: forse perché è una vetero comunista che ha subito la mutazione? Dalla Spagna torna e riferisce «la guerra è finita», tifoIo di un vecchio film con Yves Montand nella parte di un emissario del puf che andava appunto in Spagna a riabbracciare il filo rosso della guerra civile e non lo trovava. «Quel film è di 8 anni dopo, del '70» dice Rossana Rossanda «e la sceneggiatura è di Senprum. il Federico del mio libro». Gid, il suo libro, titolo «Un viaggio inutile o della politica come educazione sentimentale» appena uscito da Bompiani, che è storia di un'avventura personale, di incontri e sensazioni, passioni e sentimenti. •Ma i miei giovani amici quanto hanno faticato a capire che si possa soffrire di un'idea che muore quanto di un amore che muore» commenta Rossanda che in queste pagine si racconta con ironia, dando di sè un'immagine insolita: quella di un improbabile 007 che non ne azzecca mai una, che si sbaglia sempre, che ha un po'di paura (*Se mi beccano, quanti anni di galera?»). Ma che il viaggio, quel viaggio, sia definibile inutile è proprio un raffinato «understatement». Perchè fu in Spagna che Rossanda si rese conto che poteva anche succedere che il fiore cadesse senza che nascesse il frutto, ossia che un'ideologia, o una tensione-passione, un fiore insomma, cadesse senza che niente di nuovo germinasse, nessun frutto sia pure effimero, subito corroso da un baco, subito rapinato da un avido che lo divora e risputa, ma sempre frutto con promessa di altri semi. *** «I fiori sono caduti» dice Rossana Rossanda «e il guaio è che non solo non sono più nati frutti, ma anzi impera il bisogno di colpire il principio stesso di darsi un'ipotesi di cambiamento». Questo avwertl confusamente in missione clandestina in Spagna, questo le tornò più chiaro alla mente l'estate scorsa quando iniziò a scrivere di quella sua lontana esperienza e a riflettervi sopra, costretta dalla immagine di una Italia che si stava offuscando, che non era più «istericamente conflittuale ma stimolata» a ripensare a quella Spagna malata, malata di depressione. «In Spagna non avevo visto un popolo eroico imbavagliato da una feroce dittatura ma una società che si duole, si tormenta di se stessa, si atomizza, diventa incomunicabile, non ha più senso, è triste, rifluente, disincantata. Non sono queste le caratteristiche della personalità depressa? E allora ho pensato che come gli individui subiscono la depressione, cosi può patirla una società. La Spagna non è ancora uscita dalla depressione, questo lungo sonno che genera mostri. Ora l'abbiamo anche noi». Vengono alla mente il colonnello Tejero, la loggia Pi. mostri generati dal sonno, in cui non avviene nulla di grande, neppure sotto il profilo della tragedia, fantasmi della depressione, non della follia che articola invece il suo paradossale discorso con lucida compattezza sema commettere errori perchè è tutta un errore. E gli errori, allora, rimangonc appannaggio della ragione che depressi e folli considerano un aborrito fantasma, della ragione che si fa critica e si impegna a rintracciare lontano la radice dell'errore, non si rassegna, non dice tutto è inutile cosi è sempre stato e così sempre sarà, non ignora o non odia, come fanno rispettivamente depressi e folli, chi tenta di parlare, proporre, indagare, ma sta a sentire, è curiosa e attenta. Come era curioso e attento Togliatti, le chiediamo, quel Togliatti che «mandava in giro i giovani come liberi bracchi a annusare la selvaggina» ? Con questo Togliatti degli ultimi anni, del quale nel libro si intravede un inedito profilo, Rossanda precisa che mai è slata in confidenza e aggiunge «se mai Togliatti è stato in confidenza con qualcuno». Però avanza l'ipotesi che lui fosse sul punto di arrivare a un pensiero critico: «Penso che avesse capito, che sentisse il bisogno di rivisitare la storia del movimento operaio, della Terza internazionale alla ricerca dell'errore. Fin dove sarebbe arrivato non si sa». *** Certo non al riflusso, non al *desencanto» spagnolo, non alla destrutturazione, tre parole che ricorrono nel lif bro di Rossana Rossanda, come i tre antagonisti della ragione. Ma dei tre *destrutturazione* appare come il più pericoloso. «Vada per il desencanto, vuol dire che ci si era illusi e invece..., vada per il riflusso, vuol dire che c'è stata una grossa ondata che poi è defluita, appunto. Ma destrutturare implica un intervento ideologico attivo», la volontà di impedire o addirittura irridere chiunque voglia pensarsi diverso, chiunque abbia osato sperarlo. In effetti destrutturando, destrutturando si va oltre la critica della sinistra, si investe tutto il pensiero moderno, rivoluzione francese compresa e si risale allindietro fino a «insediarsi felicemente nel Vecchio Testamento» dove dice ironicamente Rossanda pare che oggi sia giunto Bernard Henry Levy. Cosi tra destrutturatori che si placano nell'unica certezza del monoteismo (e poi, chi sa...) depressi che si offuscano e si fanno a brandelli. (.Mai ho visto tanti suicidi some in questi ultimi anni» dice Rossana Rossanda), folli che vivono il loro lucido delirio senza connessione con la realtà, rimangono i pochi adepti della ragione, cioè quelli che hanno commesso tanti errori, anche loro insidiati però dalla compiacenza nella contemplazione dell'errore. Il 14 marzo 1981 Rossana Rossanda ha scritto: «Ho visto nella Spagna di 19 anni fa qualcosa che ormai incontro tutti i giorni, e come allora volgo il viso con un sussulto». Il panorama non è confortante. Lenin avrebbe detto «che fare?». Ma sono citazioni che non vanno più, sgradite a destrutturatori, depressi, razionali e folli. Chi sussulta lancia un messaggio? Renata Pisu