Bonn aspetta il 1990

Bonn aspetta il 1990 Bonn aspetta il 1990 Solo fra nove a.ini in Germania diminuirà la manodopera eccedente - Superato il tetto del milione di disoccupati Anche nel decennio corrente la Germania occidentale non arriverà alla piena occupazione. Occorrerebbe un tasso di crescita superiore al sei per cento, che nemmeno i più ottimisti tra gli studiosi e gli esperti di economia ritengono realistico. La crescita del prodotto sociale lordo, negli anni tra il '74 e l'80 si è aggirata infatti sul 2,3 per cento. I segni della crisi si colgono nel numero dei disoccupati. Per la prima volta nel gennaio '75 è stato superato il tetto del milione di «senza lavoro», una situazione che sembrava temporanea ma che ora minaccia di diventare durevole. Dice infatti una ricerca di mercato condotta dalla «Prognos AG» di Basilea: «J7 numero dei lavoratori è destinato a crescere di 27 milioni entro il 1990. Entro la stessa data il numero dei posti di lavoro disponibili aumenterà tuttavia di 25 milioni*. II mercato del lavoro si trova pertanto in una stretta senza rimedio: da una parte cala la domanda di forza-lavoro, dall'altra aumenta l'offerta perché premono sul mercato giovani in cerca di occupazione. In pratica la situazione attuale appare sfavorevole come nel periodo di recessione compreso tra il '74 e il '75. Prima di allora non si parlava nemmeno in Germania di disoccupazione: la percentuale dei senza lavoro era fissa nel 1970 sul livello dello 0.7 per cento, per salire tre anni dopo (ai tempi della crisi del petrolio e dell'esplosione dei prezzi) all'1,2 per cento. L'ultima recessione del '75 ha portato in verità ad un calo del prodotto sociale lordo e a una diminuzione di circa 760 mila unità nel numero degli occupati. L'esatio ammontare di coloro che allora rimasero senza lavoro fu assai inferiore, circa 492 mila unità, perché molti se ne andarono in pensione, non si fecero registrare come disoccupati e se erano emigrati, se ne tornarono ai Paesi d'origine. Secondo un'indagine compiuta dall'Istituto di Economia di Colonia, questo «effetto di alleggerimento» non sì verificherà più quest'anno ed è quindi facile prevedere: 1) che il prodotto sociale lordo si abbassi di un 1 per cento; 2) che 150-170 mila persone perdano la loro occupazio¬ ne, facendo così salire il numero dei disoccupati dagli 889 mila dell'anno passato ad oltre un milione nel 1981. Tale livello fu già raggiunto nei mesi di marzo ed aprile dell'anno scorso, quando, a causa di fattori puramente stagionali, si registrarono un milione 147 mila casi di disoccupati. Sulla rilevanza e concordanza delle cifre citate tuttavia non c'è molta concordia. Capita infatti che lavoratori di 59 anni si iscrivano come disoccupati per poter andare prima in pensione (cosa che fanno a 60 anni di età). Basta presentarsi come tali all'ufficio competente, 12 mesi prima. Anche giovani che attendono di compiere un corso di studi o di perfezionamento si registrano con questa etichetta perché i loro genitori possano ottenere i sussidi scolastici. Ad essi si contrappone la «riserva silenziosa» di tutti coloro che non sono registrati come disoccupati, per diversi motivi. Il loro numero viene valutato sul mezzo milione. L'aumento delle possibilità di occupazione verrà attenuato nel corso dei prossimi anni da un altro fenomeno secondo cui l'incremento della produzione, in rapporto al numero degli occupati, è maggiore, dell'incremento del prodotto sociale lordo, dal momento che il progresso tecnico e il mutamento radicale delle strutture economiche provocano una sempre maggior profusione di investimenti destinati alla razionalizzazione e alla meccanizzazione dell'economia. I lavoratori e i loro rappresentanti si ribellano ad una rivoluzione tecnologica forzata, ma il loro atteggiamento non è condiviso dal governo: 'In un Paese come la Germania, tutto proteso all'csportaaione — si dice — non si può rimanere in arretrato rispetto alle conquiste tecnologiche degli altri Paesi concorrenti-. II mercato del lavoro, in Germania, subirà una brusca svolta solo dopo il 1990'. Solo allora diminuirà l'eccedenza di manodopera derivante dal gran numero di nascite verificatosi in questi anni. Secondo alcuni economisti, a quell'epoca dovrebbe addirittura verificarsi una carenza di forza lavoro disponibile. Hans J. Mahnke

Persone citate: Hans J. Mahnke

Luoghi citati: Basilea, Colonia, Germania