Senza casa, chiede l'elemosina per pagare la pensione in cui vive

Senza casa, chiede l'elemosina per pagare la pensione in cui vive La penosa vicenda di una anziana pensionata di Nichelino Senza casa, chiede l'elemosina per pagare la pensione in cui vive Costretta ad abbandonare il proprio alloggio con il nipote, sua moglie e il loro bambino, vive con la famiglia in una locanda - «Paghiamo 540 mila lire al mese e i nostri stipendi non bastano» Francescfttno Suppo ha 73 anni. Una vita dura, soprattutto dal '59 quando rimase vedova, con un nipotino da allevare. Da circa otto mesi ha messo da parte l'orgoglio ed è diventata mendicante. •Chiedo l'elemosina tutti i pomeriggi in via Roma — racconta —. Devo racimolare i soldi che permettono alla famiglia di mio nipote Mario e a me di dormire in un albergo. Non riusciamo a trovare una casa, sinora abbiamo presentato inutili domande all'Istituto case popolari. Non abbiamo pretese, ci basta un vecchio alloggio, anche una cascina abbandonata. L'importante è un tetto sotto cui dormire». Ogni giorno è un'avventura. «L'albergo di vìa Nizza dove siamo sistemati ci costa 18 mila lire a notte — racconta la donna —. E' una stanza con tre letti, ma ci dormiamo in quattro: mio nipote, Mario, la moglie. Maria Rosa, e il loro bambino di quattro anni, Fernando. I soldi, che prende Mario come custode notturno di un garage, e che ricevo io dalla penzlone lasciatami da mio marito, non bastano per mangiare e dormire. Sarebbero sufficienti, però, se avessimo un appartamento in affitto, naturalmente un'abitazione modesta, anche fuori Torino. Ci va bene tutto». Franceschina Suppo ha le idee chiare, la sua figura minuscola incute tenerezza. Soltanto il carattere deciso le ha consentito di superare gli ostacoli che, di volta in volta, il destino le ha posto di fronte. «Siamo rimasti senza casa per colpa della mia unica figlia, la madre di Mario — dice Franceschina Suppo —. L'avevamo ospitata noi a Nichelino. Lei, per riconoscenza, nel giro di pochi mesi si è appropriata di tutti i nostri beni, alloggio compreso. Ora dobbiamo aggiustarci noi». Mario, il nipote, ha trentanni; è cresciuto con la nonna. Guadagna 450 mila lire al mese facendo il turno di notte in un garage di corso Belgio. «Lui non vorrebbe che andassi a chiedere l'elemosina — aggiunge l'anziana pensionata —, ma come fare con 540 mila lire da pagare ogni mese soltanto per dormire?». Rincantucciata in un angolo, sotto i portici di via Roma, tutti i pomeriggi Franceschina Suppo tende la mano e ringrazia. «I primi giorni provavo una vergogna indescrivibile — racconta —. Qualche volta ho avuto anche paura. La vita del mendicante è tutt'altro che comoda. Se devo essere sincera si "tira" su anche sulle trenta mila lire nei giorni di festa, ma che umiliazione, e poi che tristezza andare a dormire senza sapere quel che ti aspetta il giorno dopo». Una casa, un buco qualunque. E' il sogno di Franceschina Suppo, il regalo che vorrebbe per i nipoti. «Ho fatto tanti sacrifici per allevare Mario — dice —, pensavo che per i suoi figli ci sarebbe stata un'altra vita, ma ora vedo che anche per il piccolo Fernando il destino non promette nulla di meglio». Franceschina Suppo: «Costretta a chiedere l'elemosina»

Persone citate: Franceschina, Franceschina Suppo, Suppo

Luoghi citati: Nichelino, Nizza, Torino