Si vantò di essere figlio di contadini di Piero Minoli

Si vantò di essere figlio di contadini Si vantò di essere figlio di contadini BIELLA — Figlio di contadini (con questo termine si affrettava a correggere chi li definiva agricoltori), Giuseppe Pella sarebbe stato avviato al lavoro dei campi se don Felice Perazio, il maestro che lo seguì dalla terza alla quinta elementare non ne avesse intuita la particolare intelligenza. «Se non lo fate studiare — ripeteva ai genitori dello scolaro. Luigi Pella e Viglielmina Bona, in tono non del tutto scherzoso — commettete un peccato mortale». La sorella Cesira, rimase casalinga. Lasciato Valdengo, dove era nato alla cascina Magnetto, il ragazzo frequentò le .scuole tecniche' di Biella e si iscrisse poi, nel 1916 all'Istituto Germano Sommeiller di Torino, per ottenere il diploma di ragioniere. Un altro quadriennio di studio, nelle ore libere dal lavoro (era contabile alla Filatura Lanzone, di Andorno Micca), lo portò al conseguimento della . laurea in economia e commercio. Una vocazione, quasi, per la complessa materia tributaria e amministrativa lo indusse a iniziare l'attività di commercialista in città, con Camillo Cantone. Insegnava anche all'Istituto Eugenio Bona, ma vi rinunciò dopo qualche anno per dedicarsi interamente alle varie consulenze, richiestegli in misura crescente da industriali e commercianti. Insieme con Virginio Bernero aprì uno studio che è tuttora fra i più quotati. Nel 1935 sposò Ines Cardolle, figlia di un odontoiatra. L'unica loro figlia, Wanda è morta immaturamente lo scorso anno. A 14 anni Giuseppe Pella si iscrisse al Partito popolare e a 18 si affacciò Umidamente alla ribalta politica (tenne il suo primo comizio all'asilo di Andorno Miccaì, ma si rese presto conto che non era ancora giunto il suo momento. Nel 1946 venne eletto membro della Costituente e consigliere comunale di Biella per la de. Optò per la prima ed ebbe cosi inizio la sua brillante carriera politica. Giuseppe Pella era stato a Biella due settimane fa, per votare sui cinque referendum e nulla aveva fatto presagire la repentina fine. Il feretro giungerà da Roma domani mattina, alle 7,30, e sosterà fino alle 10 in una camera ardente allestita probabilmente nelfultramillenario Battistero. Dopo la funzione funebre alle 10.30 nella cattedrale di Santo Stefano, le spoglie dell'ex presidente del Consiglio verranno sepolte a Valdengo. Piero Minoli

Luoghi citati: Andorno Micca, Biella, Roma, Torino, Valdengo