«Un piano regolatore che decapito fa citta »
«Un piano regolatore che decapito fa citta » Un'allarmante denuncia del Comitato di difesa «Un piano regolatore che decapito fa citta » «Se l'attuale progetto fosse applicato, 460 mila abitanti dovrebbero lasciare la città» - Il contro-piano di architetti e ingegneri .Se le norme dell'attuale progetto preliminare di piano regolatore rimanessero tali e fossero applicate, Torino scenderebbe a poco più di 660 mila abitanti: oltre 460 mila persone dovrebbero lasciare la città, trasferirsi dove deciderà il Comune, per far spazio a standard urbanistici (verde e servizi, ndr) o sbagliati, oppure fantastici.. E' la denuncia del Comitato di difesa della città e della collina, riunito ieri per esaminare la variante di piano regolatore, alla luce dello studio preparato dagli ingegneri Pinzi, Barba Navaretti, dal prof. Lombardi, dall'architetto Memeo e coordinati dal notaio Gallo Orsi. Proiezioni, tabelle, grafici, disegni illustrativi, simulazioni su computer, per capire che cosa accadrà alla metropoli degli Anni 90. Ed ecco il risultato, con un «contro-piano» che vuole dimostrare come, applicando .norme regolari — sono parole dell'ing. Finzi — di un'urbanistica assennata in città potrebbero ancora trovare residenza (anche se non è auspicabile un incremento della popolazione) 100 mila persone in più.. L'indice accusatore di questi professionisti, che nei mesi scorsi condussero una vivace battaglia contro .l'esproprio generalizzato in collina, (cosi definirono il progetto per il maxi-parco di circa 19 chilometri quadrati), è ancora una volta puntato contro la giunta socialcomunista, la quale con l'assessore Radicioni, .non è neppur riuscita a verificare i risultati di una normativa di piano che se applicata rischia di dimezzare Torino.. Precisa Finzi: .Nelle sue dichiarazioni l'assessore ha sempre parlato del trasferimento dal perimetro urbano di circa 200 mila abitanti. Ciò dimostra che i conti o sono stati fatti male o non sono mai stati controllati. Certo con una città di 660 mila abitanti staremmo tutti meglio. Ma il problema è un altro: la giunta deve dire con chiarezza chi andrà via, dove e come andrà via.. Osserviamo: sindaco, assessore all'urbanistica e tecnici hanno sempre affermato che in città non ci sono più aree, che il problema case se vuol essere risolto può esserlo fuori cinta, nei Comuni vicini. Replica il Comitato: .Le regole del gioco sono semplici: le norme del piano regolatore impongono che il volume delle costruzioni (il fondiario, in termine tecnico) sia ridotto alla metà di quello che oggi esiste. Se, per esempio, un privato vuole ristrutturare uno stabile deve passare sotto la forca caudina di una convenzione con il Comune, in cui alla fine può realizzare solo poco più di un quarto di ciò che in precedenza possedeva. Questa regola, non vale per gli interventi pubblici. Ed ecco allora la disparità di trattamento e la conseguente paralisi dell'edilizia.. .In secondo luogo — aggiunge l'architetto Memeo — in giunta non tutti sono d'accordo che a Torino manchino le aree edificabili. Il psi, per esempio l'assessore Mercurio ed il vicesindaco Biffi Gentili, durante il convegno socialista sul tema casa, hanno spiegato che si possono ancora costruire 7-8 mila vani. Noi precisiamo: nuovi alloggi possono sorgere alla Falcherà, a Mirafiori Sud e a Lucento Vallette. Queste tre zone oggi hanno una volumetria di circa 0,6 metri cubi per metro quadro di superficie. E passando ad un indice di fabbricazione neppure tanto alto, diciamo di tre me al mq (in centro siamo al rapporto 5 a uno) potremmo farvi abitare altri 70 mila inquilini, da trasferire, previo accordo, dai quartieri saturi.. Conclude Gallo-Orsi: .In questo modo il Comune potrebbe dare un reale scossone all'edilizia, rimettendola in movimento, consentendo una ripresa dell'attività là dove è possibile. E, visto che la pubblica amministrazione non può far fronte a tutte le necessità, con questo sistema si giustificherebbero appieno le convenzioni, richiamando sul settore anche i capitali privati.. Giuseppe Sangiorgio
Persone citate: Barba Navaretti, Biffi Gentili, Finzi, Gallo Orsi, Giuseppe Sangiorgio, Lombardi, Memeo, Radicioni
Luoghi citati: Torino
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