Firenze: 80 a giudizio per omicidio e rapine

Firenze: 80 a giudizio per omicidio e rapine L'inchiesta sui «gruppi di fuoco» di Prima linea Firenze: 80 a giudizio per omicidio e rapine Tra gii imputati Bignami, Donat-Cattin, Fagiano, Laronga, Susanna Ronconi - Un «commando» tentò l'assalto al carcere delle Murate FIRENZE — Ottanta persone indicate come appartenenti o presunte appartenenti a «Prima linea», detenute od ancora latitanti, sono state rinviate a giudizio dall'ufficio istruzione del tribunale di Firenze a conclusione di un'inchiesta con 101 imputati cominciata più di due anni fa. nell'ambito della quale sono state raccolte circa 60 mila pagine di atti istruttori. Tra i 42 imputati detenuti, che nell'autunno prossimo saranno processati in Corte d'Assise, ci sono Maurice Bignami, Marco Donat-Cattin, Marco Fagiano, Bruno Laronga, Susanna Ronconi e Nicola Solimano. Tra i rinviati a giudizio figurano 12 latitanti, e tra questi la fiorentina Sonia Benedetti, che secondo il giudice faceva parte del •gruppi di fuoco» di Prima linea, e Sergio Segio, uno dei presunti assassini del magistrato milanese Emilio Alessandrini. L'inchiesta spazia tra il 1977 e i primi mesi del 1979, un periodo questo durante il quale in Toscana «Prima linea» e le organizzazioni terroristiche da questa dipendenti sono state particolarmente attive. L'istruttoria riguarda, in particolare, l'uccisione avvenuta il 20 gennaio 1978 dell'agente di polizia Fausto Dionisi ed il ferimento di due suoi colleghi durante il tentativo compiuto da un .commando, di liberare alcuni detenuti politici rinchiusi nel carcere delle «Murate» (per questo fatto alcuni imputati saranno processati per strage); il sequestro per alcune ore a scopo di estorsione di Fabio Tricoli; la «gambizzazione» dell'allora vicesegretario provinciale della de di Pistoia, Giancarlo Niccolai; dieci tra rapine di «autofinanziamento» ed «espropri proletari»; una trentina tra irruzioni armate ed attentati (nelle cosiddette «notti dei fuochi» con ordigni che esplodevano contemporaneamente in diversi luoghi) ai danni di caserme della polizia, dei vigili urbani e dei carabinieri, di uffici comunali, consigli di quar¬ tiere, agenzie immobiliari, industrie, autoconcessionarie e sedi di organizzazioni imprenditoriali. Di «Prima linea» facevano parte in Toscana le «Ronde proletarie», le «Squadre proletarie di combattimento», le «Squadre combattenti comuniste proletarie» e le «Formazioni comuniste combattenti». Due erano i poli di azione di questi gruppi terroristici: Pisa e, soprattutto, Firenze. Il capoluogo toscano fungeva da «retrovia» del «fronte» e soprattutto da sede logistica. In un appartamento di Prato «Prima linea» aveva installato la sua «stamperia nazionale» con quattro ciclostili, di cui tre elettrici. Da qui partivano i pacchi di volantini di rivendicazione dei principali attentati decisi dal «comando nazionale». Ed era ancora in Toscana che l'organizzazione custodiva una parte consistente dei suoi arsenali. Per questo, accanto ai militanti locali, accusati di organizzazione di banda armata, in questa istruttoria compaiono i nomi di personaggi di spicco del terrorismo nazionale. Quando, come nel caso dell'assalto alle «Murate», l'operazione è affidata al «Gruppo di fuoco nazionale» (in quella occasione, secondo l'accusa, di questo facevano parte Susanna Ronconi, Bruno Laronga, Gianni Maggi e Vito Biancorosso), Marco Donat-Cattin è a Firenze, ma non partecipa direttamente all'azione. Ciò perché, ha riferito lo stesso imputato, quando le azioni erano difficili si cercava di evitare di impiegare direttamente coloro che 'avessero una responsabilità politicar, affinché in caso di insuccesso il 'Comando non rimanesse sguarnito'. C'è da dire inoltre che con i magistrati fiorentini Donat-Cattin ha fatto alcune ammissioni di responsabilità, senza però chiamare in causa altre persone. Gli inquirenti si sono avvalsi delle confessioni di diversi «pentiti» : Barbone, Sandalo, Giai e altri.

Luoghi citati: Firenze, Pisa, Pistoia, Toscana