Oggi la sentenza per nove massacratori di 250 mila ebrei nel campo di Majdanek di Tito Sansa

Oggi la sentenza per nove massacratori di 250 mila ebrei nel campo di Majdanek Si conclude a Duesseldorf un processo durato oltre cinque anni Oggi la sentenza per nove massacratori di 250 mila ebrei nel campo di Majdanek DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — Ventiquattro milioni di marchi, circa 12 miliardi di lire, è costato il processo per i massacri nazisti nel campo di lavoro di Majdanek, in Polonia, che termina oggi nel palazzo di giustizia di Duesseldorf presidiato come un fortilizio. Cominciato 5 anni e 7 mesi fa, il 29 novembre del 1975, è il più lungo processo nella storia della giustizia tedesca, e forse del mondo. Sul banco degli imputati sedevano all'inizio 16 spietati criminali (tra cui due donne) in rappresentanza dei 1300 massacratori militari e civili che tra il 1942 e il 1944 uccisero circa 250 mila ebrei polacchi -senza ordine superiore e di propria iniziativa-. A differenza di altri campi dai nomi famosi, come Auschwitz, Sobibor, Treblinka, quello di Majdanek, alla periferia di Lublino, non era infatti un campo di sterminio ma di lavoro forzato fatto costruire da Himmler per rendere le «SS» indipendenti e autonome. La camera a gas fu installata soltanto per punire i rivoltosi e i renitenti. Oggi, dopo 474 udienze e gli interrogatori di oltre 300 testimoni e più di trenta viaggi della corte all'estero (in Polonia, in Israele, negli Stati Uniti. nell'Unione Sovietica, perfino in Australia e in Nuova Zelanda) sul banco degli imputati siedono soltanto 9 dei 16 incriminati. Uno è morto, un paio si sono ammalati gravemente, altri sono stati prosciolti perché le testimonianze a loro carico e i riconoscimenti (un terzo di secolo dopo i crimini commessi) erano insufficienti, inesatti e sovente contraddittori, e l'insistere nella ricerca delle verità avrebbe comportato il rischio di far protrarre ancor più nel tempo questo processo la cui lunghezza viene definita •scandalosa- non soltanto in Israele e nelle comunità ebraiche ma anche tra la popolazione tedesca. Olà tre anni fa — dicono eminenti giuristi —le prove a carico di almeno cinque degli imputati sarebbero state sufficienti a far chiudere il procedimento e infliggere alcuni ergastoli. A Majdanek. hanno raccontato decine di testimoni, alcuni del quali hanno avuto un collasso quando sono stati messi a confronto con i loro aguzzini, sono state commes¬ se atrocità peggiori che altrove: una giovane polacca incinta fatta dilaniare dai cani lupo, bambini allettati con zuccherini alla camera a gas, ciechi obbligati a correre sotto la frusta fino al collasso mortale, uomini e donne alle quali venivano strappati gli occhi durante gli interrogatori, fruste con palle di piombo per mantenere l'ordine. Particolarmente bestiale il comportamento delle due imputate, allora poco più che ventenni, Hildegart Laechert, detta •Brigitta la sanguinaria- e Hermine Ryan, chiamata -La cavalla-, descritte come veri prototipi delle criminali appartenenti alle «SS»: biondissime, slanciate, indossavano stivali neri con il puntale di ferro, con il quale colpivano fino a che vedevano il sangue, e impugnavano perennemente la frusta con le palle di piombo. Ora hai.no l'aspetto mite di sessantenni qualsiasi, ma non hanno mai accennato a un pentimento. Tito Sansa

Persone citate: Hermine Ryan, Himmler