Treni e tesori sotto il suolo di Mosca di Fabio Galvano

Treni e tesori sotto il suolo di Mosca CINQUANTANNI FA COMINCIAVANO I LAVORI DELLA MONUMENTALE METROPOLITANA Treni e tesori sotto il suolo di Mosca DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — Una profusione di marmi, di lampadari dorati, di preziosi stucchi, di vetrate degne d'una cattedrale, e poi mosaici, bassorilievi, affreschi, monumenti di marmo e di bronzo, cancelli di ferro battuto come in un palazzo imperiale, anche qualche concessione al ventesimo secolo con strutture di acciaio inossidabile. E' il museo più frequentato di Mosca, con punte di sette milioni di visitatori nell'arco delle 19 ore di apertura quotidiana (dalle 6 del mattino all'I di notte): un immenso palazzo sotterraneo, uno sfarzoso monumento alla grandeur, voluto da Stalin e gelosamente custodito dai suoi successori. E' la metropolitana di Mosca, che compie in questi giorni mezzo secolo, I russi ne sono orgogliosi. Porse perché vi trovano, giorno dopo giorno, gli splendori che la capitale, qualche decina di metri più su, sembra avere dimenticato, avvolta nel grigiore di un'edilizia popolare monocorde. La trattano con rispetto, quasi con devozione, le parole sussurrate, fra volte, colonnati e ori, danno anche un sapore di tempio bizantino. E' un'atmosfera rotta soltanto dallo sferragliare dei treni azzurri, che nelle ore di punta si rincorrono a cinquanta secondi l'uno dall'altro. Otto linee, fra le quali una circolare, 184 chilometri di binari, 115 stazioni tutte diverse l'una dall'altra. -Le stazioni, come i bambini, danno molte preoccupazioni, dice Nina Aleksandrovna Aleshina, l'ar¬ chitetto che ne ha già progettate una ventina. Ci si preoccupa quando devono nascere e ci si preoccupa quando sono ancora giovani. Anche quando diventano più grandicelle non si può mai perderle di vista. E intanto anche gli altri figli esigono un po' d'attenzione-. Mosca è forse l'unica città al mondo, in cui una stazione della metropolitana riesce a suscitare sentimenti materni. Per la Aleshina sono quelli i suoi gioielli. La festa dei cinquant'anni è stata guastata dall'incidente avvenuto la settimana scorsa alla stazione Oktjabrskaja. Quattro righe sulla Vechernjaja Moskva (Mosca Sera) hanno parlato di incendio, ma •senza vittime'. Il tam-tam dei moscoviti dice invece che ci sono stati una bomba, un'esplosione in galleria, numerosi morti, e lo spiegamento di autopompe, ambulanze, polizia e agenti del Kgb, quella notte, potrebbe dare credito a questa versione. Dell'esplosione di quattro anni fa, che uccise venti persone, la Mosca ufficiale parlò soltanto molto più tardi, dopo la condanna a morte del nazionalista armeno che l'aveva provocata. Le fiamme dell'Oktjabrskaja non possono, anzi non devono, allarmare il pubblico o guastare la grande festa del metrò. La storia dice che di questa metropolitana si era già parlato in anni zaristi: nel 1902 la Duma moscovita esaminò il progetto, ma i -padri della città- lo respinsero temendo •lo sconvolgimento dei servizi e dell'ordine pubblico- a cau¬ sa dei cantieri, e -una minaccia allo splendore dei templi sacri- a causa dei treni nelle gallerie. Fu il comitato centrale del partito, nel giugno 1931 (cinquant'anni fa, appunto), a dare il via ai lavori. La prima linea, da Sokolniki al Parco Gorkij, undici chilometri e mezzo, fu inaugurata il 15 maggio 1935. Ma il vezzo sovietico di celebrare le decisioni politiche piuttosto che la loro realizzazione pratica fa si che la prima delle due date goda di tutti gli onori, e quindi dei festeggiamenti genetliaci. La -Fabbrica della metropolitana di Mosca- non si è mai arrestata, neppure durante la guerra, quando tutte le altre attività civili rimasero paralizzate. Fra il '41 e il '45 si costruirono trenta chilometri di binari e otto stazioni. Altre due linee, la Rizhskaja che unisce il centro ai nuovi insediamenti residenziali della capitale, e la Serpuchovskaja che collega' il quartiere di Chertanovo, sono state recentemente completate. Entro il 1996 i pianificatori prevedono 320 chilometri di percorso, quasi il doppio rispetto ad oggi. Una rassegna fotografica di questo -Moskovskoe metrodiventa un catalogo d'arte, e i sovietici non hanno resistito alla tentazione. E' uno strano connubio fra raffinatezze d'altri tempi e realismo socialista, fra ghirigori da palazzo imperiale e bronzi squadrati inneggianti al lavoro e alle forze armate. La stazione dì Piazza della Rivoluzione ha ottanta statue opera di Mani- zer, gli smalti che ornano le volte della Majakovskaja so-, no del celebre pittore russo Deineka. Si passano in rassegna 23 tipi diversi di pregiati marmi per rivestimento, le basi delle colonne alla Majakovskaja sono ornate di fiammeggiante rodonite, le pareti della Belorusskaja sono fatte di onice, e la stessa pietra semi-preziosa abbonda alla Dinamo e alla Sokol. Alla Semenovskaja, invece, si è usata un'oficalcite verdolina, porfido alla Baumanskaja. -Ogni stazione, dice la Aleshina, dev'essere completamente diversa dalle altre. Quelle di Perovo e di Medvedkovo, per esempio, sono simili come dimensioni ma artisticamente a poli opposti. La prima è ispirata a temi popolari, in quanto si trova vicino al Museo Kuskovo che era la residenza del conte Sheremetev, la seconda, che è la stazione più settentrionale della città, ha immagini di paesaggi nordici. Ma si tratta anche di accostare metalli e pietre, di giocare con la luce e con i colori. Prendiamo la Shchukinskaja, per esempio, che sembra ondeggiare per le onde dorate dei tubi decorativi-. Sono tutte stazioni nuove, dove il monumentalìsmo si fonde con l'arte moderna, sia pure della marca realista Made in Urss. I capitelli d'ottone sui pilastri della Komsomoskaja. i marmi bianchi e i lampadari di bronzo della Kievskaja, gli ampi archi di acciaio inossidabile e i mosaici della Majakovskaja, gli stucchi e i bassorilievi dì piazza Sverdlov, della Novosuznetskaja (con le scene militari e i mosaici sportivi), i candelabri di bronzo e cristallo, con affreschi, della grandeur totale, quando non si badava a spese. E fra quegli splendori, ogni giorno, la marea di sette milioni d'anime che nei salotti di questo palazzo sotterraneo forse dimentica per qualche momento le lunghe code per comperare un chilo di patate. Fabio Galvano

Persone citate: Gorkij, Nina Aleksandrovna Aleshina, Stalin

Luoghi citati: Mosca, Urss