C'è anche chi ama la «vedova nera » di Edoardo Ballone

C'è anche chi ama la «vedova nera » Il terribile ragno dalla puntura mortale C'è anche chi ama la «vedova nera » DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE GENOVA — La «vedova nera» ha i suoi giorni di notorietà. Il ragno più velenoso del mondo, nella settimana appena conclusa, ha occupato le pagine dei giornali per aver provocato, pare, la morte di un contadino in Sardegna. Diciamo pare perché non tutti sono d'accordo se Salvatore Sassu. 55 anni, sia morto nelle campagne di Mores per la puntura della - vedova, come s'era detto in un primo momento oppure sia deceduto per altro tipo di infezione come sostengono i medici dell'ospedale di Ozieri. Il prof. Angelo Boglione, naturalista e etologo, è forse l'unico privato in Europa che alleva in casa «vedove nere». Attualmente ne possiede una sola che accudisce amorevolmente in una teca di vetro, nella sua casa di Pegli. Nerina, cosi si chiama il micidiale ragno, vive fra i petali e le foglie di due rose di plastica. In compagnia dei fiori artificiali donne, passeggia e sugge, dopo averle paralizzate con il potente veleno degli uncini, le cavallette che ogni due giorni il prof. Boglione le infila nella teca. Nerina è molto amica del suo padrone e da lui si fa prendere in mano e accarezzare. Il prof. Boglione è forse l'unico al mondo che può permettersi questo tipo di confidenza perché il-«latrodectes tredecimguttatus» o «vedova», non è cosi socievole e i suoi morsi uccidono nel giro di un giorno, provocando alla vittima atroci sofferenze. Boglione ama le sue vedove che definisce ragnetti e gioiel- li della natura, ma circa l'incidente al contadino in Sardegna non ha dubbi: a ucciderlo è stata la vedova nera o argia come la chiamano sull'isola. Anzi, prosegue il naturalista, occorre rimettere in produzione il vaccino anti-aracnoideo che egli stesso ha contribuito a creare e che «oro non si produce più perché ritenuto troppo costoso*. Boglione è sicuro della colpevolezza dell'argia nel caso della Sardegna poiché, afferma, la diagnosi di chi è colpito dal suo morso è estremamente difficile. In Italia, ancora oggi, circa trecento persone sono «uncinate» annualmente nelle campagne e se non muoiono è per le pronte cure. Ma non è escluso che parecchi decessi ritenuti «misteriosi», specialmente nel Volterrano e nel Sassarese, dove prolifica la vedova nera, siano proprio causate da questo artropodo dei climi caldi. «Pensi — sottolinea Boglione — che ogni anno nei soli ospedali di Roma una quindicina di persone vengono urgentemente operate per appendicite acuta o attacco di ulcera duodenale. In realtà si scopre poi che gli operati erano stati morsicati dalla vedova nera: infatti la sintomatologia del dolore provocato dal veleno è la stessa di chi è colpito da questi due malU. L'amore di Boglione per questa vedova nera risale alla fine degli Anni 50. «£' uno dei pochi ragni sema peli ed è bellissimo. Il suo corpo è estremamente elegante e morde solo se offeso*. Boglione, cosi, decise di studiare a fondo e persino di allevare questi ragni odiati ingiustamente, almeno a suo dire. Da vent'anni a questa parte li ha fatti nascere e crescere durante i suoi soggiorni in Kenya e qui nella sua casa di Pegli. *Purtroppo — dice accorato — la vedova nera vive soltanto un anno e Nerina sta per finire i suoi giornU. Questo terribile ragno è pericolóso soltanto se di sesso femminile. Il maschio è mite e anzi, subito dopo l'amplesso, se non è lesto a fuggire, viene divorato dalla sua amante. Ogni vedova, durante l'anno, fa una decina di sacchi di uova e da ogni sacco nascono circa 200 rag-netti. Tenerli uniti, come più volte ha fatto Boglione, in un'unica grossa teca, è impresa eccezionale. Infatti i ragni non vivono in collettività perché si mangiano a vicenda. «Afa i miei erano come fratelli e sorelle, tutti amici anche perché sono cresciuti assieme». Un esperimento, sottolinea Boglione, che ha fatto il giro del mondo provocando l'interesse di parecchie riviste scientifiche. «/ grilli se non si accoppiano vivono anche due anni». Morta Nerina andrà nel Volterrano a catturare una piccola vedova nera, la porterà fra le rose in plastica nella teca di Pegli e non la farà accoppiare. 'Compirò su di lei questo esperimento e cosi saprò se posso allungare la vita a questo ragno come avviene con i grilli vergini*. Mentre mi dice questo allunga la mano destra nella teca e tira su la sua Nerina. Poi l'accarezza. «Ciò dimostra — spiega orgoglioso Boglione — che la vedova nera morsica soltanto se qualcuno le provoca traumi calpestandola o facendole del male*. Una regola di questo vivere che però circa 300 italiani all'anno trasgrediscono senza saperlo. Edoardo Ballone

Luoghi citati: Europa, Genova, Italia, Kenya, Mores, Roma, Sardegna