Veleni dagli aerei sul Parco Ticino?

Veleni dagli aerei sul Parco Ticino? Protesta contro la «grande Malpensa» Veleni dagli aerei sul Parco Ticino? Sei Comuni lombardi e 5 piemontesi contrari all'ampliamento dell'aeroporto internazionale MAGENTA — Il Parco del Ticino contro la «grande Malpensa». Il progetto d'ampliamento dell'aeroporto intercontinentale ha fatto scendere sul sentiero di guerra i difensori dell'immensa riserva naturale che comprende la sponda piemontese e quella lombarda del fiume. Soprattutto in Lombardia la richiesta d'apertura di nuove piste da parte della società che gestisce l'aerostazione (la Sea) sta suscitando parecchie polemiche. L'avvocato Achille Cutrera, presidente del Parco del Ticino lombardo, è molto preoccupato: *Non siamo contrari in maniera categorica al progetto, ma chiediamo garanzie per la tutela dell'ambiente. Vogliamo soprattutto che lo studio non sia tenuto nel cassetto, ma reso di pubblico dominio*. Sono sei i Comuni lombardi che si trovano nelle immediate vicinanze della Malpensa: Somma Lombardo, Casorate Sempione, Lonate Pozzolo, Cardano al Campo, Vizzola Ticino e Perno. Ma anche In Piemonte i territori di Castelletto, Borgoticino, Varano Pombia, Pombia e Marano (tutti in provincia di Novara) verrebbero toccati dal progetto: infatti la rotta dei jet sorvolerebbe questa zona con dirette conseguenze inquinanti. Ogni velivolo — sostengono i difensori del parco — emette notevoli quantitativi di idrocarburi incomposti, ossido di carbonio, anidride solforosa, benzopirene, con effetti altamente tossici su tutti gli organismi viventi. Un gruppo per- manente di lavoro per la tutela della salute (del centro di medicina preventiva di Castellanza) ha reso noto i risultati di una prima indagine sul deterioramento causato dalla presenza dell'aeroporto della Malpensa, il cui carattere intercontinentale comporta movimenti di grandi aerei del tipo «jumbo». La pioggia di agenti inquinanti è già notevole e aumenterebbe con l'Intensificazione del traffico. mVna delle preoccupazioni — dice l'avvocato Cutrera — è rivolta anche al rumore. Sui Comuni nei quali penetrerebbero le nuove piste (con una soluzione a V) gli aerei sorvolerebbero i territori a basse quote, in fase di decollo o atterraggio. Insomma, noi diciamo sì all'ampliamento, ma a condizioni ben precise. Ad esempio non sappiamo esattemente sino a che punto il parco sarà sventrato, quante strade si costruiranno, se ci saranno nuovi insediamenti urbani*. La ferrea opposizione ha già ottenuto qualche risultato. Il ministero dei Trasporti ha dichiarato ormai superato il piano della «grande Malpensa» prevedendo soltanto un ampliamento di proporzioni ridotte, anche se non ancora definite. Intanto la Regione Lombardia ha ordinato quattro studi sul traffico degli aerei. E' evidente che si scontrano due tesi opposte: l'una animata dal desiderio di salvare uno dei parchi più belli d'Italia; l'altra spinta da interessi economici. Alla Sea si teme che le resistenze possano far saltare tutto: « Sarebbe colpevole — dicono i responsabili — causare ulteriori ritardi all'ammodernamento perché si rischierebbe di compromettere il futuro della Malpensa a favore di altri aeroporti, come quello di Zurigo verso cui guardano da tempo le grandi compagnie di bandiera. Le nuove opere, invece, aumenterebbero il livello di sicurezza dei voli e la stessa qualità di vita dei lavoratori della Malpensa, due fattori da non sottovalutare assieme a quelli del risparmio energetico e dei vantaggi economici*. Lo studio di massima prevede infatti un tracciato tale da contenere i tempi di rullaggio degli aerei passeggeri e memi, con una riduzione di carburante notevole in condizioni di traffico normale. .

Persone citate: Achille Cutrera, Castelletto, Cutrera, Marano, Perno, Pombia, Varano Pombia