Principe riconfermato alla Stet Accordo per i 73 mila della Sip

Principe riconfermato alla Stet Accordo per i 73 mila della Sip Giannini resta presidente affiancato da due vice (Cerniti e Beltrami) Principe riconfermato alla Stet Accordo per i 73 mila della Sip TORINO — Il ciclone P2, per'ì .ora. non ha travolto 11 vertice iStet. Michele Principe resta ^amministratore delegato della finanziaria In e Arnaldo Giannini, più che settantenne, manterra la carica di presidente. L'unica novità riguarda i vicepresidenti: a Carlo Cerutti, che icontinuera a sovrintendere a 'tutta l'attività finanziaria del gruppo, è stato affiancato Ottorino Beltrami, che resta anche presidente della Sip. Queste le decisioni prese ieri dal consiglio d'amministrazione Stet, riunitosi subito dopo l'assemblea degli azionisti che, in pratica, ha ratificato quanto deciso il giorno prima dal Comitato di presidenza dell'Ir! che aveva deciso di congelare la situazione in attesa degli sviluppi della vicenda «P2. e delle decisioni che il governo prenderà nei confronti di Principe, il quale figura nell'elenco d i Geli i. E' anche in questa luce che possono essere interpretati sia il congelamento di Giannini (che con la «P2» non c'entra e da anni vuole andarsene in pensione), sia la promozione di Beltrami, che, secondo alcuni, potrebbe diventare 11 presidente Stet qualora le conclusioni della vicenda Oelli dovessero concludersi negativamente per Principe. Una eventualità questa che l'assemblea Stet ieri ha dimostrato di voler scongiurare applaudendo Principe per 'l'opera di rilancio del gruppo svolta in questi sei mesi' (da quando cioè ha preso 11 posto dello scomparso Paolo Pugliese) e il presidente Giannini che ha difeso l'amministratore delegato dagli attacchi di un sindacalista Cisnal. Loggia P2 a parte, l'assemblea Ieri è stata piuttosto moscia (è durata poco meno di tre ore), ma ha messo in luce la vitalità della finanziaria che sta cercando, in tutti i modi, di superare i due maggiori scogli che ha sul cammino: i disastri Sip e Italtel. che però già nell'82 potrebbero essere solo un brutto ricordo, e i debiti che nell'80 sono saliti di 427 miliardi (quasi il set per cen- to) toccando «quota» 7683 miliardi (cosa questa che ha fatto esplodere gli oneri finanziari che, sempre nell'80, sono cresciuti di 434 miliardi, raggiungendo 13i3 miliardi. Questo vuol dire che ogni giorno che passa, domeniche comprese, la Stet deve versare alle banche quattro miliardi per soli interessi). Nonostante ciò però il bilancio Stet non è stato disastroso e ha chiuso con un utile netto di 2808 milioni per 1 primi nove mesi (4618 milioni in tutto l'anno) che sono stati destinati alle varie riserve, lasciando a bocca asciutta gli azionisti per il secondo anno consecutivo. Meno positivo è invece il bilancio consolidato di gruppo che nell'80 ha registrato un disavanzo di 468 miliardi (457 nel '78) do¬ vuto soprattutto alla crisi Sip <defidt di 538.5 miliardi) e a quella Italtel (141 miliardi persi su un fatturato di 503). mentre le altre società Stet (Italcable, Telespazio, ecc.) hanno chiuso con attivi significativi. Giannini e Principe, ieri mattina, non sono stati avari di informazioni. Hanno spiegato qual è la loro strategia per ristrutturare le aziende manifatturiere della Stet, da cui dovrebbero nascere due raggruppamenti industriali (uno nell'area delle telecomunicazioni, guidato dall'I tal tei; l'altro nei grandi sistemi civili e militari, pilotato da Selenia, Elsag e Vitroselenia), mentre nella microelettronica resterà la Sgs-Ates, uno dei gioielli Stet, per i quali si stanno cercando partner robusti. Giannini ha anche confermato che contatti sono in corso con i giapponesi e con un colosso americano. Tanto per fare un nome si parla della Itt americana, operante anche sul nostro mercato, che dovrebbe portare in Italia tecnologia e commesse, anche per il «progetto Proteo». In un futuro anche prossimo, insomma, la Stet può riservare grosse sorprese, loggia P2 a parte. Cesare Roccati

Luoghi citati: Elsag, Italia, Selenia, Torino, Vitroselenia