Le Ronde proletarie divise per quartieri di Claudio Giacchino

Le Ronde proletarie divise per quartieri Torino: il pm rievoca le imprese della banda Le Ronde proletarie divise per quartieri TORINO — Prosegue la requisitoria del pubblico ministero Alberto Bernardi contro Prima linea. L'accusa, da cinque giorni, racconta la storia di questa banda e dei suoi militanti, ha già parlato per oltre 20 ore ma la complessità delle singole posizioni degli imputati non gli ha permesso di giungere all'atto finale della maratona oratoria: quantificare in anni e in mesi le condanne per ciascun accusato. Tali richieste saranno fatte oggi. Con la consueta, implacabile chiarezza Bernardi ha illustrato ieri le responsabilità, c presunte tali, di una ventina di giovani che avevano aderito al sogno di violenza di Prima linea « arruolandosi» nelle Ronde proletarie, la struttura di base dell'organizzazione. Una struttura ramificata su tutto il territorio metropolitano, divisa per quartieri: c'era la Ronda di borgo S. Paolo, quelle di Parella, di Mirafiori, della Falcherà, di Barriera Milano. Di ogni gruppo Bernardi ha ricordato gli attentati compiuti, le riunioni politiche svolte: per tutti i «soldati» di questo diffuso esercito di terroristi ha chiesto la condanna. Soltanto per un imputato, Giancarlo Santini, la Corte si è sentita dire: 'Dovete assolvere per insufficienza di prove. Santini sapeva che cos'era PI, ma non c'è la certezza probatoria che sia stato un partecipe della banda». Richieste di un verdetto severo sono piovute sul capo di Filippo Mastropasqua. Renato Bevione, Marco Re: manovali dell'eversione che adesso sono in gabbia con i duri veri. Pena esemplare è stata invocata anche per Gian Michele Schiopetto e sua moglie Mara De Sanctis. «Lui addirittura — ha ricordato il pubblico ministero — aveva indicato ai compagni un dirigente della fabbrica in cui lavorava da operaio dicendo: "Bisogna sparargli". L'attentato non fu eseguito solo perché Prima linea si accorse in extremis che lo Schiopetto non aveva capito nulla ed aveva proposto di colpire proprio una persona molto ben voluta dalle maestranze». Per un ristretto gruppo di accusati (Alberto Bodriti, Pasqualino Fico, Vittoriano Mega, Luisa Borghino, Celestino Sartoris, Maria Mauro-Velleda e Marilena De Matteis) la requisitoria è stata comprensiva. 'Meritano — ha spiegato Bernardi — il minimo castigo e la sospensione condizionale della pena. Alla Borghino e a Mega concedete pure, signori della Corte, i benefici dell'articolo 4 del decreto Cossiga». Devono, invece, secondo il p.m., essere condannati per la semplice partecipazione a PI Rita Cevrero, Vincenzo Lardo, Donatella Di Giacomo, Giancarlo Squizzato e Massimo Fortuzzi. Per tutti, tranne Lardo, è stata richiesta la concessione delle attenuanti generiche. «Lardo non è mai venuto in aula, il suo comportamento processuale vieta questa misura di favore» ha spiegato Bernardi. Nel bunker delle Vallette c'era, tra gli imputati a piede libero, anche Rosalba Vetrone, ritenuta dall'accusa responsabile del reato di organizzazione di banda armata. Sofferente e in preda a confusione mentale la ragazza, in una pausa dell'udienza, ha in¬ veito contro i magistrati che l'avevano mandata in carcere: «i4 Messina mi hanno imbottita di sonniferi», poi se l'è presa con i pentiti Sandalo e Vacca: «Per voi ci vuole la forca». Claudio Giacchino

Luoghi citati: Messina, Torino