Ambasciatore dell'Iran a Roma richiamato in patria, scompare

Ambasciatore dell'Iran a Roma richiamato in patria, scompare Ha seguito l'esempio del suo collega incaricato a Vienna Ambasciatore dell'Iran a Roma richiamato in patria, scompare Sadat Salami doveva rientrare a Teheran dal 4 giugno - Amico del destituito Baili Sadr, era stato molto attivo durante la rivoluzione khomeinista - Protesta di studenti iraniani ROMA — Il crollo di Banl Sadr a Teheran sta provocando un terremoto nelle ambasciate iraniane europee. Seguendo l'esempio del suo collega incaricato a Vienna, Mahammed Abed-Navandi, il rappresentante diplomatico a Roma, Mahammed Baher Nassir Sadat Salami è scomparso, dopo aver ricevuto dal suo ministero degli Esteri l'ordine di rientrare in patria. ' Non si parla ufficialmente di «destituzione». Le fonti diplomatiche utilizzano una terminologia molto sfumata e alludono a un «richiamo» a Teheran. Ma la sostanza non cambia; e bene lo ha capito Sadat Salami che, avendo ricevuto il 4 giugno scorso l'ordine di rientrare a Teheran si è ben guardato dall'ottemperarlo. Nello stesso giorno Sadat Salami si è allontanato dalla sua abitazione romana, facendo perdere le proprie tracce. Nemmeno i suoi più stretti collaboratori hanno saputo dare indicazioni utili a chiarire il mistero della sua scomparsa. E' molto probabile però che Sadat Salami sia ancora in Italia. Fra l'altro ha compiuto i suoi studi universitari a Firenze dove si è laureato presso l'istituto «Cesare Alfieri», della facoltà di Scienze Politiche. I motivi della «destituzione» sono facilmente spiegabili. Di umilissime origini, Salami, molto attivo durante la rivoluzione del '78-79, si legò in quel periodo al gruppo che ruotava attorno a Bani Sadr. Divenne suo amico e ne appoggiò via via tutte le tappe della carriera fino all'elezione a presidente della repubblica, avvenuta due anni fa con l'appoggio di un consenso popolare altissimo. Parallelamente Sadat Salami arrivava a coprire incarichi di sempre maggiore responsabilità. ne politica a Teheran, ieri mattina, a Róma, hanno manifestato dinanzi alla sede di- Nominato, dopo l'avvento di Khomeini, vicedirettore generale della televisione, dopo alcuni mesi assunse il non facile ruolo di capo di gabinetto del ministro degli Esteri, Ootbzadech, rimanendovi per diverso tempo. Infine la nomina ad ambasciatore in Italia. Dopo la sua scomparsa la rappresentanza diplomatica a Roma è retta attualmente dall'incaricato d'affari Bastegar. Proprio per protestare contro gli sviluppi della sltuazlo- plomatica iraniana di via Nomentana alcune centinaia di giovani, per la maggior parte studenti persiani in Italia. Il corteo ha innalzato striscioni e scandito slogans contro -il regime reazionario che ha fe- rocemente massacrato decine di eroici rivoluzionari accusandoli di essere sostenitori di Bani Sadr e di aver preso parte alla manifestazione di sabato 21 giugno-, ma non si è potuto avvicinare alla sede dell'ambasciata per l'intervento della polizia che lo ha bloccato a qualche decina di metri di distanza. Gran parte dei manifestanti appartenevano all'associazione degli studenti musulmani in Italia (Mss), simpatizzante dei «mojahedin», l'ala più a sinistra dello schieramento di forze politiche in Iran.