Nomi e Cognomi di Andrea Barbato

Nomi e Cognomi di Andrea Barbato Nomi e Cognomi di Andrea Barbato Capire gli elettori Politici e politologi'annaspano, le fosse si riempiono del senno di poi. L'elettorato che un di era il più stabile e i! più omogeneo del mondo diventa sempre più imprevedibile. Sconvolge i pronostici, mette in soffitta le bandiere ideologiche,- si sottrae alle sociologie e alle geografìe. Gli strumenti di previsione e di analisi dei partiti sembrano ormai inservibili. Prendiamo una sola delle molte domande lasciate aperte dal voto parziale di domenica scorsa: gii italiani sono dunque insensibili ai temi della moralità pubbli-i ca? La cosiddetta «questione! morale» li lascia indifferenti? I dati sono sotto gli occhi di tutti. Partiti vistosamente invischiati in scandali o almeno in sospetti, ricevono spesso un premio-elettorale. Laddove la de è più coinvolta in sfrenati o addirittura oscuri interessi locali, conferva solidissime maggioranze, solo parzialmente erose. Il psdi, guidato da un segretario di cui si conosce l'ora e il luogo d'affiliazione alla P2, avanza quasi ovunque. E' bizzarria? E' complicità? E' il riconoscimento, a colpi di schede, che etica e politica sono due sfere non comunicanti? Certo, i meno smemorati non avevano dimenticato che i socialdemocratici avevano già progredito in modo sensibile in un'altra elezione, proprio mentre il loro ex segretario Mario Tanassi varcava l'uscio del carcere e veniva affidato a un programma di rieducazione 'sociale. Ma quel segnale non era stato colto, o era stato letto male: ed ecco il bis, e la nuova sorpresa. Non credo che basti dire, coinè Baget Bozzo, che il psdi ha un basso profilo culturale, e perciò e adatto a rappresentare quei ceti che dalla politica si attendono tutela anziché grandi motivazioni ideali. Perché dovrebbero scegliere proprio il psdi, che non è il sólo partito ad aver rinunciato alle utopie e ai messaggi globali? Non crèdo neppure che basti dire, coinè Giorgio Bocca, che nessuno é legittimato a porre la questione morale, perché tanto le macchinazio^ni dei partiti sono eguali per tutti, e incolpare gli iscritti alla Ironia segreta é solo un modo _ Ji lavarsi la coscienza e far volare gli stracci. Se anche fosse vero (e non lo credo) il mistero della scelta rimarrebbe. Esiste, infine, la spiegazione che i socialdemocratici stessi avanzano: e cioè che proprio le accuse abbiano smosso una reazione, una protesta popolare. Ma mi. sembra francamente un autoelogio eccessivo. Non resta che formulare altre ipotesi, in ordine sparso, come materiale per future riflessioni. Pnma ipotesi. In politica, cominciano a funzionare anche da noi le leggi del marketing e della pubblicità. Parlate male di me, ma parlate; il solo nemico è il silenzio. Gli agenti dei divi del cinema inventano da tempo scandali sentimentali per aumentare la quotazione e la popolarità dei loro clienti. Persino i prodotti industriali vengono ormai reclamizzati parlando dei loro «difetti», o ironizzando su se stessi. Può darsi che una caricatura porti un voto anziché allontanarlo. Seconda ipotesi. Gli italiani amano i furbi perché vi si riconoscono. Praticano le filosofie accomodanti, le sublimi arti d'arrangiarsi. Viviamo nel Paese dei grandi e piccoli reati di massa, l'abusivismo, l'evasione fiscale, la raccomandazione, il privilegio corporativo, il doppio incarico. E' logico immaginare che indulgenza e assoluzione siano sentimenti diffusi, e raggiungano anche i leaders politici. Terza ipotesi. Proprio mentre cadono le grandi motivazioni ideologiche e culturali, aumenta il fastidio o l'insofferenza verso coloro che tenacemente le conservano, e che sono visti come moralisti o predicatori. E' il gradino più basso, ma fatale, della laicizzazione del voto, in se stesso positiva. L'elettorato sopporta malvolentieri le sgridate, le dichiarazioni di principio, le pose scultoree alla Saint-Just, o anche l'indicazione di ideali troppo impervi e austeri. Quarta ipotesi. La sfiducia nella politica, che è stata disseminata a piene mani, talvolta anche per diluire crisi di partito nella crisi dello Stato e delle istituzioni, ha provocato un effetto di sordità morale, di indifferenza, di rassegnazione, e un cupo scetticismo sull'esito finale degli scandali e sulla loro reale punibilità. E' l'immunità per vaccinazione, o addirittura per assuefazione. Quinta ipotesi. I partiti, chi più chi meno, si trasformano in raggruppamenti di interessi, società a responsabilità limitata, privi di bandiere e di tesi generali. Macchine che badano al sodo, come le aziende al profitto, senza grandi casi di coscienza né ambizioni di sacerdozio. Non so se queste, o altre, siano le risposte giuste alla domanda iniziale. Ma una risposta infine bisognerà trovarla, se non vorremo commettere gravi errori di lettura degli umori che circolano nell'elettorato o, più in generale, fra la gente. Non credo che ci siamo trasformati in un popolo di cinici o di intriganti, che assistono con indifferenza al malgoverno e talvolta addirittura lo remunerano con il loro consenso. Correnti più profonde percorrono i sentimenti nostri e dei nostri concittadini. Come le trivelle di Vermicino, anche le sonde politiche non raggiungono più le quote delle delusioni, delle inquietudini, delle paure di tanti. Siamo una società più aspra, più smaliziata, più infelice, dove le antiche virtù sono insufficienti sebbene rimangano necessarie, e dove il potere politico si è secolarizzato e corre per sentieri lontani dalle questioni morali. ■

Persone citate: Andrea Barbato, Baget Bozzo, Giorgio Bocca, Mario Tanassi

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