Gelli si troverebbe ora in Messico al riparo da possibili estradizioni
Gelli si troverebbe ora in Messico al riparo da possibili estradizioni Vi sarebbe giunto dopo i soggiorni in tre Paesi delPAmerica latina Gelli si troverebbe ora in Messico al riparo da possibili estradizioni I reati contestati al Venerabile della P2 gravitano nella sfera politico-militare non prevista dallo Stato americano per «consegnare» uno straniero - Il precedente di Crociani DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — Mentre Licio Gelli sembra ormai approdato ai lidi felici e sicuri (dal punto di vista dell'estradizione) del Messico, l'intrigo della loggia P2 e delle sue emanazioni continua a tormentare inquirenti e politici. Quanti sapevano dell'esistenza della loggia e dei complotti del suo Venerabile, quanti sospettavano il suo potenziale pericolo e si trattennero dall'approfondire l'argomento? Alcune sorprese, assicurano a palazzo di giustizia, potranno uscire dai 60 fascicoli raccolti dal sostituto procuratore Domenico Sica e trasmessi ieri all'ufficio istruzione. Sono i fascicoli dell'inchiesta sulla P2, su Pecorelli e su alcuni dei docu¬ menti trovati a Gelli. L'industriale di Arezzo, secondo le notizie più recenti raccolte dall'Interpol, avrebbe trovato rifugio in una zona protetta del Messico. Vi sarebbe arrivato di recente, dopo i soggiorni in Uruguay, in Paraguay e in Argentina. E' probabile che avendo capito che il pericolo di un arresto si andava facendo via via più concreto, Gelli abbia scelto come meta la nazione che, per un accordo firmato nel 1899, nega l'estradizione nei seguenti casi: per reati semplicemente colposi; per reati di stampa; per reati di ordine religioso o militare; per reati politici e per fatti connessi ad un reato politico. I reati contestati a Gelli (dopo una prima incriminazione romana per associazione a delinquere) gravitano tutti nella sfera dei reati politico-militari (dallo spionaggio alla cospirazione). Del resto il,[ precedente di Camillo Crociani, arrestato in un primo momento ma mai estradato, può aver consigliato Gelli a seguire la stessa strada. I sessanta dossier dell'inchiesta sulla P2 sono dunque nell'ufficio del giudice Cudillo che ora dovrà decidere se seguirli personalmente, affidarli a un giudice soltanto (si parla di Martella, che indagò sulla Lockheed), oppure ad un collegio di giudici. Nel formalizzare, sembra che Sica abbia formulato alcune richieste precise: non si esclude che la posizione di alcuni fra 1 22 incriminati per cospirazione contro lo Stato, che avevano' ricevuto soltanto una comunicazione giudiziaria, possa essersi aggravata e che nelle prossime ore qualcuno di loro finisca in carcere insieme con il colonnello Viezzer, unico imputato attualmente detenuto. Secondo indiscrezioni, non tutte le persone interrogate negli ultimi giorni da Sica hanno fatto scena muta: qualcuno ha cominciato a parlare, a raccontare come Gelli «gestiva» la loggia e quali erano le indicazioni operative che dava non solo ai capigruppo, ma anche a quei «fratelli» che avevano ruoli segreti ma di particolare autorevolezza nell'ambito dell'organizzazione. Uno degli espedienti utilizzati per ottenere certe «confessioni» sarebbe stata proprio quell'ipotesi, tanto criticata, di «truffa» ai danni di alcuni iscritti alla loggia. La possibilità di esser giudicati come «truffati» infatti, avrebbe fatto scattare un meccanismo simile a quello dei brigatisti pentiti. Resta per ora il segreto su chi siano i «piduista pentiti o che si ritengono truffati. Secondo la ricostruzione compiuta dal giudice Sica tutta l'Inchiesta sulla P2 prende l'avvio dalla famosa perquisizione nello studio di Mino Pecorelli, la sera stessa della sua uccisione. Il giudizio che danno gli inquirenti sull'agenzia (poi rivista) «OP» è preciso: si tratta di una «emanazione» della P2, che a un certo momento, verso la fine del 1978 e agli inizi del '79, fini di seguire delle regole e «impazzi». Lanciò messaggi minatori ai vecchi amici, fece capire ad altri di essere in possesso di documenti tali da poterli ricattare. Secondo Sica, dalla lettura del celebre fascicolo «M. Fo. Biali» raccolto dal Sid si ricaverebbe anche la conferma che a un certo punto la massoneria 'Voleva il processo a carico di Vito Miceli per consentirgli di attaccare pubblicamente l'on. Giulio AndreóttU: una strana notizia, per la quale 1 magistrati stanno ancora cercando una spiegazione;
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