Si vota nelle Marche per un paese conteso di Ermete Grifoni

Si vota nelle Marche per un paese conteso Referendum per gli abitanti di Fano e Mondolfo Si vota nelle Marche per un paese conteso MAROTTA — Quasi cinquantamila marchigiani torneranno alle urne domenica e lunedi, per una nuova consultazione referendaria, la prima nella storia della Regione Marche. Sono gli abitanti di due Comuni, Fano, con oltre 42 mila elettori, e Mondolfo, con oltre 7 mila . chiamati a rispondere con un «si» o con un «no» a una domanda contenuta in una scheda rosa: « Volete voi che la frazione di Marotta di Fano sia aggregata al comune di Mondolfo?'. Dall'esito del referendum, d'iniziativa popolare in quante promosso dal Comitato •Per Marotta unita» e sottoscritto con oltre 5 mila firme, dipenderà la sorte di questo grosso nucleo rivierasco che. per essere diviso fra i due Comuni da più di trent'anni, si trova in una singolare situa- zione, tanto da essere conosciuto con il singolare ed ironico appellativo di «Berlino dell'Adriatico». L'esito del referendum, a carattere consultivo in quanto sarà il Consiglio regionale a decidere, è incerto anche perché bisognerà vedere quanto, nella consultazione, varranno le indicazioni politiche, quale parte avranno le astensioni e quale peso avranno negli elettori le argomentazioni dei protagonisti della vicenda che coinvolge interessi di varia natura. Marotta è infatti un paese di oltre 8 mila abitanti estesosi a macchia d'olio sul litorale tra Senigallia e Fano. All'origine era un piccolo borgo di pescatori, raccolto attorno alla stazione ferroviaria di Mondolfo, da secoli sede comunale, a pochi chilometri sulla collina. Ma, con l'incremento abitativo, il turismo balneare, la crescita alberghiera, la frazioncina lievitò talmente nel dopoguerra da dilagare sul territorio del vicino comune di Fano e in minima parte anche in quello di San Costanzo. Cominciarono cosi i primi aneliti per Marotta unita, la quale, con tre Comuni, tre sindaci, due vescovi, tre cimiteri, due sistemi elettorali, due strumenti urbanistici, due acquedotti, due uffici di polizia urbana, e cosi vìa, cominciò a rivendicare l'autonomia. Ma se il tempo — correvano gli Anni Sessanta — era dalla parte di Marotta ormai maggiorenne, non lo era la generale tendenza dello Stato a creare nuovi Comuni. Con la nascita delle Regioni, poi, le quali puntavano ai comprensori e alle associazioni municipali, Marotta vedeva frustrate le sue aspirazioni unitarie, dalle quali, tra l'altro, si disimpegnavano i pochi marottesi di San Costanzo. Rimanevano in campo quelli sotto Mondolfo e quelli sotto Fano, che non mancavano di far rilevare l'assurdo confine che tagliava in due il paese e aveva sul lungomare le caratteristiche di una vera e propria linea di demarcazione: alberelli potati da un lato e non potati dall'altro, pali dell'illuminazione con luci in parte a destra e in parte a si- nistra, posta distribuita in diverse ore della giornata, riscaldamento acceso in inverno in periodi diversi e persino una casa, costruita al confine, con la scala polemicamente priva dell'ultimo gradino. Le anomalie di Marotta sono finite un po' su tutti i giornali a sostegno della petizione popolare dello scorso anno con cui gli abitanti del paese hanno chiesto dì andare tutti sotto Mondolfo. Ma su questa proposta si sono accese le polveri della polemica. Fano, che verrebbe ad essere privato di un'appendice del suo territorio balneare, nonché di 2470 abitanti, ha risposto che il problema non era da porre in termini cosi semplicistici. Mondolfo. con un suo comitato cittadino, ha espresso riserve per il balzo demografico, gli squilibri economici e i problemi di natura amministrativa che verrebbero a presentarsi tra un paese collinare di 3 mila abitanti e una grossa frazione sulla costa, di oltre 8 mila. E cosi, alla soglia del referendum consultivo che chiama tutti gli abitanti dei due Comuni alle urne, i marottesi del movimento unitario vengono a trovarsi in palese minoranza. La loro campagna referendaria per il «si», infatti, si rivolge in questi giorni a località decentrate del territorio fanese, perché è proprio Fano, con i suoi 42 mila elettori, la loro più minacciosa incognita. Per il «no» si sono frattanto schiarati tutti i partiti, eccetto i repubblicani, pronunciatisi nettamente per il «si». Pur consapevole che il «caso Marotta» esiste, lo schieramento politico ha manifestato riserve sulla proposta di referendum. L'area coinvolta sarebbe esorbitante e inoltre — dicono de, pei, psi, psdi, pdup — i problemi del territorio vanno risolti con un'azione coordinata dei Comuni del comprensorio e con una più precisa attenzione verso i problemi della zona, il che può essere facilitato da iniziative dell'Associazione dei Comuni. .Promesse — ribatte il Comitato "Per Marotta unita" — che non avremmo avuto se non ci fosse stato il referendum». Ermete Grifoni

Persone citate: Marotta