Il pm chiede la libertà per cinque gregari di PI di Claudio Giacchino

Il pm chiede la libertà per cinque gregari di PI Il pm chiede la libertà per cinque gregari di PI «Si erano già allontanati dal terrorismo quando furono catturati» - «Infliggete il minimo della pena, poi la condizionale» TORINO — A cinque imputati nel processo delle Vallette contro Prima lìnea la requisitoria del pubblico ministero Alberto Bernardi regala una piacevole sorpresa: la richiesta della libertà subito dopo che la Corte d'Assise avrà pronunciato la sentenza. La buona notizia riguarda Giuseppe Attadio, Silvio Gallo, Roberto Mazzuccato, Gianni Palazzi e Luigi Petronella. -Cinque gregari dell'eversione — spiega il pm — macchiatisi di piccoli reati, per giunta lontani nel tempo. Inoltre, questi "manovali" sierano già allontanati dal terrorismo quando furono catturati, la loro dissociazione dalla pratica della violenza sembra completa e sincera. Devono lo stesso essere puniti ma, signori giudici, infliggetegli il minimo della pena. Non meritano però di restare ancora in carcere, invoco la sospensione condizionale della pana-. Cattive notizie invece per Marco Bertolotti e Paolo Barsi, imputati che hanno sempre respinto gli addebiti e di cui si è discusso a lungo in dibattimento. Alcuni dei grossi personaggi di altre istruttorie sull'eversione comparsi in aula come testi (Marco DonatCattin, Mario Daimaviva, Marco Scavino ad esempio) erano stati convocati appunto nella speranza di poter definire, attraverso le loro parole, la posizione di Bertolotti e Barsi. Per Bernardi non ci sono dubbi, entrambi gli accusati sono colpevoli. -Bertolotti si è difeso in maniera sciocca perché il circostanziato racconto di Sandalo non gli lasciava scampo: o confessare finalmente o trincerarsi dietro l'ingenua frase: "Non conosco Sandalo, il pentito dice solo il falso". Bertolottinonmeritail minimo della pena». Suppergiù analogo discorso ed analoga richiesta di condanna per Barsi. -Il librario è stato, anche se per un periodo breve e molto distante nel tempo, un partecipe ad alto livello della banda armata. Il suo comportamento processuale, caratterizzato da un ostinato negare, vieta la clemenza». Per il pm comunque a Barsi non si deve nemmeno comminare una condanna troppo pesante. Il pubblico ministero analizza la posizione di altri dieci accusati, per alcuni (Maria Teresa Conti, Franco Albesano, Simonetta Greco, Gloria Pescarolo) la requisitoria è molto dura. Se la cava senza eccessivi danni Bruno Peiro- lo: .Ha confessato e poi ritrattato, non merita quindi l'articolo 4 del decreto Cossiga (riduzioni di anni di galera da scontare n.d.r.), bisogna in ogni caso tenere conto dell'iniziale collaborazione del giovane con la giustizia». Per la coppia Umberto Farioli-Michelina Dottore -la Corte derubrichi l'imputazione da organizzazione a semplice partecipazione a banda armata». ■ La requisitoria si occupa anche dei coniugi Loreno Moda e Claudia Zan. -Lui — osserva il pm — può usufruire dell'articolo 4 malgrado l'atteggiamento irriguardoso tenuto al processo. A lei sia inflitta una condanna esemplare, la Zan non merita alcuna attenuante». I destini di marito e moglie, al di là del verdetto dei giudi¬ ci, sono già da tempo divisi irrevocabilmente. Claudia Zan si è schierata con i «duri», ha rifiutato qualsiasi rapporto con la Corte, ha ricusato l'avvocato. Loreno Moda, al contrario, sempre in bilico tra il desiderio di voler apparire un duro e l'incapacità di esserlo, si è comportato in modo contraddittorio. Dopo l'arresto accettò di rispondere alle domande, in un precedente processo per detenzione di armi ottenne, per la sua collaborazione col tribunale, una pena mite Alle Vallette, invece, ha insultato la giuria e rifiutato di difendesri. Ma, dopo l'udienza inaugurale non è mai più venuto in aula. Pare che i «duri» e la moglie non gli abbiano perdonato la sua iniziale debolezza. Claudio Giacchino

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