Casardi (Sid) conferma: su P2 e petrolio informai Lattanzio, Andreotti e Forlani di Sandra Bonsanti

Casardi (Sid) conferma: su P2 e petrolio informai Lattanzio, Andreotti e ForlaniLa scomparsa del dossier che sarebbe costata la vita a Mino Pecorelli Casardi (Sid) conferma: su P2 e petrolio informai Lattanzio, Andreotti e Forlani I servizi segreti scoprirono che molti militari si iscrivevano alla loggia di Gelli - Il generale Giudice, ex comandante della Guardia di Finanza, «era in contatto con i libici per conto suo e la moglie portava i soldi in Svizzera» - Accuse a Maletti per una registrazione che riguardava il generale Mino, morto in un incidente ROMA — «£' vero: quattro anni fa e cioè nel '77, in un rapporto compilato su richiesta del ministro della Difesa, l'ufficio D del Sid specificava che alla loggia di Lido Celli, la famosa P2, erano iscritti diversi ufficiali: ma non tanti quanto riferivano notizie di stampa. Era stato detto che fossero 400. Arrivammo alla conclusione che quella cifra era assolutamente eccessiva. Incaricai delle ricerche sui militari e la P2 il colonnello Romeo, che al Sid aveva sostituito il generale Maletti. Romeo passò la richiesta ai vari centri in tutta Italia e alla fine la risposta fu elaborata in una lettera che inviai al ministro della Difesa. Devo aggiungere però che niente era emerso sul carattere di segretezza della loggia, la quale ci risultava essere una normale loggia massonica*. L'ammiraglio Mario Casardi. ex capo del Sid, messosi alle spalle anche l'ultimo interrogatorio del giudice Sica sulla fuga di documenti dai Servizi segreti, ha tirato un sospiro di sollievo e vuole precisare una serie di inesattezze che sono state dette e scritte, in questi ultimi tempi, sull'attività dei Sid, sulla P2 e soprattutto su Mino Pecorelli. Il suo racconto comincia, appunto, da quell'inchiesta sulla loggia di Gelli e sul suo capo che non approdò a nulla. L'ex ministro della Difesa Lattanzio, proprio ieri, ha addirittura smentito di aver mai ricevuto «una relazione sulla loggia P2 nel periodo in cui ebbi la responsabilità del ministero della Difesa*. Ma Casardi conferma tutto entrando anche nei particolari. «Di Gelli non si sapeva molto, in quel periodo: era discusso per il suo ruolo durante la seconda guerra mondiale; si sapeva che era stato collaborazionista, che aveva fatto il doppio gioco. Inoltre si diceva che era uno che si agitava molto...*. L'indagine del Sid fu fatta nel '77. Lattanzio nel settembre di quell'anno fu sostituito da Ruffini, in seguito allo spiacevole «incidente» della fuga di Kappler dal Celio. Può darsi che Casardi confonda ministri della Difesa? L'ammiraglio, nell'interrogatorio con Sica, è stato molto esplicito: si trattava di Lattanzio, ha ripetuto più volte. Certo è che Lattanzio o Ruffini, i quali seppero di questa strana «tendenza» degli alti gradi militari ad arruolarsi nella loggia di Gelli, si ritennero soddisfatti e non tentarono di approfondire l'argomento. Ma le accuse di Casardi ai politici non si fermano qui: c'è un altro episodio nel quale il Sid indagò, scoprendo illeciti non tanto sul piano penale, quanto su quello amministrativo: ma chi doveva denunciarli preferì il silenzio. 'Quando, con le registrazioni dei telefoni di Mario Foligni, scoprimmo che la moglie del generale Giudice, comandante generale della Guardia della Finanza, esportava milioni in Svizzera, informai l'allora ministro della Difesa, Arnaldo Forlani. Non successe nulla. Noi non avevamo l'obbligo di denunciarla, ma altri si*. Spieghiamo allora sin dall'inizio anche la stona di quell'indagine raccolta nel famoso incartamento «M. Fo. Biali. che scomparve dal Sid e saltò fuori invece tra le carte di Mino Pecorelli. Dice Casardi: 'E' una questione, questa,' che potrebbe portarci vicino alla morte del giornalista, e di questo avviso mi sembrano gli inquirenti. Di quel dossier si sanno, con certezza, due cose: che lo aveva, come depositario, il generale Maletti nella sua cassaforte; e che quando arrivò il colonnello Romeo in quella cassaforte non c'era più. In che modo chi ha dato quel fascicolo a Pecorelli può aver avuto a che fare con la sua morte? Non so... devo però dire che non c'era niente che facesse prevedere il futuro scandalo dei petroli. Di petrolio si parlava, ma erano gocce, gocce soltanto*. In che senso, ammiraglio? 'Vede, il ministro Andreotti aveva chiesto notizie su quel certo Foligni, che stava organizzando un partito. Eravamo nel '74 e io ero appena arrivato al Sid. La prima parte dell'indagine fu rapida: ci rendemmo conto subito che quel Foligni non rappresentava una minaccia per nessuno, anzi era un po' ciarlatano. Però inciampammo in Miceli e nel generale Giudice Cioè? -Be', scoprimmo che Giudice era in contatto coi libici per conto suo, stava in mezzo. Ci chiedemmo come mai lo facesse e perché non usasse i canali ufficiali: il ministero degli Esteri e noi del Sid. Cercammo di controllare ancora, ma non risultò nulla e quando Maletti se ne andò le indagini furono interrotte*. E i soldi in Svizzera? 'Ecco: la signora Giudice portava i milioni fuori d'Italia. Ma erano roba sua o del marito? E che provenienza aveva quel danaro? Certo c'erano dei dubbi, per questo informai ilministro Forlani*. Ammiraglio, cerchiamo di essere precisi; quali politici seppero delle irregolarità commesse in casa Giudice? 'Prima fu informato Andreotti, poi quando venne fuori la questione dei capitali, Forlani, che gli era succeduto*. Quel dossier «M. Fo. Biali» è diventato per Casardi una specie di incubo: non solo perché non ha ancora capito chi lo trafugò dal Sid, ma anche perché c'è chi insiste a dire che in quelle registrazioni, se uno le avesse ascoltate con attenzione, c'era da prevedere e prevenire molti dei misfatti compiuti negli anni successivi dai «fratelli» eccellenti di Gelli. Casardi questo lo nega. Dice che non fu nemmeno informato che in una di quelle registrazioni si poteva sentire Gelli e il colonnello Trisolini discutere della successione al generale Mino: «Se avessi saputo una cosa del genere, tut¬ ta la vicenda avrebbe cambiato aspetto*. Perché non ne fu informato? « Vede, io non leggevo la trascrizione integrale delle registrazioni. Me le rac-1 contava il generale Maletti: può darsi che si sia scordato di riferirmi qualcosa Sandra Bonsanti

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