Accusato dell'omicidio della moglie assolto (col dubbio) anche in appello

Accusato dell'omicidio della moglie assolto (col dubbio) anche in appello Il corpo della donna fu ripescato dal Po a Moncalieri, quattro anni fa Accusato dell'omicidio della moglie assolto (col dubbio) anche in appello Giorgio Lombardi sostiene di essere arrivato in ritardo, quel pomeriggio, all'appuntamento con Giuseppina Santoro che si avviò a piedi verso il fiume - Mistero irrisolto Giorgio Lombardi, 38 anni Giudizio d'appello per Giorgio Lombardi, 38 anni, l'uomo che un anno fa la Corte d'assise ha assolto per insufficienza di prove dall'accusa di aver assassinato la moglie. Giuseppina Santoro, il cui cadavere fu ripescato dalle acque del Po. in località Bocciadoro, a Moncalieri, il 21 marzo del '77. Dopo una breve camera di consiglio anche i giudici della Corte d'assise d'appello hanno assolto Lombardi, con la stessa formula. Difensori dell'imputato, gli avvocati Longhetto e Volante, parte civile per i genitori di Giuseppina Santoro, gli avvocati Ennio e Andrea Galasso. Giorgio Lombardi ha appuntamento con la moglie, il pomeriggio del 12 marzo del 77. epoca intorno alla quale i periti stabiliranno poi il decesso della vittima. Giunge tardi all'albergo «Rebecchino», dove la moglie ha preso alloggio arrivando dalla Svizzera l'8 marzo precedente. Hanno deciso di rivedersi un'ultima volta, mentre l'avvocato sta preparando le carte per la separazione. L'unione tra i due è fallita da tempo. Sono arrivati a Torino nel '70. dopo un matrimonio celebrato a Vieste sotto la pressione dei genitori, ma non vanno d'accordo. La donna vuole un figlio che forse lui non può darle. Giuseppina Lombardi abbandona il marito, se ne va in Svizzera, dove si lega ad un cameriere italiano. Enrico Ricci e con lui riesce ad avere una bambina. Ma nemmeno questa unione è destinata.a durare. Enrico Ricci si tiene la bambina. Giuseppina Santoro dovrebbe tornarsene dai genitori, a Vieste, sul Gargano, ma forse vuole rivedere il marito, cercare di capire se il precedente matrimonio non ha più alcun futuro. Come hanno ricordato ai giudici d'appello i due difensóri, avvocati Longhetto e Volante, .la salute di Giuseppina Santoro è già compromessa. In Svizzera è stata ricoverata un paio di volte in un ospedale psichiatrico. Quando arriva a Torino, l'8 marzo per un ultimo tentativo di riconciliazione con il marito, è una donna al bivio della sua vita. Non sa più nemmeno lei che cosa vuole. Si vedono tutti i giorni all'albergo "Rebecchino", vanno a cena insieme ma Giuseppina Santoro capisce che quell'unione è finita. Dal Ricci non può più tornare e a Vieste, dai genitori, nemmeno.. •E' una donna sola — sostiene l'avvocato Longhetto —. Quel pomeriggio Giorgio Lombardi arriva tardi all'appuntamento e probabilmente è l'ultima goccia che fa traboccare il vaso. Giuseppina Santoro esce dall'albergo e si incammina lungo il Po per una passeggiata senza ritorno.. Non esistono prove ma soltanto indizi contro il Lombardi, colpevole soprattutto per la sua abulia, per il suo silenzio, per non aver immediatamente denunciato la scomparsa della moglie che sapeva essere ancora in città, per aver taciuto della sua nuova relazione con un'altra donna. L'indizio più serio a carico dell'imputato, al processo di primo grado, lo avevano portato i periti, trovando nell'auto dell'uomo terriccio e fogliame dello stesso tipo di quelli rilevati in riva al Po dove è stato ripescato il cadavere. Ma Giorgio Lombardi ha spiegato che una volta aveva aiutato un amico a lavare l'auto vicino al Po. proprio in quella zona. Il processo di se- gapbculrslcondo grado si è concluso con llllllllllimimil Hllllillli IIIIIIIIIIII gli stessi dubbi su che cosa sia avvenuto esattamente quel pomeriggio del 12 marzo '77. * Una «gazzella» dei carabinieri è finita ieri all'alba contro un albero, nel corso di un inseguimento, uno dei militari è ricoverato all'Astanteria Martini con prognosi riservata. Nei pressi di Settimo la pattuglia aveva intercetta¬ to una Porsche rubata e si era posta al suo inseguimento ma. per l'alta velocità e il fondo sdrucciolevole, l'autista ha perso il controllo del mezzo che è finito contro un platano. Il carabiniere Salvatore Amoddio, 29 anni, in forza presso la compagnia di Chivasso è parso subito in condizione serie.