Quanto incide sugli uomini una scoperta scientifica?

Quanto incide sugli uomini una scoperta scientifica? La storia dell'immunologia in un convegno a Venezia Quanto incide sugli uomini una scoperta scientifica? VENEZIA — Quanto e come incide, su ciascuno di noi. il valore universale di una scoperta scientifica o di una fondamentale realizzazione farmacologica? Quale influenza sullo scienziato ha quell'impalpabile ma concreto interlocutore e suggeritore che è la società? Con l'attenzione puntualmente rivolta ai problemi delle interreazioni tra «progresso della scienza e dinamica della società», le «Letture Schiapparelli» — grandi portavoci di problemi culturali di avanguardia — hanno quest'anno affidato al loro comitato di esperti (F. Benvenuti. C. Chagas. M. Golinelli. U. Colombo. E. Gori. R. Prodi. G. Puppo. E. Zacchiroli) il tema «Impact of science on society». Dall'anno scorso — quasi a verifica del significato applicativo della scienza — le Letture Schiapparelli hanno cominciato a far la «chiamata», a Venezia, dei premi Nobel che abbiano realizzato un progresso con larghi riflessi sulla società. In previsione dell' «incontro» del giugno '82 con Baruy Benacerraf — l'immunologo premio Nobel '80 per la Medicina e Filosofia — il prof. Chagas. dell'Istituto di Biofisica di Rio de Janeiro, ha illustrato la storia e l'evoluzione dei concetti della immunologia dal periodo — romantico ma già altamente redditizio per la società — di Jenner (vaccinazione antivaiolosa), Pasteur (vaccino contro il carbonchio). Metchnikoff (immunità cellulare). Landsteiner (gruppi sanguigni) e Bordat (reazione antigena e anticorpo) sino a quello odierno e straordinariamente promettente della «immunogenetica» (con Benacerraf e altri in funzione di decifratori delle interrelazioni «cellula-cellula» all'interno del sistema immunitario). Da concetti di base come questi — ha detto Chagas (giusto a 100 anni da quando suo padre, Carlo Chagas. scopriva la «tripanosomiasi americana») — derivano spinte eccezionalmente positive e sempre più accelerate verso la soluzione di tanti problemi di «convivenza» della società con i microbi, i virus, il cancro, malattie^u base genetica o ereditaria, spinta demografica, fame, parassiti, inquinamento. -La ricerca scientifica — ha detto alle Letture Schiappa¬ relli dell'anno scorso Max Peruyz. Nobel '62 per la Chimica e risolutore, nel '73, del problema della struttura dell'emoglobina — è fonte continua di benefiche scoperte o è scopa della strega, con relativa minaccia di distruzione?». Sono tante ancora le sfide che restano aperte: ma anche la memoria è corta, o solo pigra, nel mettere a fuoco gli infiniti obiettivi già raggiunti o inquadrati. L'uomo attraverso i passi solidi della Cultura e della Scienza si è venuto sempre più affrancando dall'ignoranza, dalla schiavitù e fame senza alternative e dalle malattie. Imparando sempre più a leggere a fondo nelle regole del mondo molecolare — dentro e fuori di noi — c'è una apertura, soprauuuo «biotecnologica», alla soluzione degli ancor pesanti problemi della salute, dei farmaci quasi frustati a sangue dai tempi che corrono, della ricerca di «energie», dei problemi dell'alimentazione, dell'agricoltura e dell'ambiente. Dalle acquisizioni della moderna immunogenetica — oltre che una mentalità diversa nelle promesse e nelle aspettative — siamo già ben oltre l'anno zero dei microbi che fabbricano, a comando, insulina, albumine, ormoni e interferone, di farmaci sempre più capaci di contrapporre le proprie formule strategiche ai tanti effetti abnormi a livello di cellule, molecole e recettori. EzioMinetto

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