Parigi della Bastiglia e della Comune è aggi un'isola della destra francese di Paolo Patruno
Parigi della Bastiglia e della Comune è aggi un'isola della destra francese La marea socialista non raggiunge la città diventata più borghese Parigi della Bastiglia e della Comune è aggi un'isola della destra francese DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — In una Francia che l'odierno ballottaggio delle «legislative» confermerà stasera nella nuova, accesa colorazione socialista. Parigi è destinata a rimanere uno dei pochissimi feudi conservati dallo schieramento moderato. Certo, anche nella capitale è montata la marea socialista, il partito di Mitterrand conquisterà anche qui numerosi seggi incrinando la supremazia della destra. Ma alla fine Chirac. il sindaco neo-gollista di Parigi che dopo la scomparsa di Giscard d'Estaing è il capofila della nuova opposizione, riuscirà a salvare il suo bastione. E' un fenomeno nuovo nella storia politica francese. Parigi, che ha sempre determinato il cambiamento, questa volta lo deve subire e va controcorrente. Sono certo superati i tempi della Bastiglia o della Comune; lo slancio giacobino e rivoluzionario è stato annacquato dai mutamenti dei tempi, dalle profonde trasformazioni che hanno inciso sulla struttura demografica e sociologica della capitale. Ma appare lontano anche il passato prossimo, sembra remota la febbre libertaria del • Maggio '68-. La realtà è che Parigi si è imborghesita. Divenuta capitale mercantile e ministeriale, megalopoli di servizi, -vetrina- del turismo internazionale, la città ha gradualmente respinto ai margini, fuori del confine urbano, le attività produttive con il loro tessuto sociale. Respinti da una capitale sempre più cara e meno vivibile i *prolos., cioè i proletari della classe lavoratrice, sono emigrati nei comuni della « banlieu-, sono affluiti nelle città dormitorio. E a Parigi sono rimasti solo i più ricchi, dirigenti e «ca- dres» superiori, commercianti che non votano certo a sinistra. Nei quartieri più vecchi del centro non ancora preda delle •ristrutturazioni- edilizie o nei quartieri periferici si trovano certo ancora tanti proletari. Ma quasi tutti sono immigrati e non hanno diritto al voto. Davanti all'assalto esterno, a una Vandea che è diventata socialista, Parigi ha vacillato, ma rimane una rocca moderata dalla quale sono stati addirittura cancellati i deputati comunisti. Sceso domenica scorsa a meno del dieci per cento dei voti, il pcf ha già perso infatti nella capitale tutte le possibilità di avere una rappresentanza parlamentare. Sono stati loro, i comunisti, a subire la maggior emorragia di voti confluiti sui candidati socialisti che hanno conquistato il settore orientale della capitale gettando nella battaglia elettorale membri del governo, dirigenti del partito e amici del nuovo presidente. La verità è che, avvalendosi della mutata struttura della popolazione della capitale, la destra ha conservato i suoi feudi tradizionali non solo nei quartieri chic e borghesi ma anche nelle zone commerciali. Il merito è pure di Chirac. che eletto sindaco nel '77 contro il candidato giscardiano, in questi quattro anni ha svolto un buon lavoro dal rinascimentale Hotel de Ville. Ma Parigi resta un'-isola» quasi unica per l'ex maggioranza di destra. A parte la rielezione al primo turno in un •collegio- di Lione dell'ex premier Barre e di Chirac nella sua circoscrizione, moltissimi protagonisti del settennio giscardiano rischiano stasera di non entrare in Parlamento. E' il caso dell'ex premier Debré. degli ex ministri Deniau. Lecat e Peyrefitte. Quest'ultimo, ex guardasigilli, ha impedito, con l'aiuto di qualche centinaio di sostenitori, un comizio del primo ministro Mauroy a Provins. E" stato l'unico -incidente- di tutta la campagna elettorale. Paolo Patruno
Persone citate: Barre, Chirac, Giscard D'estaing, Lecat, Mauroy, Mitterrand, Peyrefitte
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