In Sicilia i socialisti chiedono «un segnale di incoraggiamento»

In Sicilia i socialisti chiedono «un segnale di incoraggiamento» In Sicilia i socialisti chiedono «un segnale di incoraggiamento» Craxi: occorre chiarezza tra psi e pei prima di parlare di alternanza -1 sospetti creati dalla P2 - Gunnella (pri) non prevede grandi spostamenti di voti - Il problema delle alleanze DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE PALERMO — La battaglia di Sicilia si fa rovente. Lo vicenda della P2 travolge il questore di Palermo. Il pei ne chiede l'allontanamento per gli «omissis» su Sindona e la città, ancora una volta, piomba nella sfiducia. «Le collusioni — ripetono — tra vertici della questura e pdiusti ci lasciano nello sgomento-. I partiti laici minori temono di restare schiacciati dal peso democristiano e comunista mentre ogni incognita resta sul partito di Craxi. Nella hall del Jolly Hotel di Palermo, il leader socialista che ha percorso la Sicilia sin nelle province più lontane, risponde al fuoco di fila delle televisioni private. Le domande sono a volte contenute, ma a tratti insultanti. Ma Craxi non mostra indignazione. Scandisce: «/o sono energico e difendo energicamente le mie posizioni che sono posizioni democratiche». lettorato venga «un segnale'. «Noi socialisti — conclude — non crediamo nei miracoli ma vogliamo un segnale di incoraggiamento'. Mentre Craxi parlava nell'albergo, che è al limite dell'antico quartiere della Kalza. i galoppini dei partiti battevano le borgate di Palermo in direzione di Punta Raisi. Sono quartieri enormi, nati all'insegna dell'abusivismo. Veri ghetti senza strade, senza servizi essenziali, immersi nella sporcìzia. Ma danno molti voti ed è in queste sacche d'arretratezza che più conta l'aggregazione attorno ad una lista. In attesa degli eventi elettorali i signori dei voti continuano la loro «latitanza bianca». Non si fanno trovare, continuano nei loro viaggi senza indirizzo. Scompaiono i grandi elettori, mentre la lupara bianca continua a mietere vittime: venti persone finite chi sa dove, con una Questura sconvolta, frastornata dalla presenza nella P 2 del questore e del capo della squadra mobile. «Non sappiamo più che cosa fare» — dice un anziano sottufficiale che era molto legato al capo della mobile Boris Giuliano, ucciso quando era sulle tracce del contatto mafia - Sindona - eroina. »Vivo nel sospetto — dice con le lacrime agli occhi — guardo in faccia i miei colleghi e i miei superiori e non so più chi veramente amasse Boris come io lohoamatO'. Se i comunisti e i socialisti sperano nell'effetto «M», come Mitterrand, i repubblicani puntano sull'effetto «S» come Spadolini. C'è però in questo effetto un'incognita. Aristide Gunnella. sottosegretario agli Esteri, padrone indiscusso del partito republicano nell'isola, consiglia: «Più importante è osservare l'effetto "P2": è su questo scandalo nazionale che si può capire, dopo il responso delle urne in Sicilia, quale sarà il futuro dell'intero Paese'. Gunnella non prevede grandi spostamenti di voti. «Le piccole oscillazioni — afferma — vanno osservate. Sono questi i segnali importanti. Poi, ad urne aperte, molto influirà il gioco delle alleanze all'interno dei partiti e questa sarà la chiave di volta per comprendere il corso della politica nazionale dei prossimi mesi'. Rosario Nicoletti, democristiano, dalla sua poltrona di segretario regionale si prepara a bilanciare dopo il voto le influenze dei potenti della Sicilia. Mediatore di grandi equilibri, incarna oggi la politica di Piersanti Mattarella, il presidente ucciso. Altri, all'interno della de, vogliono sottrargli questo ruolo delicatissimo. L'andreottiano D'Acquisto, presidente della Regione, la settimana passata ha tentato di riprendere il discorso sulla politica di Mattarella. Subito i comunisti lo hanno azzittito. E' stato lo stesso Berlinguer dal palco palermitano a togliergli ogni speranza. C'è chi vorrebbe Rosario Nicoletti presidente del governo regionale. Lui si schernisce. 'C'è Mario D'Acuisto — dice — che è il primo in lista e, come presidente uscente, ha diritto a riprendere il suo posto». Ma in Sicilia dove i più credono di «essere il sale della terra», e vedono nelle parole il contrario di tutto, dichiarano: «Se non ci saranno sorprese, D'Acquisto farà il presidente, ma in autunno si vedrà: è imminente un rovesciamento delle allenaze». Tutto dipende dal voto, «dai segnali» che Craxi si aspetta dai quattro milioni di elettori siciliani «dalle oscillazioni di tendenza» che Aristide Gunnella invita a ossevare «con grande attenzione». Francesco Santini Gli siede accanto Lauricella. Ha lasciato il seggio di Montecitorio per impegnarsi nell'isola. «Do Palermo si può fare — afferma — una politica nazionale reale, di raccordo con l'Europa e il Mediterraneo. Noi puntiamo al sorpasso dei comunisti-. Craxi. su questo punto, appare cauto: 'Non saprei dire se arriveremo al sorpasso a Palazzo dei Normanni: esiste però un problema reale di riequilibrio all'interno della sinistra. Noi socialisti oggi ci sentiamo sottodimensionatu. E' possibile l'alternativa in Sicilia? Il segretario socialista sembra escludere ogni possibilità: »Par l'alternativa — sottolinea — occorre per prima cosa una maggioranza. Poi la chiarezza nei rapporti tra partito comunista e partito socialista: e questo è un dato non ancora acquisito'. Craxi sa di non poter rompere in Sicilia le vecchie incrostazioni di potere ma spera che dall'e-