Genova: il porto ha prezzi alti ma il vero problema è lo spazio di Clemente Granata

Genova: il porto ha prezzi alti ma il vero problema è lo spazio Genova: il porto ha prezzi alti ma il vero problema è lo spazio DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE GENOVA — Nel dibattito per le elezioni amministrative la questione del porto (sua espansione, suo declino) assume un'importanza centrale. «E' più che logico — dice il professor Giuseppe Dagnino. socialista, presidente del Consorzio autonomo portuale —; il porto è Genova, è ciò che configura l'originalità di questo centro rispetto alle altre grandi città del Paese. Il porto di Genova è il primo d'Italia per i traffici specializzati, la presema di armamenti, agenzie marittime, case di spedizione, il primo del Mediterraneo*. «C'è di più — aggiunge Dagnino —: ti porto è anche sede di promozione di politica estera di ampie dimensioni. Lo dimostrano in modo efficace le ini stative per il comitato di coordinamento tra i porti del Mediterraneo nord-occidentale, che hanno contribuito a porre o definire la stessa "questione" del Mediterraneo: ruolo, funzione, aperture verso il Nord Africa, l'area di Suez e la zona del petrolio». Senonclié i temi di grande respiro, enunciati da Dagnino, le proiezioni internazionali della città, la sua vocazione commerciale, che dovrebbe trovare nel porto un mezzo di realizzazione e di esaltazione, un sicuro punto di riferimento, paiono urtare contro la dura realtà dei fatti, almeno sulla base dell'immagine, che di essa forniscono i critici. •Il porto sta molto male', essi dicono. Vero? Falso? Le riserve sulla gestione dell'ente sono molte e sì può dire che non ci sia aspetto dell'attività portuale esente da accuse, le quali poi crescono d'intensità quando si arriva al confronto con gli altri porti italiani ed esteri, tanto da indurre ad affermare, appunto, che il destino di Genova appare gravemente compromesso. Secondo Carlo Belilo, direttore dell'« Osservatore marittimo» (e parecchi condividono la sua analisi) i punti dolenti sono soprattutto tre: 1) assenza di spazio; 2) costi troppo alti; 3) manodopera sovrabbondante o mal utilizzata nel ciclo lavorativo. La conseguenza, si afferma, è una lenta, ma «Le merci arrivano quando gli altri scali sono esauriti», dice il presidente della Camera di commercio - Per scaricare un container 315 mila lire - Le merci da e per l'Italia preferiscono i porti del Nord Europa - Si attende il bacino di Voltri preoccupante diminuzione dei traffici. Vediamo l'argomento più controverso: costi e traffici. Una denuncia veramente è giunta, or non è molto, dal presidente della Camera di commercio, dottor Gian Vittorio Cauvin, il quale in un'intervista ha dichiarato:' -Il traffico teoricamente è cresciuto sino al 1979, ma dall'inizio dell'81 sta calando per i costi elevati. Le merci arrivano a Genova quando gli altri porti sono esauriti'. Tra gli esempi proposti per dimostrare che è poco conveniente utilizzare le attrezzature di Genova ci sono i costi di scarico dei «container» da 20': 315 mila lire a Genova contro le 204 mila di Livorno, le 139 mila di Venezia, le 210 mila di Napoli, le 156 mila di Marina di Carrara, le 99 mila lire di Palermo. E' un discorso che regge? Alcuni lo escludono sostenendo che bisogna esaminare tutto il complesso delle attività portuali e non una singola operazione. Sotto questo profilo la questione dei costi, si dice, appare meno rilevante perché si registra una tendenza generale al riequilibrio. «In ogni caso — sostiene Dagnino — è necessario tener presente che l'eventuale maggior costo può essere compensato (o giustificato) da un miglior servizio. New York insegna». Per quanto riguarda l'andamento dei traffici non si CENTO ANNI FA GAZZETTA PIEMONTESE (Lunedì 20 giugno 1881) Disordini NAPOLI — Ieri si ripeterono sopra più vasta scala i disordini alla fabbrica dei tabacchi. Le donne lavoratrici, nel numero di circa duemila, recatesi al laboratorio dei Ss. Apostoli, trovarono un ordine con cui si inibiva loro l'entrata in fabbrica, se prima dall'inchiesta non fosse risultato chi erano i colpevoli dei disordini del mercoledì e chi le colpevoli. trovano dati aggiornati, che permettano un confronto con gli altri porti. AU'Ilres, l'Istituto ligure per le ricerche economiche e sociali, forniscono un quadro che interessa l'intero sistema portuale italiano. Dice per esempio un esperto dell'istituto, il dottor Giancarlo Ferrerò: «Ci sono tre milioni di tonnellate annue di merci importate ed esportate dall'Italia, che passano attraverso i porti del Nord Europa, anziché attraverso quelli italiani. E' una cifra che corrisponde al 10 per cento dei traffici italiani e al 40 per cento di quelli liguri'. E ancora: 'Posto che nell'Europa centrale, dalla Baviera alla Cecoslovacchia, esiste una corrente di traffici pari a 35 milioni di tonnellate annue, soltanto una porzione assai ridotta di essi (due milioni) toccai porti italiani'. Tutto ciò testimonierebbe la crisi complessiva del sistema portuale italiano più di quello genovese in particolare. O almeno, si afferma, mancano elementi che permettano di stabilire che Genova è penalizzata in modo particolare dal calo dei traffici. Certe carenze, • comprese quelle che riguardano il capitolo del personale derivano — si precisa — dalla mancanza di una politica organica nel settore, senza contare, afferma per esempio Belliò con ironia, che il Ministero della Marina mercantile «é sempre staio di serie C». Ma per quanto riguarda i traffici Dagnino vuol stemperare i drammi, infondere, pur con cautela, un po' di ottimismo. « Teniamo — dice —, anche se con maggiori difficoltà di quanto non fosse in mesi non lontani. Il problema comunque è un altro: la mancanza di spazio. Ogni giorno ci troviamo sulla soglia dell'inquietante interrogativo se possiamo rispondere sì alla domanda degli utenti'. Su questo punto, mancanza di spazio, difensori e critici dell'attuale gestione sono una volta tanto d'accordo: il problema è reale e, del resto, i containers accatastati su quattro o cinque file, spettacolo unica al mondo, lo dimostrano abbondantemente. Le polemiche, semmai, si riaccendono sul modo di risolvere il problema dello spazio, sui ritardi nella ultimazione del bacino di Voltri, che dovrebbe costituire una valvola di sfogo. L'on. Gambolato. comunista, annuncia che l'attuale amministrazione è riuscita a ottenere da Roma l'aumento dei contributi al porto (da 100 milioni a 8 miliardi) e lo stanziamento di 129 miliardi per Voltri: «Eventi storici», afferma. Ma dalla parte opposta, sindaco «ombra» Orsini in testa, si urla non sappiamo con quanto fondamento: 'Del porto non vi preoccupate, quello che v'interessa soltanto è il controllo "politico" dell'ente, non per esempio i costi crescenti, non l'elefantiasi burocratica che paralizza le attività'. Clemente Granata DOVE SI VOTERÀ' PER LE AMMINISTRATIVE PEL 21 e 22 GIUGNO

Persone citate: Carlo Belilo, Dagnino, Gian Vittorio Cauvin, Giancarlo Ferrerò, Giuseppe Dagnino, Orsini