Il pm: 27 anni al «re dei latitanti» accusato di 2 rapimenti in Toscana di Vincenzo Tessandori

Il pm: 27 anni al «re dei latitanti» accusato di 2 rapimenti in Toscana Al processo di Firenze contro la temibile gang dei sardi di Mario Sale Il pm: 27 anni al «re dei latitanti» accusato di 2 rapimenti in Toscana DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE FIRENZE — Afferma un vecchio detto sardo che «iZ latitante cade quando il paese vuole». Significa che un uomo non viene arrestato finché la sua gente lo protegge ma. se gli voltano le spalle, non ha scampo. Da quattro anni, dal 9 maggio 1977, data dell'evasione. Mario Sale è un latitante accusato di numerosi sequestri, condannato all'ergastolo per il rapimento e l'omicidio di Bartolomeo Neri, a 22 anni per il sequestro e l'assassinio di Alfonso De Sayons, sedicente barone argentino, il primo in Toscana ad essere rapito e il primo scomparso. Sale è inoltre sospettato del kiddnapping di tre ragazzi tedeschi, avvenuto l'estate scorsa. Ora davanti alla Corte d'Assise di Firenze, è accusato di aver rapito la piccola Ilaria divari e l'industriale Gaetano Manzoni. Per lui il pubblico ministero ha proposto una pena a 27 anni, lo ha definito -diabolico latitante». ha accennato alla rete di aiuti sulla quale può contare. Sono le 11.50 quando il dott. Francesco Pleury, che sostiene l'accusa, osserva: -Siamo giunti alla richiesta delle pene, l'argomento più pesante e più impegnativo e sono pene spaventose ma c'è una ragione perchè il legislatore le ha stabilite. Questo reato, il sequestro, provoca allarme sociale e ha un effetto destabilizzante». Nella gabbia c'è Francesco Sale, fratello del «capo» e unico imputato detenuto fra i dieci rinviati a giudizio; dall'altra parte dell'aula la figura massiccia e il volto impassibile Giovanni Antonio Mula. 66 anni, è attento. A Bolgheri è possidente e sull'origine della sua ricchezza i magistrati hanno svolto indagini. In fondo alla sala una donna vestita di neio che dimostra più anni di quanti forse ne ha. la moglie di Mula. Quando l'accusa chiede una pena a 14 anni esclama, il tono della voce disperato: -E' innocente, mio marito». Poi china il capo, si copre il volto e piange silenziosa. E' anche lei una vittima della tragedia dei sequestri. In silenzio Francesco Sale ascolta la proposta di pena: 21 anni. Sottolinea Fleury: -Possiamo dire che ad un certo punto egli si è dissociato. Ha mandato dal carcere un biglietto al fratello, latitante, per far liberare Manzoni malgrado non fosse stato pagato il riscatto e l'ostaggio è tornato: Ancora pene. Per Angela Flumini, moglie di Mario Sale, anch'essa latitante, dodici anni; per Giovanni Caddeo. 4 anni; per Giuseppe Carai. 3 anni: per Salvatore Carai, 4 mesi. Per Sebastiano Sale, altro fratello del «capo», assoluzione per insufficienza di prove; assoluzione con formula ampia anche per la sorella. Loretina. Si ha la consapevolezza che là giustizia è arrivata a colpire soltanto una frazione della banda Sale, che molti sono rimasti sconosciuti, attivi, che troppi misteri attendono ancora di essere chiariti: s'ignora chi sia la «mente» che idea e dirige i sequestri. Sale, aveva osservato un giorno il dott. Fleury. «è cer¬ tamente un capo, ma solo sul piano operativo». Non si sa che fine abbia fatto la maggior parte del denaro dei riscatti; non si conoscono le fosche storie che si trascinano dietro questi servi pastori venuti dalla Sardegna in cerca di «fortuna». Nel gennaio 1979, ha ricordato il dott. Fleury. fu ammazzato Efisio Lai. Un altro che contava, hanno detto, «un gran amico» ha scritto di lui Mario Sale. Lo assassinarono, gli taglia¬ rono di netto le mani con una roncola, gli straziarono gli occhi. Una vendetta, si disse, maturata nel mondo dei sardi ma s'ignora da chi e perchè fu compiuta. Forse non lo si saprà mai. Quando lo uccisero a Monsummano era stato appena sequestrato Silvio Lami, industriale calzaturiero di Pisa. L'ostaggio tornò libero ventiquattr'ore dopo quel delitto. Dopo l'assassinio di Lai ha parlato la sua convivente. Ro¬ sa Menchini. S'è cosi saputo che l'uomo e Mario Sale, con altri avevano sequestrato Ilaria Olivari. Il rapimento prevedeva la cattura del padre della bimba, ma l'uomo non era rincasato e cosi i banditi decisero di cambiare obiettivo. Ora Sale dalla latitanza cerca di calunniare la donna, scrìve che è una bugiarda. La sera del kiddnapping la moglie di Lai aveva visto l'uomo andarsene da casa con un passamontagna; quando il marito capi che aveva intuito qualcosa la minacciò e lei non avrebbe mai parlato, neppure dopo la sua uccisione, se non le avessero fatto vedere il corpo straziato e allora disse: -Quello che so sui rapimenti ve lo racconto». Non ci sono dubbi, ha concluso l'accusatore, -che i due sequestri siano legati da cento solidi indizi. Chi ha rapito Manzoni ha rapito anche la bimba». Vincenzo Tessandori

Luoghi citati: Firenze, Pisa, Sardegna, Toscana