Il bimbo fu spinto nel pozzo da un bruto? I genitori ascoltati due volte dal giudice di Liliana Madeo

Il bimbo fu spinto nel pozzo da un bruto? I genitori ascoltati due volte dal giudice Frascati: rimane ancora l'ombra del «giallo» attorno all'allucinante vicenda di Vernicino Il bimbo fu spinto nel pozzo da un bruto? I genitori ascoltati due volte dal giudice II proprietario del terreno sostiene: «Quella sera vidi che due tavole coprivano il cunicolo. Per maggiore sicurezza vi posai sopra una lastra di ferro e una pietra» - La madre del piccolo Alfredo colpita da incubi e angosce notturne DAL NOSTRO INVIATO SPECCALE ROMA — Quando ieri mattina la madre di Alfredo Rampi ha varcato il portone di Palazzo di Giustizia, sia all'ingresso sia all'uscita, ha messo quietamente il braccio sotto quello del marito: con quel gesto ha voluto sottolineare che valore hanno le voci di questi giorni sull'armonia dei loro rapporti e sulle colpe che il padre potrebbe avere nei confronti del figlio. Come sempre, è stata lei a tenere in pugno la situazione. Ila spiegato i motivi della loro presenza, ha replicato di nuovo alle insinuazioni di chi li vorrebbe dipingere come mostri, genitori senza cuore o addirittura i responsabili della morte di Alfredo. Francesca Rampi ha detto: Questo desiderio di farci del male mi lascia stupefatta. Non so come ci si difende, in casi del genere. Se sarà necessario, faremo delle denunce». Lei e il marito si sono costituiti parte civile nei confronti dei responsabili della morte del figlio. »Lo abbiamo fatto — ha aggiunto — per essere sempre a contatto con le persone che si stanno interessando a questa vicenda tragica e per conoscere i futuri sviluppi. Se ci sono responsabilità, noi vogliamo saperlo». Ha parlato con fermezza, con la lucidità che ha manifestato anche nei momenti più convulsi del dramma quando intorno a loro non poche altre persone perdevano la testa per l'emozione, la stanchezza, la tensione e l'impotenza. Ma non è sfuggita, a molti, l'ansia che le divora lo sguardo e — a tratti — un'inquietudine che le fa perdere il filo del discorso. Non è sfuggita, neanche, la presenza al suo fianco di un altro personaggio, che non la lascia mai. E' uno psicologo. Domenico Pilocamo. Sono stati i familiari a chiamarlo. I familiari ammettono che l'equilibrio psichico di Francesca Rampi è profondamente scosso, che la sera la donna è assalita da incubi e angosce terribili, che il suo sonno è breve e agitato: essi temono per lei, temono che possa far- si del male in un momento di abbattimento. Ci sono stati ì giorni in cui lei tenacemente si è aggrappata ai visionari, i veggenti, i mitomani che venivano a Vermicino per convincerla che Alfredo era vivo. Ci sono ora le sue crisi di disperazione, e le telefonate di insulti, di accuse che continuano a scandire le sue giornate. In serata Francesca e Nando Rampi sono tornati a Palazzo di Giustizia, convocati dai magistrati che conducono l'inchiesta. Da giorni i giudici interrogano sia le persone che hanno dirette responsabilità con lo scavo e la manutenzione del pozzo, sia gli abitanti di Vermicino e i vicini di casa di Alfredo. L'indagine ora si è spostata sulle modalità della caduta nel piccolo nel pozzo. Vengono messi a fuoco i tempi, l'ora in cui il bambino si è allontanato dal padre (le 19 circa, secondo la sua dichiarazione), quanto avrebbe dovuto impiegare per rientrare a casa, l'ora in cui è stato lanciato l'allarme, il momento in cui si è pensato al pozzo e si è fatto il primo controllo. Il prof. Pisegna, arrestato come comproprietario del terreno e committente dello scavo, avrebbe detto che due tavole coprivano i! pozzo. Lui se ne sarebbe accorto fra le 19 e le 20. mentre passava di 11 in compagnia di due persone. Allora avrebbe chiuso meglio la pericolosa apertura: con il fondo di un bidone sulle tavole e una pietra sopra il tutto. Dal fondo nessun lamento. La deposizione sarebbe in contrasto con quella del maresciallo di polizia, che per primo raggiunse il pozzo, lo apri e senti i lamenti di Alfredo: la copertura del pozzo cosi come lui l'avrebbe trovata sarebbe diversa da quella descritta dal Pisegna. «Ci sono circostanze poco chiare» ammettono a Palazzo di Giustizia. Le accuse della gente sono le più diverse e le più gravi. Il sospetto che alcuni avanzano è che un bruto, un maniaco, abbia fatto cadere Alfredo. Ma Alfredo non ha mai parlato di circostanze simili e al vigile del fuoco Nando ha detto soltanto: 'Sono scivolato'. La tesi colpevolista ha messo in moto la squadra omicidi. Ma a Palazzo di Giustizia si tenta anche di seguire un'altra pista. Dicono gli inquirenti: il bimbo può aver fatto un giro più largo prima di rientrare a casa, magari attratto proprio da quel pozzo di cui aveva sentito parlare: può essersi messo a giocare 11 vicino, forse insieme con qualche altro bambino della zona, in un'ora in cui in aperta campagna è ancora giorno pieno: insieme possono aver mosso le due tavole, e Alfredo può essere scivolato; terrorizzato, l'altro bambino può aver rimesso tutto a posto, scappando via. tacendo la cosa. Liliana Madeo Roma. Franca Bizzarri e Fernando Rampi, i genitori del piccolo Alfredo, fotografati mentre si recano in tribunale per costituirsi parte civile contro l'amministratore del fondo di Vermicino (Ansa)

Persone citate: Alfredo Rampi, Domenico Pilocamo, Fernando Rampi, Franca Bizzarri, Francesca Rampi, Nando Rampi

Luoghi citati: Frascati, Roma