Vita travagliata della Cooperativa 2001 Prima il rogo, adesso deve cambiar sede
Vita travagliata della Cooperativa 2001 Prima il rogo, adesso deve cambiar sede Il grande centro-vendita di Nichelino è nato sotto una cattiva stella Vita travagliata della Cooperativa 2001 Prima il rogo, adesso deve cambiar sede Si è scoperto che l'area su cui sorge è destinata ad un asilo nido - Ma i 12 mila soci non si perdono d'animo - Hanno ricostruito il magazzino distrutto, troveranno un altro terreno Non è proprio nata sotto una buona stella la «Cooperativa 2001» di Nichelino, un pxande centro di vendita di prodotti alimentari e carni. Non per cattiva volontà dei soci promotori o per la qualità e prezzi della merce. Anzi, i soci superano i diecimila, gran parte operai e casalinghe entrati nella cooperativa dietro il versamento di 5 mila lire nell'arco di un quinquennio. E i prezzi sono davvero convenienti perché non avendo il centro-vendita finalità di lucro (cosi prevede lo statuto). i rincari sugli acquisti sono contenutissimi. Ne sanno qualcosa gli acquirenti della zona che si sono moltiplicati subito dopo l'apertura del centro in via IV Novembre. Ma col successe sono cominciati ben presto anche i guai. E pesanti anche, visto che qualcuno ha pensato di dare fuoco al magazzino. Che si sia trattato di un incendio doloso pochi lo negano. La cooperativa cominciava a dare troppo fastidio, meglio mettere subito le mani avanti, lanciare un avverti¬ mento. Per un po' i soci della cooperativa hanno temuto di non poter riprendersi, di dover abbandonare visti gli ingenti danni materiali. Poi sono prevalsi l'ostinazione e la volontà di risorgere a dispetto di tanti commercianti, piccoli e grossi, che non s'erano messi certo a piangere sul rogo. I promotori hanno moltiplicato gli sforzi, soprattutto finanziari, e la cooperativa ha ripreso l'attività. Ma altre nubi s'addensano ora sull'orizzonte. Questioni burocratiche, licenze, permessi. In sintesi: la cooperativa è sorta su un'area destinata dal piano regolatore a servizi, in particolare ad un asilo nido. L'amministrazione comunale non poteva non far presente la questione ai promotori per non venir meno al suo compito istituzionale. D'altra parte lo stesso Comune non può che vedere favorevolmente il sorgere e lo svilupparsi di punti di vendita vantaggiosi per i consumatori. E allora? Anche se difficile, la soluzione del dilemma non sembra impossibile, visto che il Tribunale amministrativo regionale s'è già pronunciato sulla legittimità del comportamento del Comune. Contatti e trattative sono già in corso tra la Cooperativa 2001 e l'amministrazione comunale. La proposta che dovrebbe accontentare entrambe le parti consiste in questo: la cooperativa lascia libera l'area attualmente occupata e si sposta in un'altra contemplata dal pia.io regolatore appositamente per iniziative a carattere cooperativistico. «Sì, è vero — conferma Giuseppe Reano. uno dei promotori del punto di vendita —, ci muoviamo in questa direzione. Abbiamo presentato la domanda per entrare nell'area commerciale prevista dagli strumenti urbanistici. Per ora la sentenza del Tar non è definitiva perché abbiamo presentato ricorso al Consiglio di Stato. Attendiamo l'ultima decisione, poi vedremo*. In attesa, il centro di vendita continuerà la sua attività, anche se alcuni commercianti non fanno certo salti di gioia. s- j.p.
Persone citate: Giuseppe Reano
Luoghi citati: Nichelino
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