Aggredirono e violentarono giovane madre in un bosco: condannati a 3 anni e 8 mesi

Aggredirono e violentarono giovane madre in un bosco: condannati a 3 anni e 8 mesi In tribunale un episodio avvenuto nell'agosto 79 nei pressi di Rivoli Aggredirono e violentarono giovane madre in un bosco: condannati a 3 anni e 8 mesi Un terzo imputato assolto perché la donna, con lui, fu «consenziente» - Un altro giovane si uccise in cella poco dopo rarresto - Neppure il processo ha chiarito alcuni punti oscuri -Erano in tre. Li ho supplicati di lasciarmi andare. Uno con la maglietta gialla, un certo Francesco, mi ha costretta a seguirlo dietro i cespugli. "Vado io per primo, voi aspettate, venite dopo" ha detto agli altri. Poi a turno ho dovuto subire le loro violenze*. E' il drammatico racconto ripetuto più volte, ai carabinieri prima e ai giudici poi. da Maria P., 30 anni, separata dal marito, madre di una bimba di 4 anni. La storia risale al 2 agosto '79 e si svolge alla periferia di Rivoli in una zona chiamata «Pozzetto.. Una storia che si tinge di tragedia quando 20 giorni dopo Rinaldo Fanari, 30 anni, uno dei presunti violentatori, si impicca in una cella delle Nuove. E la vicenda si aggroviglia quando la stessa Maria P. viene accusata di atti osceni. Prima di essere aggredita aveva fatto l'amore nello stesso boschetto con un amico. Filippo Trapella. Quando poi una perizia definisce la donna «leggera oligofrenica, anche il Trapella finisce a giudizio per violenza carnale. Ieri il processo in quarta sezione (pres. Pochettino, pm Vitari). Sul banco degli imputati Francesco Fiore. 27 anni. Luciano Porta, di 24 e Filippo Trapella, tutti operai. Assente la donna. La sentenza: 3 anni e 8 mesi di carcere per Fiore e Porta, responsabili di violenza carnale e furto (presero alla vittima 40 mila lire). Assolto dall'accusa principale, il Trapella ha avuto 5 mesi per atti osceni. Due mesi, per lo stesso reato, a Maria P. Della vicenda il tribunale si era occupato anche nel luglio '80. ma gli atti erano stati trasmessi al pm per altri accertamenti dopo che la perizia aveva stabilito una lieve infermità mentale della donna. Allora Maria P. raccontò ai giudici: -Ero seduta ai giardinetti di via Capra a Rivoli quando ho incontrato i quattro, tra loro c'era anche Trapella. mio amico. Cominciarono a molestarmi e per evitare complicazioni Trapella mi invitò a fare una passeggiata. Ci fermammo al "Pozzetto" a fare l'amore. Poco dopo arrivarono gli altri. Il mio amico, forse spaventato, andò via e dovetti subire le violenze di quei tre*. Fiore e Porta, difesi dal- l'avv. Pettiti. anche ieri hanno negato tutto. Il Trapella. difeso dall'avv. Gianaria. si è invece deciso ad ammettere: « Ho avuto un rapporto con lei consenziente. Non l'ho detto prima perché non volevo essere immischiato in questa faccenda*. Poi ha aggiunto: -Quando sono arrivati i tre, sono andato via. Maria stessa mi disse: "Vai pure, io rimango un po'con loro*. Un'ancora di salvataggio lanciata agli altri imputati? Un aiuto al Trapella è arrivato comunque dal perito prof. Villata secondo il quale la lieve infermità di Maria non era percepibile con facilità dagli estranei. Se fosse stata definita «incapace» anche solo parzialmente, il «consenso» di Maria non sarebbe servito a scagionare il Trapella: sarebbe stata, in ogni caso violenza carnale. Difensore d'ufficio per la donna, l'avv. Andrea Delgrosso. I carabinieri della compagnia Miraiiori hanno arrestato il meccanico Bruno Compagna. 18 anni, corso Agnelli 156. dipendente dell'autori- Illillillliiiiiiliiiliminiiii i m iiimessa Pastorino di corso Sebastopoli 227. Secondo l'accusa il giovane rubava le chiavi delle auto in revisione e ne fabbricava dei duplicati. Poi le passava ad un complice, Giuseppe Giani, 24 anni, corso Agnelli 156, il quale le vendeva (assieme al numero di targa ed indirizzo del proprietario), a suoi conoscenti, che le rubavano. Con questo sistema due auto sono scomparse, il Giani è stato denunciato.

Luoghi citati: Rivoli, Villata