I professori tornano sui banchi di scuola di Piero Cerati

I professori tornano sui banchi di scuola Convegno degli istituti di aggiornamento I professori tornano sui banchi di scuola Approvate le proposte della Fondazione Agnelli per i corsi degli Irrsae destinati agli insegnanti - Incentivi economici CAGLIARI — Gli Istituti regionali di ricerca, sperimentazione e aggiornamento educativi (gli Irrsae. uno per regione, dipendenti dal ministero della Pubblica Istruzione) hanno approvato le proposte della Fondazione Agnelli per i corsi d'aggiornamento degli insegnanti. Il compito degli Irrsae è di dare ai professori, soprattutto delle scuole medie superiori, la possibilità di svolgere l'insegnamento con criteri sempre attuali: mancando però ancora di strutture, la loro opera è frenata. Di qui la validità della proposta formulata dalla Fondazione Agnelli: mantenere la centralità organizzativa degli Irrsae, che affideranno a istituzioni periferiche (scelte per le loro garanzie scientifiche) la gestione dei corsi di aggiornamento. I venti Irrsae si sono riuniti a Cagliari nel primo convegno nazionale (organizzato dalla Fondazione Agnelli e dall'Istituto sardo, il più attivo) e sono stati d'accordo sulla necessità di agire subito, con il consenso di distretti scolastici, presidi e insegnanti, alcuni dei quali erano a Cagliari per far conoscere le loro esigenze e richieste. La proposta operativa formulata dalla Fondazione Agnelli si può cosi riassumere: ■j L'aggiornamento dovrà essere differenziato per gli insegnanti che da anni sono nel mondo della scuola e per quelli che vi sono appena entrati. 2 I contenuti dovranno riguardare la disciplina specifica (la materia insegnata), i metodi d'insegnamento, l'organizzazione scolastica. 3 L'aggiornamento sarà compito degli Irrsae, che decentreranno («Centralità non significa monopolio», ha detto Corrado Paracone. della Fondazione Agnelli) i corsi in ambito regionale. Punto cardinale è che l'aggiornamento deve riguardare tutti gli insegnanti, non soltanto una élite, e sarà svolto nell'ambito del distretto dove il professore lavora ; la periodicità potrà essere di due-tre anni, sarà intesa come un momento d'esperienza vissuta (attraverso stages in aziende oltre alle «lezioni»). «Siamo contrari a imporne l'obbligatorietà — ha aggiunto Paracone — e puntiamo invece su incentivi di tre tipi.. Eccoli: 4 Economico. Una diaria oltre lo stipendio. 2 Di carriera. Attribuire maggior punteggio a chi fa uno sforzo supplementare per aggiornarsi. O Esonero dall'attività didattica. Il periodo del corso varrebbe come insegnamento, il professore non dovrebbe quindi fare lezione o correggere compiti. 'Non gli si possono dare altri oneri oltre a quelli della scuola regolare-, spiega Paracone. ■ 17 nostro obbiettivo — dice Marcello Pacini, direttore della Fondazione Agnelli — è di poter aggiornare nel Centro-Nord, entro il 1982, diecimila insegnanti. Abbiamo concluso il momento di ricerca su come si fa l'aggiornamento, ora non resta che passare all'atto pratico. Ci proponiamo interventi anche al Sud, ma sinora in quelle regioni mancano iniziative di raccordo tra scuola e lavoro. Attueremo però iniziative pilota-. Nel Centro-Nord l'intervento sarà invece a tappeto, grazie alla collaborazione delle istituzioni locali, soprattutto le Unioni Industriali (non è una scelta ideologica, ma di operatività: hanno strutture già pronte). Due forme di aiuto sono però indispensabili: ■I II consenso e i permessi dei Provveditorati agli studi. 2 L'intervento degli enti periferici (le Unioni Industriali). -Sarà il primo esempio di mobilitazione degli insegnanti per gestire meglio la loro professionalità', dice Marcello Pacini. Un compito gravoso. Secondo un'indagine, sono 500 mila oggi gli insegnanti delle medie e delle superiori; parecchi negli ultimi anni sono stati immessi in ruolo senza concorso, quindi senza un minimo di verifica e oggi sentono la necessità di un aggiornamento. I corsi hanno poi validità anche perché l'attuale corpo insegnante è in gran parte giovane e rimarrà a lungo nella scuola (i pensionamenti variano dal 2 al 4% l'anno), l'età media è infatti sui 43-44 anni; inoltre, molti professori non insegnano le materie nelle quali si sono laureati (non sono meno bravi degli altri, ma privi di preparazione specifica). « Troppi oggi recriminano sulla scuola — dice Paracone — invece bisogna intervenire perché la professionalità dei docenti sia perfezionata: ecco quindi il valore dell'aggiornamento, che deve essere di massa, coinvolgere tutti, e nel luogo in cui insegnano durante l'anno scolastico'. Piero Cerati

Persone citate: Corrado Paracone, Marcello Pacini, Paracone

Luoghi citati: Cagliari