La madre del piccolo Alfredo sgomenta per le insinuazioni e le atroci accuse di Liliana Madeo

La madre del piccolo Alfredo sgomenta per le insinuazioni e le atroci accuse Non si è ancora concluso per i coniugi Rampi lo strazio della loro terribile sciagura La madre del piccolo Alfredo sgomenta per le insinuazioni e le atroci accuse «Io non capisco, dice, come sono nate quelle chiacchiere. Non c'è niente di vero e anche parlarne mi sembra assurdo» - I difensori del prof. Pisegna, unico arrestato, pongono numerosi interrogativi - Tuttavia il proprietario del fondo confessa di aver coperto lui il pozzo quando già si stava cercando il bimbo FRASCATI — A otto giorni da quando il figlio è piombato nel pozzo di Vermicino da cui non ha più fatto ritorno. Francesca e Nando Rampi hanno un'aria attonita, rassegnata. Alla perdita di Alfredo si è aggiunta adesso l'ondata delle insinuazioni e delle atroci accuse. La madre dice. con un viso che è privo d'espressione: .Io non capisco. Non so come sono nate quelle chiacchiere e non so che cosa rispondere. Non c'è niente di vero. Anche parlarne mi sembra assurdo-. Il marito riflette a voce alta: .E' vero, nessuno ha chiesto a Alfredo durante tutte quelle ore come era caduto nel pozzo. Non l'ho fatto io né Nando, il vigile che gli è stato vicino con l'affetto che tutti sappiamo. A me non è neanche venuto in mente. Non era neppure pensabile, allora, che oggi qualcuno di noi si dovesse difendere-. Il dubbio che nella morte del bambino ci sia l'ombra di un giallo, con la responsabilità del padre o di entrambi i genitori, dalla sfera della psicosi popolare passa ora nelle pieghe dell'inchiesta giudiziaria. I magistrati hanno spiccato un ordine di cattura e quattro comunicazioni giudiziarie, nei confronti dei proprietari del terreno su cum sorge il pozzo, in merito alle condizioni in cui il pozzo è stato scavato e custodito. Ma la difesa del prof. Pisegna. l'unico arrestato, insiste su altri aspetti della vicenda: perché il bambino è caduto nel pozzo? Chi, potendolo fare, non è stato in grado di salvarlo? Perché i soccorsi sono stati lacunosi e tanto carenti dal punto di vista organizzativo? Perché Alfredo, che la sera di mercoledì avrebbe detto di voler ritornare a casa, per farlo ha imboccato la direzione opposta alla casa e si e diretto verso il pozzo? Perchè proprio una donna del posto, in una località dove tutti si conoscono e sanno tutto di tutti, ha condotto il brigadiere di Ps di Frascati verso il pozzo maledetto in cui il bambino da ore stava urlando? L'avv. Della Lunga sintetizza la linea difensiva del suo cliente: .Esistono circostanze che hanno più valore di un'ipotesi, e su cui va fatta un'inchiesta approfondita: eliminarle come chiacchiere, drasticamente, non è pensabile-. I giudici, per ora. seguono un loro filo di elementi da acquisire. Fra i testimoni interrogati, una donna di Vermicino. vicina della famiglia Rampi. Ha detto: .Siamo indignati di quanto si va dicendo. Sulla famiglia Rampi non c'è proprio nulla da dire. Sono persone perbene e l'olevano bene al bambino-. Dall'interrogatorio del prof. Pisegna. uno dei proprietari del terreno e il committente dello scavo del pozzo, sono emerse circostanze precise: il pozzo era stato scavato abusivamente ed era coperto con legnami in modo non regolamentare. Inoltre, a coprirlo, la sera di mercoledì è stato lo stesso Pisegna — lo ha ammesso lui — dopo che l'allarme per la scomparsa del bambino era stato lanciato e le ricerche erano incominciate nella campagna circostante. Per i coniugi Rampi lo strazio della sciagura non si è concluso. Ieri si sono recati da loro i carabinieri, che stanno svolgendo accertamenti relativi al pozzo. Oggi li ascoltano i magistrati. Nella loro casa continuano ad affluire giornalisti, mitomani, veggenti, fotografi, curiosi: una sorta di passività è subentrata in loro al nevrotico attivismo delle ore successive alla fine di Alfredo, e i visi che gli passano davanti sembrano sfumarsi in un'unica indistinta immagine a loro e al loro dolore estranea. Il progetto per il recupero del corpo del bambino ha subito un'altra modifica. Ci vorranno settimane perché le operazioni di trivellazione approdino a un risultato. E non è detto che, alla fine, il corpo sia rimasto dove si calcola. Insomma, tutto il lavoro che si prevede adesso di fare può darsi che non serva a niente, e che le ossa del bimbo non vengano mai più ritrovate. .La notte scorsa si è tenuta al Viminale una riunione della commissione costituita presso il ministero dell'Interno per stabilire le modalità del recupero della salma. Sulla base degli elementi forniti dai potenti congegni che hanno frugato il terreno e fornito una compiuta radiografia del suolo nei suoi diversi strati, gli esperti hanno preso la decisione di incamiciare il pozzo in cui è precipitato Alfredo, di realizzare un nuovo pozzo di soccorso ad una distanza di circa otto metri dal primo, di raffreddare il pozzo 'maledetto" con azoto liquido allo scopo di meglio garantire lo stato di conservazione del corpo del bambino-. E' risultato che le condizioni geologiche intorno al pozzo di Vermicino sono estremamente sfavorevoli. Lo strato di tufo granitico, per cui a quota 34 metri venerdì scorso le trivelle erano state bloccate per tentare il recupero del bambino mediante un tunnel orizzontale di raccordo, prosegue fino a 48 metri di profondità. Qui c'è uno strato di terreno «incoerente» di appena 2 metri. A quota 50 incomincia uno strato di roccia vulcanica, molto più dura del granito e che va oltre il livello dei 62 metri dove ha trovato la morte il piccolo Alfredo. Questo ostacolo apre problemi tecnici notevoli: la roccia vulcanica può essere spezzata solo in determinate condizioni e comunque richiede tempi molto lunghi, non è escluso che si debba ricorrere alla dinamite, con il rischio di far franare tutta l'area circostante e di provocare danni al corpo di Alfredo. Liliana Madeo

Persone citate: Alfredo Durante, Nando Rampi

Luoghi citati: Frascati