Ascoli Piceno: la questione morale domina la battaglia per il Comune di Ermete Grifoni

Ascoli Piceno: la questione morale domina la battaglia per il Comune Dopo la condanna di cinque assessori per tangenti su aree fabbricabili Ascoli Piceno: la questione morale domina la battaglia per il Comune ASCOLI PICENO — Il quadro pre-elettorale di Ascoli Piceno, dove domenica 43 mila elettori voteranno per il rinnovo di 40 consiglieri comunali, è abbastanza semplice nelle lìnee generali, ma piuttosto complesso se riferito alle implicazioni politiche che potrebbero derivare dagli umori dell'elettorato. Le liste sono nove: ci sono i sette partiti tradizionali col proprio simbolo, oltre al partito nazionale dei pensionati che fa cosi il suo esordio nelle Marche e una lista civica guidata da un ex democristiano uscito dal partito dopo aspre polemiche. Mancano il pdup. che ha invitato a votare per il pei, e i radicali, che come altrove hanno proposto di esprimere un voto di protesta. Ma se questo è il ritratto formale di Ascoli che si accinge al voto, ben più articolato il quadro delle attese per questa consultazione che appare come un test soprattutto per una città che negli ultimi cinque anni ha vissuto le più tormentate e clamorose vicende amministrative della sua storia, con tre assessori democristiani e due socialisti finiti in carcere nel '79 e condannati per le tangenti sulle aree fabbricabili, con una giunta de minoritaria, la quale di fronte alla prospettiva di scioglimento del Consiglio trova una malferma stampella in tre ex missini per portare a compimento la legislatura e disattende persino l'invito della stessa direzione regionale del partito a rifiutare un appoggio cosi compromettente. Sono vicende degli ultimi due anni e bastano questi sommari accenni a comprendere che le imminenti elezioni comunali ad Ascoli, almeno nelle attese della gente comune, si svolgono all'insegna di un grande desiderio di chiarezza e di pulizia. La questione morale, vissuta ad Ascoli Piceno assai da vicino con risvolti tanto esplosivi, è il tema emergente della campagna elettorale. I partiti la pongono in primo piano. Nei programmi e nella stessa formazione delle liste, talora rimpinguate con un gran numero di indipendenti o di candidati che non si erano mai affacciati prima d'ora alla scena politica cittadina, l'istanza del rinnovamento appare dominante. I comunisti portano come capolista Giangiacomo Lattanzi, 54 anni, avvocato, attuale capogruppo, e dichiarano a tutte lettere di aspirare alla conquista di almeno altri due seggi. Passerebbero cosi da 11 a 13.1 socialisti con Giuseppe Cesari affermano di voler garantire la governabilità e una svolta nella gestione del passato. Puntano anch'essi a un seggio in più (da 4 a 5). I socialdemocratici e i repubblicani, che attualmente hanno 2 e 1 seggio, si propongono un raddoppio. I liberali cercano di avere almeno un consigliere. Di tutto dovrebbero fare le spese la de che appare, con gli attuali 19 seggi, la grande assediata, e il msi che nel 1976 ebbe 3 consiglieri poi usciti dal partito. Ma in casa de, dì cui è capolista un forlaniano di ferro, il senatore Gualtiero Nepi, si ribatte che la preventivata flessione non dovrebbe andare oltre un seggio, probabilmente attribuibile alla lista civica capeggiata dall'ex de Francesco Ciabattoni. In altre parole, la de ostenta sicurezza. Introducendo il criterio della non rieleggibilità dopo dieci anni di mandato consiliare ha fatto fuori molti personaggi «chiacchierati» o inamovibili; ha eliminato anche il vecchio sindaco Ugo De Santis. tenta di sostituirlo ora nelle indicazioni delle preferenze con l'avv. Mario Cataldi e confida apertamente che la città abbia assorbito le sconvolgenti vicende del passato. Ermete Grifoni

Persone citate: Ascoli, Francesco Ciabattoni, Giangiacomo Lattanzi, Giuseppe Cesari, Gualtiero Nepi, Mario Cataldi, Ugo De Santis

Luoghi citati: Ascoli, Ascoli Piceno, Marche