La nostra difesa civile dimentica gli speleologi

La nostra difesa civile dimentica gli speleologi Si poteva fare qualcosa di più per salvare il bimbo? La nostra difesa civile dimentica gli speleologi Egregio Direttore, in merito all'episodio dell'incidente occorso ad Alfredo Rampi, a Vermicino, ci sembra doveroso far giungere al pubblico e alle autorità alcune informazioni sull'argomento, che consideriamo nei punti qui di seguito esposti: 1° Gli speleologi che hanno operato a Vermicino non sono dei dilettanti volenterosi e sprovveduti, ma sono membri della Sezione Speleologica del Corpo Nazionale Soccorso Alpino, gente quindi addestrata appositamente per operare soccorsi in cavità. 2° La Loro opera è stata vietata prima e poi intralciata, anziché agevolata, dai componenti le strutture ufficiali di soccorso, come sovente avviene purtroppo in questi casi. E' quindi nostra precisa opi_ nione che, per quanto ci com' pete, la risposta alla domanda •si sarebbe potuto fare qualcosa di più per salvare il piccolo Alfredo?» sia: Si sarebbero potute aumentare le possibilità di successo delle operazioni di salvataggio. Quali le condizioni? Non entriamo nel merito delle possibilità e modalità di effettuare trivellazioni, ma è necessario affermare che: 1" Le autorità devono prendere atto che quando si tratta di salvare persone in cavità (salvo facili soccorsi) solo speleologi addestrati da anni e costantemente allenati possono operare con successo. Questa struttura di soccorso esiste da svariati anni ed è la Sezione speleologica del Corpo Nazionale Soccorso Alpino del Cai. Se ne deve riconoscere ufficialmente l'autorità in materia. 2" Quando il soccorso si presenta particolarmente difficile e complesso, deve intervenire, oltre alla squadra territorialmente competente, (gli speleologi romani in questo caso) una squadra composta dagli elementi più validi in Italia, che sia in contatto con gli speleologi più preparati anche all'estero, e che sia quindi in grado, per allenamento, preparazione tecnica ed esperienza specifica in salvataggi di questo genere, di fronteggiare nel migliore dei modi i seguenti problemi: a) Rapporti con le autorità dello Stato per vagliare con accuratezza i modi di intervento. bl Direzione tecnica delle operazioni di soccorso. c) Conoscenza di tutti gli speleologi attivi ad un certo livello d'Italia e contatti con organizzazioni di altri Paesi onde far pervenire all'occorrenza, sul posto, il materiale umano maggiormente adatto al caso specifico. Questa squadra esiste, è in grado di raccogliere in tempi brevi i migliori speleologi d'Italia e all'occorrenza d'Europa. L'ossatura è costituita dalla 1' Squadra del r Gruppo della Sezione Speleologica di Soccorso Piemonte-Liguria, che organizza, tra l'altro, da anni corsi altamente specializzati di tecnica di soccorso per i membri del Soccorso Speleologico nazionale. Spiace agli scriventi assumere un atteggiamento di questo genere, che potrebbe essere interpretato negativamente, ma le ore passate da¬ vanti al televisore, le telefonate a Roma per avere notizie più precise, il dubbio sulla opportunità di un intervento e soprattutto la consapevolezza che se l'esistenza di questa squadra e la necessità che sia fatta intervenire in casi difficili non viene riconosciuta, potremmo, domani, nuovamente trovarci ad assistere impotenti allo spettacolo di inefficienza offerto da chi ufficialmente preposto alle operazioni coscienti che chi sta morendo potrebbe essere salvato, ci impongono di chiederle la divulgazione della presente lettera. Pier Giorgio Baldracco Capo del 1" Gruppo della Sezione Speleologica del Corpo Nazionale Soccorso Alpino - Cai Pier Giorgio Doppioni Responsabile delle Pubbliche Relazioni del 1" Gruppo del S.S. del C.N.S.A. - Cai

Persone citate: Alfredo Rampi, Pier Giorgio Baldracco, Pier Giorgio Doppioni

Luoghi citati: Europa, Italia, Liguria, Roma, Soccorso Piemonte