La Cee è d'accordo: al vertice di Ottawa chiederà a Reagan di frenare il dollaro di Renato Proni

La Cee è d'accordo: al vertice di Ottawa chiederà a Reagan di frenare il dollaro Sul deposito italiano del 30% nessuna presa di posizione ufficiale La Cee è d'accordo: al vertice di Ottawa chiederà a Reagan di frenare il dollaro DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE LUSSEMBURGO — La Cee chiederà agli Stati Uniti, nel corso del vertice economico mondiale del 20 e 21 luglio a Ottawa, di eliminare gli effetti esterni della sua politica economica e di bilancio. Per effetti esterni si intende l'ascesa del dollaro che ha messo in crisi il Sistema monetario europeo. La valutazione dei ministri delle Finanze della Cee. ieri, è stata questa: la politica monetaria restrittiva unita ad una politica di bilancio espansiva ha un effetto al rialzo sui tassi d'interesse quindi sui tassi di cambio del dollaro visto che le autorità americane non intervengono per stabilizzarlo, provocando recessione e inflazione aggiuntiva in Europa. Quali effetti prossimi avrà la richiesta europea sul governo americano, il cui presidente è stato eletto in base ad un programma preciso di ridurre l'inflazione, le tasse, le spese pubbliche, è difficile dire. Inoltre, il dollaro è in ascesa anche per motivi politici e psicologici (il cosiddetto «effetto Reagan») che la Cee non può certo pretendere di ridimensionare o eliminare. Senza contare che un dollaro più basso renderebbe più competitive le esportazioni americane nel mondo. La Cee, ci diceva un esperto, cerca di addossare la responsabilità della caduta delle sue monete sull'America, mentre è il deficit petrolifero dell'Europa che trascina lo Sme al ribasso. L'America, invece, si è data una politica energetica che le ha permesso di ridurre sensibilmente le importazioni di greggio, in tal modo rafforzando la sua bilancia dei pagamenti e il dollaro. I ministri ieri hanno deciso di raddoppiare il capitale della Banca Europea degli Investimenti portandolo da 7,2 miliardi di scudi a 14,4 miliardi. In tal modo, dal 1" gennaio 1982 la Bei potrà raddoppiare i suoi prestiti sino ad un totale di 36 miliardi di scudi. Il consiglio comunitario, invece, non si è trovato d'accordo sul rinnovo dello «sportello Ortoli» per crediti per un miliardo di scudi in due anni. La decisione sarà presa il 6 luglio, quando anche la Germania Federale, si spera, sarà favorevole. Allo stesso tempo, si deciderà se aumentare la dotazione di questo strumento comunitario per i prestiti. Il consiglio ha poi affrontato il problema delle misure italiane (il 30% di deposito previo infruttifero per tre mesi sulle importazioni) che sono contrarie al funzionamento del Mercato comune. Il ministro del Tesoro Andreatta ha definito la decisione italiana come necessaria e di immediato effetto, in attesa che i provvedimenti presi dal governo di Roma per un risparmio pari allo 0,7% del prodotto interno lordo abbiano i loro effetti. Il prof. Izzo. del ministero del Tesoro, prima che la discussione fosse conclusa, ha dichiarato: «Queste misure sono acquisite dopo il parere del Comitato monetario*. In realtà, è probabile che di fronte alle esitazioni della commissione europea, che è stata molto critica della gestione dell'economia italiana, il Consiglio dei ministri rinvìi nuovamente la decisione di approvare questi provvedimenti. // ministro Andreatta ha dichiarato a tarda sera, a conclusione del Consiglio, che i ministri hanno incaricato il Consiglio europeo di decidere l'autorizzazione sui provvedimenti italiani. E' probabile che ciò avvenga a patto che l'Italia elimini l'acciaio dalla lista dei prodotti sui quali grava il deposito cautelativo. Il vicepresidente della Commissione Ortoli ha però anche presentato una serie di raccomandazioni economiche al goxierno di Roma. Si tratta, chiede Bruxelles, di riformare il sistema della scala mobile, di controllare la massa salariale, di ridurre il deficit e le spese pubbliche, se si vuole veramente correggere le tendenze dell'economia italiana, altrimenti misure come quelle in discussione ieri non saranno sufficienti. Renato Proni

Persone citate: Andreatta, Izzo, Reagan