Ultimo comunicato Bierre entro giovedì la sentenza di Claudio Cerasuolo

Ultimo comunicato Bierre entro giovedì la sentenza Torino: si conclude il processo a 73 terroristi Ultimo comunicato Bierre entro giovedì la sentenza TORINO — Per il processo Br cominciato alle Vailette il 4 maggio scorso la giuria popolare è entrata in camera di consiglio ieri mattina poco prima di mezzogiorno. Il presidente della corte d'assise Ouido Barbaro (giudice a latere Mitola) ha congedato i quattro giudici popolari supplenti che hanno seguito l'intero dibattimento. Per tutto il tempo che la giuria resterà in camera di consiglio l'aula A delle Vallette sarà completamente isolata, saranno bloccati anche i passaggi alla adiacente aula B dove continua a svolgersi il processo parallelo a Prima linea. La sentenza non si prevede prima di mercoledì sera o, più probàbilmente, giovedì. Oli imputati di organizzazione di banda armata, con funzioni di capi o di gregari, sono in tutto 73. Le condanne più alte, fino a 16 anni di reclusione, sono state chieste per le donne brigatiste, Nadia Ponti e Silvana Innocenti. 15 anni di reclusione per Angela Vai, dodici anni per la latitante Maria Giovanna Massa e la professoressa Adriana Garizio, già condannata a 3 anni di carcere da questa stessa corte d'assise, rimessa inlibertà.rientrata nelle file del partito armato e ricatturata. Ieri, ventiseiesima e ultima udienza del processo, protagonista è stata una donna. Maria Rosaria Roppoli, per la quale il pubblico ministero ha chiesto 3 anni. E' stata la donna del capocolonna delle Br a Torino per tre anni, dal '76 al '79. Si vedevano una volta la settimana nell'appartamento della Roppoli, a Torino in via La Thulle. Una storia d'amore finita male, perché quando Peci è catturato il 19 febbraio '80 e matura la sua scelta di pentirsi, tenta di mettersi in contatto con lei tramite il fratello Roberto, uno dei quattro ostaggi attualmente prigionieri delle Br. Fissato un appuntamento alla stazione di Ascoli Piceno — è il 19 aprile dell'80 — Roberto Peci le spiega che deve dissociarsi dai vecchi compagni, attendere nelle Marche in un posto sicuro la liberazione di Patrizio, patteggiata con il generale Dalla Chiesa. Poi la fuga all'estero per rifarsi una vita. 119 brigatisti detenuti che durante tutto il processo hanno scandito con nove comunicati le udienze, l'avevano già detto esplicitamente nel comunicato n. 7. Ieri lo hanno ripetuto a chiare lettere nel comunicato n. 8 che riporta passi del dialogo avvenuto alla stazione di Ascoli Piceno: «Sei una stupida a non cogliere questa occasione —1 insisteva Roberto Peci — è finito tutto, l'unico problema ormai è di salvare se stessi, come dice anche Patrizio Congedatasi con un rifiuto dai familiari di Peci, la Roppoli, torna a Torino, dove si rende conto che è costantemente pedinata. A questo punto si consegna ai carabinieri. Maria Rosaria Roppoli per tutto il tempo che è detenuta, non accetta il dialogo con i giudici. Passa un anno ed ora consuma la sua vendetta contro il pentito, dando alle Br la testimonianza che denuncia le responsabilità del fratello Roberto. Patrizio Peci, che dal giorno del sequestro del fratello non si dà pace, ieri ha fatto avere ai giornali un suo comunicato in cui rivolge un appello alle Br: .11 sequestro di Roberto è dovuto ad un errore di valutazione politica del Comitato marchigiano», di cui Patrizio Peci ha fatto parte. Dice ancora Peci: .Roberto ha una sola colpa, di essere mio fratello. Maria Rosaria Roppoli non ha capito che io l'ho usato come un postino che doveva consegnare un messaggio. Io non volevo forzarle la mano, pensavo di metterla al corrente della mia scelta e poi era libera di fare quello che le pareva e piaceva. Aspetto fiducioso — conclude Patrizio Peci — perché pur non essendo più d'accordo con il progetto politico delle Br, debbo riconoscere che le Br non hanno mai infierito su un parente e facendolo ora commetterebbero un ulteriore sbaglio politico oltre che un disumano ed ingiusto assassinio». Nell'udienza di ieri i brigatisti hanno poi letto l'ultimo comunicato, il n. 9, dodici pagine, una .sorta di «summa ideologica» del credo brigatista, in cui l'organizzazione si dichiara convinta di poter rifondare il partito armato. Claudio Cerasuolo

Luoghi citati: Ascoli Piceno, Marche, Torino