E se accadesse una catastrofe? di Franco Giliberto

E se accadesse una catastrofe? Un convegno di medici ad Asti sulla protezione civile E se accadesse una catastrofe? I servizi sanitari italiani non sono adeguati per affrontare una situazione di emergenza - Gli esperti auspicano piani dettagliatamente studiati per limitare i danni DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE ASTI — E' facile prevedere quali livelli d'organizzazione raggiungerebbero in Italia i soccorsi medici in caso di catastrofe: livelli forse abbastanza accettabili nelle regioni in cui la pubblica assistenza sanitaria è discreta in tempi normali; livelli disastrosi dove l'assistenza sanitaria già oggi è carente. In nessun luogo d'Italia, probabilmente, ci sarebbero soccorsi medici impeccabili. Ma una «giornata di studio» sull'argomento—al di là di questa lapalissiana osservazione — ha fornito molti altri elementi degni di meditazione. Il convegno era organizzato dalla Aaroi, Associazione degli anestesisti e rianimatori ospedalieri italiani, in collaborazione con l'Associazione nazionale dei medici direttori d'ospedale, (Facoltà di medicina e chirurgia dell'Università di Torino e assessorato alla sanità della Regione Piemonte davano il patrocinio all'iniziativa). Erano a confronto, insomma, quegli operatori sanitari che in caso di catastrofe sarebbero chiamati alla responsabilità dei primissimi, essenziali soccorsi medico-ospedalieri. I congressisti avevano ancora negli occhi la tragedia di Vermicino e lo schizofrenico balletto di soccorritori, si fa per dire, attorno al pozzo artesiano. Forse anche per questo il primo degli oratori ufficiali, il prof. Gualtiero Bellucci, direttore dell'Istituto di anestesiologia e rianimazione dell'Univesità di Siena, ha detto che quanto a protezione civile e a programmi di tutela della popolazione in caso di catastrofe, «in Italia siamo ancora all'anno zero!.. II recente terremoto con migliaia di morti nel Meridione e i ritardi che hanno fatto registrare tutte le principali operazioni di soccorso sono stati ricordati dal prof. Bellucci come esempi negativi. Bellucci ha fornito un dato ch'egli stesso ha definito inquietante e misterioso: •L'esperienza del terremoto in Irpinia deve essere ancora analizzata al microscopio. Mentre le statistiche internazionali affermano che in ogni catastrofe di quel genere la proporzione è di 6 feriti per ogni morto, noi abbiamo avuto pochissimi feriti curati nei centri di soccorso e negli ospedali. Che cosa vuol dire?.. In tema di misteri, il prof. Girolamo Gagliardi, presidente nazionale dell'Aaroi. ha ricordato che a Napoli (egli è primario nell'ospedale dei Pellegrini), quando c'è stato il disastroso terremoto il settanta per cento dei ricoverati negli ospedali si è alzato dal letto, si è fatto la valigia e con le proprie gambe se n'è scappato a casa propria. La catastrofe insomma è già in atto, metaforica, e riguarda molte situazioni drammatiche dell'assistenza sanitaria italiana (la carenza di anestesisti e rianimatori, per esempio) che andrebbero affrontate e risolte prima di pensare seriamente — com'è necessario fare — alle possibli calamità naturali. Al convegno di Asti queste calamità sono state individuate nel terremoto e nell'alluvione, ma anche nello scoppio d'una centrale nucleare o nel disastro ferroviario, nell'improvviso, esteso inquinamento chimico dovuto al guasto d'una fabbrica o nella intossicazione alimentare d'una grande collettività. Come proteggere la popolazione, come soccorrerla medicalmente se capitassero guai del genere? Soltanto con protocolli operativi, piani precisi, preventivamente studiati e preparati nei minimi dettagli anche come dotazione di mezzi di soccorso, hanno affermato gli oratori: il prof. Walter Neri, sovrintendente sanitario delle Molinette di Torino: il prof. Franco Donadio, primario chirurgo nell'ospedale di Rivoli, il prof. Roberto Pattono. direttore della II cattedra di anestesia e rianimazione dell'Università di Torino. Per fortuna la Regione Piemonte un piano del genere lo ha in cantiere, non si sa per ora quanto complesso ed efficace. Franco Giliberto

Persone citate: Bellucci, Franco Donadio, Girolamo Gagliardi, Gualtiero Bellucci, Roberto Pattono, Walter Neri

Luoghi citati: Asti, Italia, Napoli, Piemonte, Siena, Torino