Gelli voleva istituire uno Stato nello Stato di Sandra Bonsanti

Gelli voleva istituire uno Stato nello Stato Gelli voleva istituire uno Stato nello Stato La P2 puntava ad ottenere il controllo di tutti i centri chiave - Non è possibile stabilire con certezza chi fosse affiliato: gli elenchi forse manipolati ROMA — .17 vertice della Loggia P2 gelliana ha vissuto e si è proposto di operare in Italia come un luogo di influenza e di potere occulto insinuandosi nei gangli dei poteri pubblici e della società civile, e di ordinare in un unico disegno — utilizzando il meccanismo mutualistico — bisogni, aspirazioni, ambizioni ed interessi individuali, sì da convogliarli verso tutt'altri risultati che quelli della solidarietà umana*: alcune fra le considerazioni finali dei tre saggi che hanno studiato la natura dell'associazione di Lido Gelli hanno il tono appassionato e inquisitivo della requisitoria di un pubblico ministero, arrivato alla fine di un'indagine scottante e scabrosa. C'è stato uh rischio concreto, in questi anni: la P2 poteva, in quanto associazione occulta 'diventare uno Stato nello Stato*, contribuendo -a snaturare il sistema rappresentativo della Repubblica attraverso l'adozione delle scelte e l'influenza sulle scelte ad opera di sedi sconosciute ed impenetrabili». Avrebbe potuto, inoltre, estendere la sua •nefasta azione» fino a « condizionare le attività economiche, l'informazione, la vita dei partiti e dei sindacati*. Pino a che punto il rischio messo in risalto dai «saggi* è stato concreto e incombente? A scorrere le 45 cartelle scritte dai professori Sandulli. Levi Sandri e Crisafulli si ha l'impressione di aver evitato, per un pelo, una catastrofe: era in atto una congiura, anche se questa parola non viene mai usata nella relazione consegnata al presidente del Consiglio dimissionario Forlani. Ma le raccomandazioni sul da farsi, le considerazioni sulla cura con la quale Licio Gelli segretamente ricostituì per ben tre volte, anno dopo anno l'associazione che cadeva sotto i colpi (mai troppo ostili) del Grande Oriente d'Italia, l'analisi puntuale del documento più significativo stilato dal Venerabile, quello intitolato -Sintesi delle norme», sono una testimonianza abbastanza agghiacciante delle scoperte fatte da chi si metta a sfogliare la storia della loggia di Gelli. Per arrivare alla conclusione che nella P2 «non uno soltanto, ma tutti gli elementi essenziali dell'associazione sono stati tenuti istituzionalmente e imperativamente occulti* e quindi che la loggia *è da considerare un 'associazione segreta*, i relatori sono partiti da lontano, hanno ascoltato alcune preziose testimonianze (15 in tutto) hanno sfogliato migliaia di documenti arrivati dalle magistratura di tutta Italia. Hanno spiegato che il lavoro è stato 'accelerato* al massimo perché dal « Paese si levava concorde il desiderio di uscire da uno stato di incertezza e di sospetti*. Premessa fondamentale: la P2 non è la Massoneria, è un'altra cosa, persino i termini linguistici usati da Gelli sono diversi da quelli del Grande Oriente: 'Parla di "amici" anziché di "fratelli", di "ente" od "organizzazione" anziché di "istituzione" o di "famiglia"*. La Costituzione massonica insegna l'assistenza reciproca -nell'amo: to del giusto e dell'onesto*, esclude la segretezza delle logge, le sedi hanno «targhe» esposte al pubblico. Il primo ex Gran Maestro ascoltato. Giordano Gamberini, ha riferito di aver ricevuto dal suo predecessore Tron un elenco di 100-200 • iniziati sulla spada* e tanti ne avrebbe passati all'orecchio del Gran Maestro Salvini, nel 1970. Sin dai primi degli Anni '60. «non si sa bene per quali sue virtù*. Gelli «si dedicava con impegno al proselitismo tra le persone di più spiccato rilievo sociale*. Operava dalla loggia Romagnosi di Roma, dalla quale nel '67 ottenne il passaggio alla P2. Tre anni dopo Gelli si adopera per far eleggere il G.M. Salvini, dal quale ottenne •alla fine del 71. la (inusitata) nomina a segretario organizzativo della P2*. Non vi furono riunioni, il «Centro studi» che nascondeva l'attività della P2 passò da via Clitumno ('72-73) a via Cosenza e via Condotti. Le polemiche all'interno della Massoneria, portarono a una prima «demolizione» della P2 (dicembre "74). Ma nel maggio successivo Gelli la fece risorgere (seconda P2) come loggia «normale» cioè non occulta, con 60 iniziati che figuravano a «piedilista» del Grande Oriente. Nel maggio del '76 Salvini scioglie anche questa: ma sembra piuttosto un espediente per far nascere «una nuova e diversa formazione, quella che si può chiamare la CD. Loggia P2». Il sospetto dei «saggi» è che in tutto questo periodo, come successivamente le «connessioni» con il Grande Oriente fossero strettissime. Questa terza P2 è «una formazione interamente nelle mani e nella disponibilità esclusiva di Gelli*. tanto che un teste l'ha definita «un circo/o privato*. Questa P2 «Disse di una vita autonoma e a partire dal '77 si incrementò fortemente*. Esistono «serie incertezze* in ordine all'esattezza del numero di 950 affiliati. I saggi spiegano, con una punta di ironia, che le cerimonie avvenivano •nella suite dell'hotel Excelsior di Roma, in ambienti addobbati secondo il rituale*. Solitamente, celebrava l'iniziazione l'ex G.M. Gamberini e questa è la prima volta che il suo nome viene ufficialmente affiancato all'attività di Gelli. Quanto al G.M. attuale, il generale Battelli • fino a un certo momento del '79 non avrebbe rilasciato tessere... successivamente però ha preso a rilasciarle anche lui». Nel '79. a causa dei viaggi che lo tenevano lontano. Gelli definisce la struttura in «gruppi»: nelle lettere ai capigruppo raccomanda di far riferimento, nella corrispondenza, non ai nomi dei singoli affiliati, -ma al numero indicato sull'elenco». 'Negli ultimi mesi anteriori al sequestro sembra che si siano stabiliti contatti più intensi fra Gelli e il Gran Maestro in vista di un rientro della P2 nella normalità: gli iniziati iscrittivi avrebbero dovuto passare in una loggia ordinaria e la P2 disciolta». Sulla validità degli elenchi i tre saggi dicono che •almeno in parte comprendono nomi di soggetti effettivamente consociati». Dicono che -palesemente reticente è stata la testimonianza del capogruppo Trecca», e che anche sulle altre carte sequestrate esistono riscontri di veridicità. Ma esistono »anomalie che non consentono di attribuire agli elenchi, con sicurezza, il carattere di puntuale elenco di coloro che avevano effettivamente aderito alla P2 e alimentano anche il dubbio di manipolazioni». La documentazione complessiva «non appare sufficiente a dimostrare che tutti coloro che sono inclusi negli elenchi anzidetti (o in altri) siano perciò solo da considerarsi associati alla P2». L'accenno alla possibile esistenza di «altri» elenchi non è certamente casuale. »E' anche da escludere che tutti gli appartenenti alla P2 fossero consapevoli, o addirittura partecipi, delle diverse e singolari attività svolte dal Gelli». I documenti portati a conferma della segretezza della P2 sono la »sintesi delle norme» e il 'giuramento» (documenti allegati al dossier n. 1 diffuso dalla commissione Sindona). Ad essi si aggiungono la constatazione della mancanza di una sede nota, le iniziazioni celebrate in « luogo anonimo». l'occultamento della documentazione autentica 'della quale nessuno, oltre l'ormai latitante Gelli, sa dove sia conservata (comunque nessuno vuol dirlo)». Sandra Bonsanti LA RELAZIONE PEI «TRE SAGGI» SUL POTERE OCCULTO DELLA LOGGIA SEGRETA LA STAMPA

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