Il ps francese diviso di Bernardo Valli
Il ps francese diviso Il ps francese diviso (Segue dalli, l'pagina) '77, quando Marchais gli ha sbattuto la porta in faccia. Ora vorrebbe tentare un'esperienza di governo con i comunisti, anche se non avrà bisogno del loro sostegno in Parlamento, per dimostrare la fedeltà alle sue idee ed anche per garantirsi alle spalle. Il pcf controlla il più grande sindacato di Francia, la Cgt. Perché non concedere a Marchais qualche ministero, adesso che è stato ridimensionato e si dimostra conciliante? Con Mitterrand non sono d'accordo i rocardiani, i socialisti-tecnocrati, e neppure il suo amico Gaston Defferre che subito, ieri stesso, ha escluso un'azione di soccorso, non prevista dall'accordo elettorale, in favore dei dirìgenti del pcf in difficoltà. Molti membri dell'ufficio politico comunista sono stati sconfitti al primo turno (ad esempio Pierre Fiterman, delfino di Marchais, e Roland Leroy, direttore dell'Humanilè. lo stesso Marchais è in ballottaggio), ma basterebbe che i candidati socialisti si ritirassero dal ballottaggio per consentir loro di riconquistare il seggio in Parlamento. Su questo problema c'è stato un primo scontro tra i ministri di Mitterrand. Lo hanno vinto coloro che non vogliono concedere nulla a Marchais. Niente regali. I socialisti che interpretano il voto di domenica come una scelta socialdemocratica, sostengono che una partecipazione al governo dei comunisti è superflua. Marchais non ha recuperato neppure un punto, dopo la sconfitta al primo turno delle presidenziali: è rimasto a un 16,17 per cento rispetto al 20,5 del 1978. Ma col sistema elettorale francese, severo con i più deboli, rischia di perdere domenica prossima la metà degli 86 deputati che aveva nella vecchia Assemblea Nazionale. La cintura rossa parigina, i quartieri industriali attorno alla capitale, sono diventati rosa. Anche li i socialisti hanno trionfato. Ma il segretario comunista chiede di entrare al governo. E ha dei sostenitori tra i socialisti della corrente di sinistra (Ceres) e forse può contare su Mitterrand. Le diverse «anime» dei socialisti si scontrano anche sui ritmi da imporre al programma. Durante una riunione al Palazzo dell'Eliseo, presieduta da Mitterrand, il ministro degli Interni Defferre, un riformatore moderato, ha scandito «Gosplan-Gosplan» (pianificazione sovietica), quando il ministro dell'Industria Joxe, marxista, ha cominciato a parlare con insistenza dell' «estensione del settore pubblico». Il ministro dell'Economia Delors giudicherebbe i provvedimenti adottati in questo primo mese di governo «eccessivi» e avrebbe chiesto tempi più lunghi per le riforme. Ma l'ultima parola spetta a Mitterrand, dotato degli ampi poteri lasciatigli in eredità dal generale De Gallile, fondatore della Quinta Repubblica ora socialista. Bernardo Valli
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