La Muti: «Sono una donna fortunata» di Sandro Casazza
La Muti: «Sono una donna fortunata» Intervista-confessione con Fattrice italiana più contesa anche all'estero La Muti: «Sono una donna fortunata» A Bergamo gira una commedia di Festa Campanile - Poi farà con Zurlini il film da «Di là dal fiume» di Hemingway BERGAMO — Tra gli innamorati dei suoi occhi c'è anche la Fortuna. Ventisette anni, una trentina di film: Francesca Rivelli, in arte Ornella Muti, è oggi una delle attrici più richieste e corteggiate, in Italia e all'estero, da produttori e registi. Il suo fascino dallo schermo è una garanzia di successo, il suo sguardo intenso e infantile un'attrazione sicura sugli spettatori. Riviste straniere come L'Express le dedicano copertine. De Laurentiis l'ha voluta per il kolossal Flash Gordon, i nostri recordmen dell'incasso, Tognazzi, Celentano. Pozzetto, la scelgono come partner. Dal debutto a 14 anni, in «La sposa più bella» di Damiani, una carriera senza intoppi con un favore continuo e crescente di pubblico. Ha appena finito Storie di ordinaria follia da Bukowski sotto la direzione di Ferreri che la lanciò in campo internazionale con L'ultima donna. In una cantina sociale di Bergamo sta girando in questi giorni Nessuno è perfetto. commedia brillante di Pasquale Festa Campanile. Subito dopo l'attende Zurlini sul set di un film drammatico ricavato da un romanzo di Hemingway .Di la dal fiume tra gli alberi». Ricca, felice, famosa, soddisfatta, amata? Tutti conoscono Ornella Muti, ma chi è Francesca Rivelli? Raccogliamo in una breve intervistaconfessione i problemi, le ansie e i sogni di una giovane donna che sembra invulnerabile ai miti del divismo e del mondo cinematografico. Vivere in pace «Un giorno Ferreri mi disse che io vivo un po' in Disneyland. Mi offesi moltissimo. Credevo mi desse della stupida. Ma forse aveva capito qualcosa del mio carattere, molto in profondo. La mia vita oggi non è Disneyland e non la amo completamente. Io mi emoziono se vedo un prato verde e una collina fiorita, questa è una genuinità che cerco di difendere a tutti i costi. Non mi piace la realtà del nostro Paese. Terrorismo, scandali, omicidi, violenze, uccidono la mia fantasia, mi danno l'angoscia tutti i giorni. Voglio, invece, che la mia fantasia possa essere libera, galoppare. Vengo criticata per la mia mancanza di senso politico e sociale. Fuò darsi che sia vero. Ma io cerco soprattutto la pace. Cerco di educare mia figlia Naike come in una favola e forse sbaglio.. La figlia .Cosa bisogna fare con i figli? Spesso mi interrogo sul mio rapporto con Naike. Per un bambino deve essere un inferno. Noi adulti possiamo fare tutto e loro niente. Tutto proibito e spesso senza una spiegazione. A volte cerco di lasciarla libera, ma subito ritornano i divieti. C'è poi il problema di risarcirla del tempo che le nego e il desiderio di farle godere quello che a me è stato negato. A 14 anni io ero completamente bambina, una patata. Poi il cinema mi portò via l'adolescenza e parte della giovinezza. Per mia figlia tento di creare un ambiente di pace e di gioia che possa darle anche ciò che io non ho avuto.. Donna e cinema «Il successo è una grande soddisfazione. Ma a volte. specie per una donna, può non èssere tutto. Il cinema italiano è in mano agli uomini italiani. La donna non è considerata. Sul set tutti diventano premurosi e carini perché io sono Ornella Muti, e non perché potrei essere una persona sensibile, intelligente che ha delle cose da dire. Ho il terrore di dare pareri: non voglio essere né assecondata né ridicolizzata. Non ho mai sentito nei miei confronti il rispetto per la donna attrice. Credo di essere abbastanza strumentalizzata*. Le critiche «Sono timida e soffro maledettamente i giudizi degli altri. Se il regista mi dice di non ridere perché ho una bocca enorme, non rido più. Quando sui giornali leggo le recensioni dove si parla quasi sempre di me con sufficienza, vengo presa dallo sconforto e non vorrei più recitare. Aspetto che qualcuno mi consideri per quello che sono e per quello che valgo, nell'attesa mi sforzo tutte le volte di migliorare e affronto qualsiasi copione con serietà e con impegno totali. Al pubblico vado bene: questo è già molto importante». Per le cineteche «Spesso mi chiedo che importanza abbia quello che faccio. Ho girato trenta film e mi piacerebbe sapere cosa resterà di me nel cinema italiano. Spero qualcosa del mio amore per la vita. A leggere le critiche si direbbe che ho dato soltanto dei begli occhi». Il futuro «Se domani tutto dovesse finire, il successo, la notorietà, il lavoro, credo che soffrirei molto. Sono sicura però di riuscire a trovare dentro di me la serenità per dedicarmi ad una vita privata, col mio uomo, mia figlia e magari tanti altri bambini. Se tutto finisse devo soltanto andare in chiesa ad accendere un cero grande cosi e a ringraziare per tutto quello che mi è stato regalato. Non ho mai avuto timore a confessarmelo: io sono fortunata». Intervista raccolta da Sandro Casazza
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