«E vero, il rimorso ha spinto Sandalo contro i terroristi» di Claudio Giacchino

«E vero, il rimorso ha spinto Sandalo contro i terroristi» Depone il Capo della Digos di Torino «E vero, il rimorso ha spinto Sandalo contro i terroristi» TORINO — «Sono un militante di Prima linea, è véro che ho cercato due mesi fa un contatto con le Brigate rosse per un eventuale passaggio in quella organizzazione. Altro da dichiarare non ho*. Cosi disse in Questura Roberto Sandalo il 29 aprile dell'anno scorso, appena arrestato. Quattro giorni di cella e poi il terrorista affermerà: «Adesso vi racconto iutto di me e del terrorismo*. Il presidente della Corte d'Assise che alle Vallette processa Prima linea cerca ora di sapere dal dott. Fiorello, responsabile della Digos di Torino, come mai Sandalo si decise tutto d'un tratto a collaborare con la giustizia. Fiorello è l'uomo che ha messo le manette a Roberto e che ha seguito da vicino il rapido mutarsi del comportamento di questo ragazzo che con le sue rivelazioni ha smantellato Prima linea ed evitato un'ulteriore serie di attentati in città. 11 capo della Digos non conferma il sospetto che l'ex terrorista abbia parlato spinto soltanto dal desiderio di «fare meno galera possibile*, giustificazione che sarà addotta da molti altri pentiti minori: assicura invece che Sandalo, quando fu catturato, era già da tempo dilaniato dal rimorso per i crimini commessi e da una sorta di autocritica nei confronti della lotta armata. «Roberto lo conosco da un sacco di anni — ricorda Fiorello — lo avevo visto in innumerevoli manifestazioni di piazza: mai però io ed i miei colleghi avevamo immaginato che fosse nel terrorismo*. Dubbi però gli inquirenti ne ebbero, tanto che sottoposero il giovane a pedinamenti, gli misero sotto controllo il telefono. «Indagini prive di risultati — ammette Fiorello —. Quando arrestai Roberto pensai: "Anche stavolta abbiamo fatto un buco nell'acqua, da questo tipo non caveremo nulla ". Già in altre occasioni avevamo portato il ragazzo in Questura per accertamenti, sempre eravamo stati costretti a lasciarlo per mancanza di indizi*. Continua l'investigatore: «Quella mattina però qualcosa nell'atteggiamento di Roberto mi diede una speranza, mi parve che l'arrestato fosse come gravato da un peso. Da alcune sue frasi sembrò una persona che volesse liberarsi del passato, che attendesse solo che le fosse concessa una possibilità per disfarsi di sotterranei tormenti*. Il racconto di Fiorello si dipana attraverso le domande poste dal difensore del pentito, avvocato Gabri; rievoca la collaborazione di Roberto: «Ci guidò lui personalmente nei covi di Prima linea di Milano, Napoli, Castiglione della Pescaia, Val d'Aosta. Ci fece scoprire, a Rivalta, un deposito di esplosivo*. Gabri incalza: «E' vero che il mio cliente si è accusato pure di reati che diversamente sarebbero rimasti impuniti?*. Fiorello conferma. Nella gabbia Sandalo ascolta teso. Era apparso meno agitato durante il confronto con Umberto Farioli. quando si era sentito dare del «falso, psicolabile e idiota*. Domani in aula testimonierà Marco Donat-Cattin. Claudio Giacchino

Persone citate: Gabri, Marco Donat-cattin, Roberto Sandalo, Sandalo, Umberto Farioli

Luoghi citati: Castiglione Della Pescaia, Milano, Napoli, Rivalta, Torino, Val D'aosta