Getti in un documento scrive che Longo fu iniziato alla Loggia il 30 ottobre '80 di Sandra Bonsanti

Getti in un documento scrive che Longo fu iniziato alla Loggia il 30 ottobre '80 Il terzo dossier sulla P2 trasmesso dai magistrati milanesi al Parlamento Getti in un documento scrive che Longo fu iniziato alla Loggia il 30 ottobre '80 La cerimonia all'Excelsior dì Roma - Alcune lettere parlano di finanziamenti per le campagne elettorali di candidati de e psi - Fotocopie di assegni con le quote - Gli auguri a Reagan - Getti coinvolto nel finto sequestro Sindona ROMA — Lettere che documentano come la P2 finanziasse candidati socialisti e democristiani alla vigilia delle amministrative dell'80; scambio di biglietti tra Golii e Andreotti: lettere di auguri a Ronald Reagan (insieme con il dono della Bibbia illustrata da Salvador Dall); verbali di iniziazioni di alcuni «fratelli» (tra cui quella di Pietro Longo); memoriali sui rapporti interni fra P2 e Grande Oriente; verbali di interrogatori (coperti da «assoluto segreto») di Joseph Miceli Crimi, e di Pier Sandro Magnoni che confermano lo stretto sodalizio Sindona-Gelli all'epoca del finto sequestro e, infine, 69 assegni che sono la prova definitiva dell'appartenenza di altrettanti iniziati alla loggia P2, e la conferma che gli elenchi non sono solo il frutto di una mente maligna. Il materiale sequestrato a Lieto Gelli continua a parlare, rivelando episodi sempre meno rassicuranti della storia segreta intesnuta dal Venerabile di Arezzo e delle regalie e dei ricatti con 1 quali legava a sé uomini di provenienza diversa intorno a un disegno politico abbastanza preciso. 81 allarga anche l'area dei sospetti sulle connessioni tra la P2 e l'eversione: i membri della commissione Sindona hanno chiesto ai giudici di Bologna se, tra il materiale sequestrato al figlio di Gelli e al suo segretario, nell'ambito dell'inchiesta sulla strage del 2 agosto, ci siano documenti sulla P2 che possano interessare la commissione. E, in questo caso, ne chiedono l'invlo. Il terzo dossier mandato dai giudici di Milano è. In un certo senso, il più clamoroso. Partiamo dalla parte più riservata, quella cioè sulla quale 1 magistrati hanno apposto il marchio del segreto. Si tratta di due fascicoli (A e B) che contengono tre verbali di interrogatorio più 20 testimonianze ritenute essenziali per capire come si è arrivati all'archivio di Gelli e quali fossero 1 legami tra il Venerabile e Michele Sindone. n verbale dell'interrogatorio di Joseph Miceli Crimi è datato 13 marzo '81 ed è avve¬ nuto nel carcere dell'Ucciardone da parte dei giudici Turane e Colombo. Miceli Crimi dice qualcosa: abbastanza per far scattare la perquisizione, tre giorni dopo, ad Arezzo. Conferma, ad esempio, di aver fatto molti viaggi tra Palermo e la casa di Llcio Gelli nel periodo in cui Sindona era «ospite» della sua casa siciliana. Perché Miceli Crimi andava a riferire a Gelli?. Secondo alcune indiscrezioni il capo della P2 avrebbe dovuto dare una mano a Sindona nell'operazione «ricatto» che il bancarottiere stava tentando nei confronti della de. Abbastanza copioso è il materiale che riguarda la corrispondenza di Gelli. Una parte riguarda contatti strettamente massonici: logge intere che chiedono di entrare a far parte della P2; singoli individui che domandano di essere ammessi nel gruppo di Gelli, altri, invece, che domandano di venire «restituiti» al Grande Oriente. Ma più interessante è la corrispondenza con risvolti «politici» e privati. C'è uno scambio di lettere tra Gelli e un certo Domenico Bernardini, di Firenze, Maestro di una loggia chiamata •Concordia». Nella prima lettera Bernardini chiede il passaggio di tutta la loggia nella P2. Nella seconda, datata 30 maggio '80, Bernardini scrive: «Caro Lieto, come da tua richiesta ti faccio qui di seguito relazione del nostro impegno elettorale. Ai candidati socialisti: Abboni, Caiazzo, Colsi sono stati assegnati prò capite un milione di lire quale contributo per spese elettorali. Voti, nessuno. Mi spiace che i nominativi sopra indicati non siino di tuo gradimento, questo dipende dalla mancamo di direttive di massima che più volte ti ho richiesto e che tu non hai dato. Per la de sono stati spesi — tenendo presente la tua promessa di contributi—la somma di dieci milioni di lire (di cui 6 prelevati dal fondo della loggia e 5 prestati da alcuni protetti). Tale denaro è stato destinato alle associazioni collaterali (Rosario Perpetuo e San Vincenzo de 'Paoli) onde prendere voti preferenziali per i candidati fanfanianì. La lotta per togliere il potere a Firenze ai comunisti è disperata, anche perché la de non presenta nomi validi. Ma se non ci impegniamo a fondo in questa battaglia, qual è il nostro compito?-. Con Andreotti esiste uno scambio di auguri natalizi, datati al dicembre del 1980. La lettera a Reagan è più complessa. C'è poi una lettera di Gervaso a Gelli, nella quale si lamentano gli attacchi alla P2, e si individuano i veri nemici in alcuni giornalisti, come Scalfari, contro il quale Gervaso lancia l'accusa di aver scritto (all'età di 16 anni) su giornali fascisti. Gli assegni: sono una settantina e sono stati trovati in diverse banche italiane in ricerche che si fermano al 9 giugno. Questo significa che altri assegni potranno venir fuori presto, tanto più che il «libro mastro» della contabilita della P2, è finora confermato dai nominativi degli assegni e dalle date dei versamenti. Tra i personaggi più noti risultano aver pagato le quote della P2: Francesco Cosentino, Giuseppe Roberto Gervaso, Danilo De Cocci, Giampaolo Cresci, Eugenio Carbone, Luigi De Santis, Egidio Carenini. In genere i più punitali sembrano essere i militari. Oltre agli assegni c'è dunque un dossier dal quale risulta, fra l'altro che anche Roberto Cluni avrebbe pagato quote nel '79 e '81. Ci sono inoltre 13 assegni i cui nominativi (di aconosciuti) non compaiono nell'elenco dei 853, più altri assegni che si riferiscono ad operazioni finanzia¬ rie di Gelli, non legate alla loggia. Infine, le iniziazioni: il 30 ottobre del 1980. all'Excelsior, Gelli inizia un «fratello» ogni 45 minuti. Non si presenta Albanese, ma. secondo gli appunti di Gelli, arrivano puntuali Pietro Longo (presentato da un certo Rosati, non paga la quota), Gabotto (presentato da Trecca, non paga la quota) e Menciarìoni (presentato da Cosentino, paga 300 mila lire). Il giorno successivo, alle dodici e trenta. Gelli inizia il giornalista De Andreis che paga 100.000 lire. Nel dossier c'è infine traccia di «brevetti da Maestro» (grado terzo della Massoneria) consegnati a Costanzo, Bisignani, Trecca, Danesi, Gervaso, Rizzoli, Tassan Din. Sandra Bonsanti

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