Bani Sadr rimane Capo dello Stato ma senza potere di Igor Man

Bani Sadr rimane Capo dello Stato ma senza potere I suoi seguaci però si preparano allo scontro Bani Sadr rimane Capo dello Stato ma senza potere Spalle al muro TEHERAN — Il presidente iraniano Bani Sadr, che mereoledì sera Khomeinl aveva destituito dalla funzione di capo supremo delle Forse Ansiate, è tornato ieri da Kermanshah, dove aveva presieduto una riunione dei comandanti militari sul fronte della guerra con l'Iraq. Al suo posto e stato nominato il facente funzioni di capo di Stato Maggiore, generale Fallahi, che passa per un fedele di Bani Sadr. Nei giorni scorsi, Il leader integralista Behesti aveva accusato il capo dello Stato di aver «violato la Costituzione» e di «non essere pia in linea con 1 principi dell'Islam*. Il giornale del presidente, «Enghelab Eslami», era stato chiuso d'autorità. Dopo l'annuncio della decisione di Khomelnl alla radio, il comando delle forze di terra ha diffuso un comunicato nel quale appoggia la decisione dell'ayatollah supremo, pur riaffermando l'Impegno a non intervenire nella lotta tra le Iasioni al potere, Un portavoce di Khomelnl ha affermato che Bani Sadr continuerà a mantenere la carica di presidente, ma senza potori reali, poiché i suoi avversari politici controllano il Parlamento ed il governo. Dimettersi o sottomettersi: Bani Sadr non sembra avere altra scelta, dopo la destituzione da comandante supremo delle Forze Armate. Ancora due giorni fa ha detto: «Non mi dimetterò mai. Lotterò contro la dittatura oscurantista del mullah fino all'ultimo respiro. Costi quel che costi». Oggi il «padre prediletto», lImam Khomeini, gli ha voltato le spalle. Il 28 gennaio del 1980, all'indomani della plebiscitaria elezione a presidente della Repubblica (con l'SO per cento circa dei suffragi), con quella sua solita aria un po' imbarazzata, col suo sorriso abituale ebbe a dirmi: «La mia elezione rappresenta la vittoria della coscienza e dell'autonomia del popolo». Quarantotto anni, figlio di un ayatollah, Bani Sadr ha studiato teologia a Teheran, primo fra gli allievi di Taleghani, che fu il più aperto dei religiosi iraniani. Arrestato un paio di volte, nel '61 e nel '64, dopo i moti guidati da Khomeini, va in esilio a Parigi per laurearsi in economia alla Sorbona. Negli anni del grande fiorire delle ideologie terzomondiste, Bani Sadr incontra un altro intellettuale persiano esiliato: Ali Shariat, ucciso, poi, a Londra dalla Savak. Sulla «pinta di Shariat, Bani Sadr rilegge il Corano in chiave moderna, ed ecco che per lui il concetto di imamat, un caposaldo ideologico interpretato dagli or•todossi in chiave, possiamo dire, apostolica, si trasforma in un principio rivoluzionario. Egli condisce l'Islam covi Marx ma anche con Ricardo, Gramsci con Marcuse, profeta del '68. Nel 1967, il giovane teologo si è recato a Najaf (Iraq) per incontrare Khomeini là esiliato. Spiega all'ayatollah che il rifiuto, la negazione non bastono piU. Si avvicina piuttosto il momento di preparare la piattaforma per un'autentico governo islamico che metta fine alla dittatura dello Scià. Da quell'incontro prende l'avvio la nuova stagione della rivolta sciita, culminata nella fuga dello Scià, cui segue il ritorno in patria di Khomeini dopo 15 anni di esilio. Sull'aereo dell'ayatollah viaggia Bani Sadr, che vedo per la prima volta stil pulmino che porta un gruppo di giornalisti dall'aeroporto alla città. Cinque milioni di persone hanno invaso Teheran, una folla delirante, e il professorino appare stordito. Quando gli chiedo: «E ora?», risponde; •Slamo solo al principio». Oggi siamo alla fine di un sogno democratico, di un paziente lavoro politico inteso a fare dell'Iran un Paese puramente islamico ma pluralista, non avulso dal contesto internazionale? Al suo ritorno in patria, dopo aver rifiutato per un anno cariche pubbliche, Bani Sadr fa il supervisore dell'economia, poi accetta la carica di ministro degli Esteri. Contrario alla linea dura sulla questione degli ostaggi (»i veri ostaggi siamo noi»/, si dimette, mantenendo il portafoglio dell'economia. Alcune leggi. gli guadagnano grande popolarità. Da presidente, nel momento grave della guerra con l'Iraq, dimostra capacità eccezionali come comandante delle Forze Armate. Ma ha il torto di battersi per la libertà, e gli integralisti lo combatteranno fin dal primo momento. Oggi Bani Sadr è con le spalle al muro. Lunedi si avranno a Teheran due manifestazioni: una contro, l'altra prò Bani Sadr. E poiché ogni conciliazione tra il presidente e gli integralisti appare, al momento, impossibile, non si vede come uno scontro, 'anche sanguinoso, possa essere evitato in Iran. A breve o a lunga scadenza. Ancora una volta «slamo solo al principio». Forse al principio della/ine. Igor Man Bani Sadr