Strage di Bologna: Tuti minaccia i giudici al processo contro i neofascisti di «Quex»

Strage di Bologna: Tuti minaccia i giudici al processo contro i neofascisti di «Quex»Sospeso il dibattimento, la difesa ha sollevato eccezioni di incompetenza del tribunale Strage di Bologna: Tuti minaccia i giudici al processo contro i neofascisti di «Quex» DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE BOLOGNA — Uno scoglio, l'unico, sulla strada del processo a otto imputati dell' «aristocrazia» neofascista per apologia di reato e 11 dibattimento si arresta. Il tribunale condivide, almeno in parte, il punto di vista della difesa, si dichiara incompetente e ordina l'invio delle carte all'ufficio del pubblico ministero. Della rivista «Quex», di molti documenti e delle «verità» sulla strage alla stazione di Bologna, non si è parlato. Sembra un successo dei difensori dei fascisti, ma potrebbe essere una vittoria soltanto apparente perché il dibattimento forse ricomincerà lunedi di fronte ai giudici della corte d'assise, convocati per la prossima settimana. I neofascisti, pur dichiarando di disprezzare la «giustizia dei regime», hanno detto di volersi difendere. Mario Tuti — all'ergastolo per l'assassinio di due poliziotti, rinviato a giudizio per la strage del treno Italicus e uccisore, con Pierluigi Concutelli, a Novara, di Ermanno Buzzi, che era all'ergastolo per la strage di Brescia — ha proclamato: •£' nostra intenzione difenderci da accuse strumentali, false e spregevoli che mirano a coprire fatti ben più gravi». Quali? Non lo dice. Gli imputati erano divisi nelle due gabbie dell'aula magna. A destra Angelo Izzo, l'assassino del Circeo; il sanbabilino Maurizio Murelli; Mario Guido Naldi, responsabile di «Quex»; di fronte Edgardo Bonazzi, accoltellatore di un giovane di Lotta continua; e Tuti. Più tardi arriverà Sergio Latini. Latitanti Fabrizio Zani e Jeanne Co- Gli imputati hanno subito chiesto di potersi riunire per concordare la linea di difesa. Sono le 9,20 quando nell'aula si ode la voce di Tuti, carica di aggressività. 'Chiediamo a voi che muovete i processi e le prove di espletare tutti i nostri diritti di difesa». Il presi¬ dente Mario Antonacci ribatte: «Stia attento che se continua cosi la faccio allontanare». E' il segno che gli imputati forse aspettavano. Scatta Izzo. l'espressione stravolta : 'Putfoni. Porco, maiale, farai la fine di Amato». Gli fa eco Tuti. dall'altra parte dell'aula: «A Novara abbiamo dimostrato che la giustizia rivoluzionarla può essere lenta, ma ha già colpito ed è ben peggiore della vostra». Arriva l'ordine di sgombero. Fuori gli imputati, ce una pausa di due ore e quando il dibattimento riprende, si avverte la sensazione che non andrà avanti. Il punto di vista dei neofascisti viene illustrato da Tuti attraverso le sbarre della gabbia: 'Questa storia della strage è una montatura della magistratura bolognese. Dunque bloccare il dibattimento e cosi impedire la pubblicazione di alcuni documenti: l'obiettivo della difesa è apparso subito scoperto. L'avv. Franco Alberini, di Venezia, ha puntato sull'incompetenza dei tribunale, il p.m. Claudio Nunziata gli ha ribattuto sottolineando come in •Quex» si sia fatta l'apologia del fascismo, reato di competenza del tribunale. In ogni caso, ha aggiunto il p.m.. non sarebbe toccato ai giudici dell'aula decidere. Cosi il rinvio. v. tess.

Luoghi citati: Bologna, Brescia, Novara, Venezia