Secondo Calvi è dovuta a un equivoco la scalata della Centrale alle «Toro» di Marzio Fabbri
Secondo Calvi è dovuta a un equivoco la scalata della Centrale alle «Toro» RIPRESO IL PROCESSO CONTRO IL BANCHIERE E ALTRI 9 FINANZIERI PER ESPORTAZIONE DI VALUTA Secondo Calvi è dovuta a un equivoco la scalata della Centrale alle «Toro» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MILANO — Seduto davanti ai giudici, la caviglia sinistra appoggiata sul ginocchio destro a sostenere un pacco di fogli cui fa continuo riferimento, Roberto Calvi dà il via a quel confronto che è il clou del processo contro di lui e altri nove finanzieri per esportazione illecita di valuta realizzata con due operazioni di acquisto, da parte della Finanziaria Centrale, di titoli «Toro Assicurazioni» e «Credito Varesino». E' puntiglioso nella ricostruzione, parte da lontano assecondato dal presidente, sviluppa quello che vuole essere un discorso organico, ma non può sfuggire alle contraddizioni che sono insite nei fatti e che lui stesso ammette. Semplificando prima fra tutte quella che la Centrale, negli stessi giorni, da un lato rastrellava sul mercato titoli Toro per assicurarsi 11 controllo effettivo della società e dall'altro comprava e vendeva gli stessi titoli cosi come fa «qualsiasi finanziaria., ha cercato di spiegare. Punto particolarmente debole della versione e che secondo Calvi a vendere le azioni Toro all'estero era stato ring. Lauro, amministratore delegato della società di cui Calvi era vicepresidente. Ma Lauro è morto e cosi vale solo l'affermazione fatta da Calvi davanti ai giudici che l'amministratore delegato agiva senza sapere che l'operazione di rastrellamento aveva portato all'acquisto di 550 mila titoli dal gruppo Bonomi. Da parte Bua il vertice della Centrale avrebbe scoperto quella ven¬ dita solo di recente, nel 1980, dopo dunque che l'operazione aveva attratto l'attenzione della magistratura. « Una contraddizione, ha commentato il finanziere cercando di dare a questa sua ammissione il to.10 di chi commenta un fatto trascurabile. L'udienza si è aperta con un'ultima raffica di eccezioni dei difensori nell'estremo tentativo di far saltare 11 processo. Questo il ragionamento: poiché per gli stessi reati è pendente un processo per il reato di truffa e falso in comunicazioni sociali, bisogna attendere la fine di quello per celebrare questo. Lunga permanenza in camera di consiglio e alla fine il tribunale rimuove quest'ultimo ostacolo all'ingresso nel vivo della materia respingendo tutto. Comincia la lettura di tutti gli interrogatori resi da Roberto Calvi nell'arco di quasi due anni Spiegati i suoi rapporti con il presidente e che egli stesso era in posizione diversa dall'altro vicepresidente perché la sua posizione risentiva del fatto che era anche presidente dell'Ambrosiano, Calvi arriva al primo nocciolo: l'operazione Toro Assicurazioni. .11 principio alta base dell'operazione era che la Centrale non dovesse intervenire in Borsa e cioè che era fatto carico al gruppo Zanon di fare affluire offerte di titoli... p>?r ottenere il governo della Toro. Era stato precisato che se si fosse raggiunto lo scopo i titoli del gruppo Zanon avrebbero votato a favore della Centrale.. Spiega Calvi che nel "73 anche il gruppo Bonomi ra¬ strellava titoli Toro, ma che presto fu raggiunto un accordo e Bonomi vendette alla Centrale dando a questa la «maggioranza di voto» con un pacchetto di 550 mila azioni. Ma, e qui sta il punto debole di questa prima testimonianza, «dalla ricostruzione che fu fatta dagli uffici della Centrale a seguito degli addebiti mossi nel luglio '80 fu constatato che a cavallo dell'acquisizione dei 550 mila titoli erano avvenute altre operazioni di acquisto della Toro... Evidentemente l'amministratore delegato non prevedeva che avvenisse l'acquisto delle 550 mila e perciò continuava ad agire su titoli Toro che vennero ceduti mediante negoziati da lui coordinati a controparti estere.. Seconde l'accusa è la prima fase dell'operazione che prevede qualche mese dopo l'acquisto degli stessi titoli dalle controparti estere Marzio Fabbri
Persone citate: Bonomi, Roberto Calvi
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