Per Mandelli è imminente un disastro dell'economia di Walter Mandelli

Per Mandelli è imminente un disastro dell'economia Allarme del vicepresidente della Conf industria Per Mandelli è imminente un disastro dell'economia TORINO — • Nessun Paese, nelle condizioni dell'Italia ha mai risolto i suoi problemi senza una dittatura. Io voglio ancora credere che noi ce la faremo*. Walter Mandelli. vicepresidente della Conf industria, ha parlato ieri a ruota libera alla riunione della Camera di Commercio Americana in Italia, indetta per presentare il nuovo console generale a Genova. Peter Murphy. Mandelli ha espresso gravi preoccupazioni per il *disastro economico e politico* nel quale si trova il Paese. 'Tra pochi anni — ha detto — o forse tra pochi mesi i nostri nodi verranno al pettine: salterà la bilancia dei pagamenti, salterà tutto*. C'è ancora tempo per rimediare, ma occorre muoversi con pragmatismo, affrontare problemi concreti. •Siamo tutti molto arrabbiati perché il dollaro è a 1200 lire. Andrà a 1500 se non lavoreremo di più e consumeremo di meno. E' facile dire che questa situazione è colpa degli americani: la realtà è che per troppo tempo rincorrendo gli ideali abbiamo rincorso le nuvole, sema guardare dove mettevamo i piedi. Molta gente, in Italia, vive bene e non produce niente. Bisogna veri¬ ficare da capo il nostro modo di vivere*. Secondo Mandelli. la situazione attuale è dovuta agli errori commessi negli ultimi anni nei rapporti tra industria e sindacato, che hanno portato a inseguire il miraggio dell'egualitarismo. «Quando scopriremo che gli uomini non sono tutti uguali ci sarà più civiltà. Abbiamo riscoperto il mito del buon selvaggio, disconoscendo le ragioni per le quali gli uomini vivono in una società. Il risultato è che i poveri avevano più case nel '68 di quante ne possiedano ora, che quelli die erano meno difesi allora sono ancor meno difesi adesso, e che le maggiori conseguenze di questa crisi ricadono sui più deboli*. Un paese, ha detto ancora Mandelli. deve lavorare molto se vuole consumare molto, mentre negli ultimi anni la tendenza è stata quelia di innalzare il livello dei salari senza aumentare contemporaneamente la produzione. Il quadro pressimistico dipinto dal vicepresidente della Confindustria è stato salutato con applausi di approvazione da parte dei circa cinquanta imprenditori piemontesi associati aU'»American Chambre of Commerce in Italy », riuniti per una presa di contatto, dopo la chiusura del Consolato americano di Torino, con il nuovo rappreseli tante statunitense a Genova. Peter Murphy. laureato a Harvard, è stato capo di gabi netto del segretario degli affari consolari del Dipartimento di Stato, ha svolto la sua attività all'ambasciata di Parigi e nei consolati di Milano. Nizza. Cordova e Monaco. Torna in Italia dopo una pau sa di sette anni, e afferma di non aver trovato il nostro Paese molto cambiato. -Quando sono partito si parlava del caso Valpreda e quando sono tornato sui giornali si continuava a parlare del caso Valpreda. In realtà i problemi dell'Italia sembrano molto più gravi quando sono insti dall'esterno e si ridimen sionano quando uno ha la possibilità di valutarli da vicino». Murphy ha detto di attendere con impazienza, per una parziale soluzione delle ten sioni create in Europa dal nuovo corso del dollaro, l'arri vo del nuovo ambasciatore a Roma Maxwell Rabb, «un uomo molto preparato, che co nosce a fondo i problemi dell'Italia*. Vittorio Sabadin