Resi noti i documenti che rivelano chi era realmente iscritto alla P2

Resi noti i documenti che rivelano chi era realmente iscritto alla P2 IL «VENERABILE MAESTRO» VOLEVA UN'ORGANIZZAZIONE MONDIALE Resi noti i documenti che rivelano chi era realmente iscritto alla P2 Le camere hanno diffuso il secondo dossier sulla loggia: si tratta delle ricevute di pagamento delle quote Nuovo materiale giunto da Milano alla commissione Sindona - Gli aiuti di Gelli ai fratelli - Cos'è l'Omnam ROMA — Dopo gli elenchi, le ricevute di pagamento delle quote. Ma. mentre Camera e Senato rendevano pubblico il secondo dossier di documenti della P2. alla commissione Sindona erano già arrivate le nuove carte spedite dai giudici di Milano. Sono le più importanti, anzi le pezze d'appoggio decisive per stabilire chi ha realmente avuto a che fare con la loggia di Gelli: il terzo dossier contiene infatti, tra l'altro, anche un certo numero di fotocopie di assegni intestati a Gelli con la firma dei •fratelli*. Un crescendo che dimostra come il primitivo elenco non fosse un insieme raffazzonato di nomi (anche se alcuni ci possono essere finiti per caso e altri possono mancare) bensì un documento che ha alle spalle una storia 'amministrativa e contabile» molto dettagliata e quasi scrupolosa. Oltre ad alcune importanti conferme sui nomi degli iniziati il dossier numero due messo ieri a disposizione di parlamentari e giornalisti, contiene una cartella intitolata «Ompam», una sigla che si riferisce al sogno segreto (e non tanto) di Gelli di riunire in un solo gruppo le maggiori personalità della massoneria internazionale. Per questo aveva lavorato sin dal '76-'76: aveva acquistato una villa in via Romagna, a Roma, che. sembra, avesse pagato cinque miliardi. L'-Ompam. («Organizzazione mondiale per l'assistenza massonica») avrebbe in un certo senso assorbito anche la P2. nucleo originario del suo progetto. In essa Gelli voleva arruolare anche i capi distato. Questa •categoria», infatti, compare al punto quattro del codice sequestrato presso Arezzo: ma negli elenchi di iniziati si trova un solo capo di Stato: William Tolbert della Liberia, morto qualche anno fa. La futura organizzazione internazionale di Gelli aveva Incuriosito già nel '76 un giudice romano, Vittorio Occorsio, ucciso nel luglio di quell'anno da un commando di «Ordine Nuovo». I magistrati ora hanno riaperto le indagini. Dossier «Gmpam. — E' costituito da poche paginette. La copertina porta soltanto la scritta -O.M.P.A.M.». All'interno un codice suddiviso in 9 categorie di attività, più tre sigle (E-effettivo; H-onorario: l'anno di iscrizione a partire dal '75). Sigle formate usando questo codice si trovano accanto ad ogni nome indicato nell'elenco della P2 e già noto. Ad esempio il prof. Fausto Antonini, che è il primo della lista, ha per codice: «E.I.9.77», il che significa, E-effettivo, I-massone. 9-categorìa «Enti vari». 77-anno dell'iniziazione. Il gen. Gianadelio Maletti. invece è riportato con la sigla -E.18.77. perché il numero 8 secondo il codice è quello corrispondente alla categoria dei militari. Uno dei pochi soci onorari è l'ex capo della polizia argentina di Peron. intimo amico di Gelli, José Lopez Rega. sotto il codice «H.I5.T7». Subito dopo la pagi netta con le categorie, salta fuori il codice vero e proprio. Si era detto che Gelli avesse sempre celato i nomi degli iscritti alla «P2» per mezzo di un codice inventato a suo tempo da un appartenente ai servizi segreti. E' stato anche detto che lo stesso cifrario fu usato per redigere il tabulato dei 500 esportatori di valuta attraverso le banche dì Sindona. Ovviamente Gelli può averlo adoperato anche per manda¬ re messaggi riservati. Contribuii di' Gelli — Si tratta di una rubrica di una ventina di pagine in cui il «maestro venerabile» teneva la contabilità di alcuni versamenti in milioni effettuati a favore dei «fratelli». L'elenco è lungo: Bandiera (1 milione). Belluscio (due per contributo elettorale nel '76). Bisignani. ex collaboratore di Stammati (13), Buono (12 per conto della corrente di Magistratura Indipendente di cui fa parte). ■Carmelo» (Spagnuolo?) 5. «Ciccio» (Cosentino) 6. «Filippo» (De Jorio?) 8. più un altro milione. Vari versamenti riguardano Giordano (Gamberini?): nel '75 per un totale di 35 milioni, in un'altra occasione tre milioni. Spartaco Mennini. attuale gran segretario del «Grande Oriente» avrebbe preso, nel '76. 12 milioni. Una pagina è dedicata a Mino Pecorelli: il 9 aprile del '76 gli dà 3 milioni, mezzo milione il mese successivo: poi alla data 16-9-76 compare la scritta «contributo per Ugo e Bisaglia- 10 milioni. Su un altro foglio è segnato un versamento per complessivi 27 milioni a Lino (Salvini?). Sotto la dicitura Carmelo compare inoltre il seguente appunto: «1975 Maik 20 milioni' : è probabile che si riferiscano ad un versamento effettuato a Spagnuolo nell'anno in cui questi firmò il famoso «affidavit» contro l'estradizione dì Sindona dagli Stati Uniti. A «Ciccio» inoltre in occasione di 'pratica Alberto' e «pratica visita Rizzo* Gelli versa rispettivamente 25 e 20 milioni. Altri ventidue il «maestro venerabile» donò ai terremotati del Friuli. Per l'arredamento della sua sede. Gelli non badò a spese: 49 milioni di cui sedici in tappeti. Anche per i viaggi tra il '74 e il '76 i fondi non mancarono: furono stanziati più di sedici milioni. Alla data del 23-8-78 Gelli annota «spese Ginevra mit. Calvi-Ferrari 534 mila*. Nel maggio del '76 13 milioni se ne vanno in spese per un congresso a Rio. in cui annunciò l'acquisto della casa di vìa Romagna per 5 miliardi. Elenco con sottolineature in giallo e ricevute di pagamento. Sono due fascicoli separati, ma che riguardano la situazione contabile della loggia. Da essi si possono ricavare due elenchi: di chi era in regola con i pagamenti e di chi. invece, non aveva mai pagato. Secondo le matrici in possesso di Gelli (dieci blocchetti con ricevute numerate da 1 a 500) risulta che hanno compiuto versamenti tra gli altri: Francesco Cosentino. Giuseppe Battista. Angelo Rizzoli. Roberto Calvi. Bruno Tassan Din, Mario Diana, Raffaele Giudice, Giulio Grassini, Enrico Aillaud. Bruno Palmiotti, Loris Corbi. Roberto Gervaso. Maurizio Costanzo. Franco Di Bella. Elio Cioppa, Lorenzo Davoli. Vanni Nisticò. Franco Salomone. Federico D'Amato, Antonio La Bruna. Gianaldo Arnaud. Giampaolo Cresci. Emo Danesi, Gino Birindellì, Rolando Picchioni. Paolo Mosca. Roberto Ciuni. Cesare Golfari. Michele Principe. Giorgio Mazzanti. Leonardo Di Donna. Gianni Cerioni. Giorgio Zicari, Guido Barbato, Giampiero Del Gamba. Vito Napoli e Massimo Cencelli. Tra coloro la cui matrice è rimasta a Gelli insieme alla «figlia» perché la quota non fu versata, risultano fra gli altri: Egidio Carenini, Luigi Bisignani. Antonio Viezzer, Franco Picchiotti, Mario Pedini. Antonio Buono. Gustavo Selva. Massimo De Carolis, l'amm. Torrisi, Antonio Baslini. Publio Fiori, Franco Foschi, Domenico Pone, Gianadelio Maletti, Giuseppe Santovito. Costantino Belluscio. Francesco Malfatti. Silvano Labriola. E' probabile che oggi stesso si comincino ad avere dalla commissione Sindona i primi riscontri attraverso gli assegni versati a Gelli. A palazzo San Macuto, inoltre, si discuterà del caso Fiori, il deputato de incluso nella lista di Gelli il quale, assieme a tre altri suoi colleghi presunti «piduisti» hanno denunciato nei giorni scorsi i componenti della commissione per aver rivelato la lista. Comunisti e missini hanno già chiesto al presidente De Martino le dimissioni di Fiori dalla commissione Sindona. Sandra Bonsanti Ruggero Con te due a