Br si difende: «Credevo nella rivolta popolare» di Claudio Cerasuolo

Br si difende: «Credevo nella rivolta popolare» Letto in aula alle Vallette il comunicato n. 6 Br si difende: «Credevo nella rivolta popolare» TORINO — Il gruppo dei 19 detenuti al processo Br alle Vallette ha rotto un silenzio che durava da dieci giorni. Angela Vai, a nome di tutti gli altri, ha letto il comunicato n. 6, tutto dedicato alla Fiat. L'analisi sull'azienda torinese, da sempre nel mirino dei terroristi, parte dall'accordo dell'ottobre scorso tra sindacato e Fiat che portò ai 23 mila dipendenti in cassa integrazione. Dice il comunicato Br: «71 "metodo" usato dall'azienda che è alla testa della borghesia nostrana nell'attuazione di un progetto di annientamento politico della classe operaia, si riversa con effetti moltiplicatori' contro tutti iproletarim. Lo slogan finale è il solito: -Lavorare tutti, lavorare meno, per distruggere il modo di produzione capitalistico: La ventunesima udienza è proseguita poi con le arringhe dell'avvocato Bianca Guidetti Serra che parlava per cinque imputati: il biellese Sergio Corli, gli ex-operai Fiat Giuseppe D'Amore é Mario Contu, il commercialista Franco Sanna e il figlio di Petra Krause, Marco Ognissanti. Sergio Corli, 42 anni, tipografo, ex-consigliere comunale di Occhieppo Inferiore, accettò di nascondere un carico di armi *non tanto per le Br ma piuttosto perché credeva in una rivoluzione popolare'. Per lui il pubblico ministero aveva chiesto 8 anni di reclusione. Il legale ha chiesto una riduzione di pena cambiando l'imputazione in semplice partecipazione a banda armata. Giuseppe D'Amore, 30 anni, ferroviere, ha offerto il suo alloggio per alcune riunioni della direzione strategica delle Br ma non gli era consentito parteciparvi. Una strana militanza la sua, ai margini dell'organizzazione. Affittò un alloggio a Loano ma non sapeva nemmeno se sarebbe servito ai terroristi come covo o come residenza per le vacanze. Anche per lui Bianca Guidetti Serra ha chiesto una riduzione di pena (8 anni per il pm). Franco Sanna, 45 anni, commercialista,, nega di aver mai fatto parte delle Br. Acquistò un appartamento a Roma, dopo essere stato contattato da Raffaele Fiore, capocolonna prima di Patrizio Peci. In segui¬ to ebbe dei dubbi, cercò di sganciarsi con piccoli stratagemmi, arrivando in ritardo agli appuntamenti, manifestando insofferenza, ma senza osare mai apertamente un rifiuto per paura. Marco Ognissanti, minorenne all'epoca dei fatti, sarebbe stato trascinato suo malgrado nell'organizzazione ma afferma di essersi ben presto dissociato «per profonde divergenze politiche», per lui, dice la difesa, si può applicare l'art. 309, vale a dire la non punibilità. Infine, l'ex-sindacalista Mario Contu, contro il quale c'è soltanto una accusa di Peci, che però non lo conosceva di persona:' assoluzione con formula piena è stata la richiesta del legale. Le arringhe difensive dovrebbero concludersi in setti- mana Claudio Cerasuolo

Luoghi citati: Loano, Occhieppo Inferiore, Roma, Torino