Bambino allergico: non è un dramma però è importante scoprire la causa di Renato Rizzo

Bambino allergico: non è un dramma però è importante scoprire la causa Gli sviluppi dell'immunologia pediatrica, in un convegno torinese Bambino allergico: non è un dramma però è importante scoprire la causa Alimenti, polline, anche la polvere di casa possono essere motivo di reazioni sgradevoli Se non esiste «rimedio» per la prima volta, occorre evitare il ripetersi del fenomeno TORINO — «Il bambino ha la faccia gonfia e gli occhi che lacrimano-. Oppure: «Ha tutto il corpo coperto di chiazze-. Oppure ancora: -Da qualche minuto respira a fatica e si lamenta-. L'apprensione dei genitori, di fronte ad un malanno apparentemente inspiegabile clie colpisca un loro figlio può diventare spesso ansia ed angoscia: il timore del peggio, l'impotenza. L'allergia è un fenomeno spesso improvviso e che si scatena, la prima volta almeno, senza possibilità di prevenzione. Una «patologia» di imponente diffusione: stando alle statistiche circa un bambino su 5 nell'arco di vita che va dalla nascita ai 14-1G anni, presto o tardi presenta disturbi di questo tipo. Un mosaico di reazioni che va dagli eczemi alle orticarie, dalle riniti alle enteriti all'asma. Cause scatenanti? -Teoricamente è impossibile enumerare gli "allergeni": ogni prodotto, ogni alimento, ogni pianta o animale può produrre allergia. Nel concreto, però, il campo si restringe agli alimenti. ai farmaci ed all'ambiente-. A fare questa considerazione è il prof. Mario Crosato. primario della divisione pediatrica dell'ospedale Martini di Torino che ha retto la segreteria scientifica del convegno sul\'« Allergologia pediatrica- conclusosi ieri dopo due giorni di lavori al Centro Incontri della Cassa di Risparmio Torinese. Il «meeting-, che ha visto la partecipazione dei più illustri specialisti in materia, ha messo in luce i progressi compiuti in questo settore della pediatria anche grazie agli sviluppi dell'immunologia. Oggi si è in grado di controllare e combattere le manifestazioni allergiche dell'infanzia, evitando che degenerino ed accada, come succedeva un tempo, che. ad esempio, il 5 per cento dei bambini colpiti da pollinosi («raffreddore del fieno-) vada incontro all'asma. «Esiste una sorta di classificazione delle varie allergie dei bambini in base alla loro età — spiega il dott. Zannino, pediatra allergologo al Martini — nel primo anno si notano soprattutto reazioni agli alimenti; dal secondo al quarto alla polvere; dal quarto in aitanti a piante ed erbe-. L'allergia agli alimenti è circoscritta quasi esclusivamente a quelli di tipo proteico come latte di vacca, uova e certi tipi di carne: «Danno — aggiunge il prof. Crosato — noie di carattere gastroenterico ed eruzioni cutanee: si sono verificati casi di neonati che pur alimentandosi al seno, hanno manifestato questo tipo di allergia solo perché la madre bevevapiù d'un quarto di litro di latte di vacca al giorno-. In genere il bambino «intollerante» al latte vaccino mostra allergia anche alla carne bovina ed è necessario, quindi, modificare la sua dieta introducendo agnello o coniglio o cavallo. Una volta accertato che nostro figlio è allergico a «qualcosa», come individuare la causa scatenante del suo male? Se il problema è alimentare, il medico ne coglierà la «radice- attraverso una progressiva eliminazione dei vari «piatti-: se. invece, è d'altro tipo l'indagine è affidata ai test cutanei: si deposita una goccia di preparati allergici (in genere il ventaglio è ristretto a 10-15 dall'indagine del sanitario e in base anche alla stagione in cui s'è manifestata la malattia) su un braccio e si punge con un ago: un leggero gonfiore avverte a quale di questi composti chimici l'organismo ha risposto positivamente, cioè è avvenuta una reazione. Quali le cure per eliminare. o. almeno attenuare i sintomi dell'allergia, una volta accertate le sue cause? Soprattutto una terapia «prestagionalese si tratta di reazioni all'ambiente come le riniti o i raffreddori da fieno: «Si iniettano nell'organismo — aggiunge il prof. Crosato — piccole dosi di preparati che neutralizzano, a poco a poco, le reazioni-. Una sorta di «mitridatizzazione- che porta alla quasi immunità: «Non si può più parlare di desensibilizzazione, ma di iposensibilizzazione, in quanto siamo di fronte ad una regressione, non ad una scomparsa dei sintomi-. E per le allergie alla polvere di casa, al pelo di gatti, cani, cavalli, alle piume? Il rimedio più semplice è tenersi lontani da questi «agenti» e diffidare, soprattutto, di chi promette (sembra incredibile, ma è successo) miracoli con preparati ottenuti empiricamente, magari filtrando peli d'animali, e somministrati come cura. E per le allergie ai medicinali? Il dott. Zannino precisa: «Non esistono test validi per stabilirle. In ogni caso si trovano. oggi, in commercio tanti farmaci di diversa composizione anche se utili per la stessa malattia: si dovranno scegliere, in base alle reazioni del piccolo paziente, alcuni piuttosto di altri-. Ma. come evitare il rischio della «prima volta-? «Se l'organismo non si è ancora sensibilizzato (non ha. quindi, assunto mai un determinato farmaco) questo rischio nonc'è-. L'allergia è ereditaria? Gli scienziati lo escludono: i genitori o i parenti prossimi non trasmettono al bambino le loro malattie, ma soltanto una predisposizione all'allergia. «Se il padre o la madre sono, ad esempio, asmatici — commenta il dott. Zannino — il figlio potrà manifestare orticaria, allergia al latte, pollinosi-. Le statistiche mettono in cifre questo «rischio-: 30-40 per cento di possibilità di allergie per un bambino che abbia entrambi i genitori affetti da malattie di questo tipo: 20-30 per cento se a soffrirne è uno solo: 10-15 per cento se ad avere allergie è un parente prossimo. Renato Rizzo

Persone citate: Crosato, Mario Crosato

Luoghi citati: Torino