Caso Moro: riviste le posizioni di Piperno, Pace e Toni Negri?

Caso Moro: riviste le posizioni di Piperno, Pace e Toni Negri? Istanza dei legali degli uomini della scorta uccisi Caso Moro: riviste le posizioni di Piperno, Pace e Toni Negri? DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — -Il terrorismo brigatista e la lotta dell'Autonomia hanno operato in felice simbiosi». E ancora: ■// cammino che conduce all'agguato di via Fani e al sequestro e all'assassinio dell'on. Moro è stato tracciato da Autonomia Operaia». Sulla base di queste considerazioni, confortate da una serie di testimonianze rese da terroristi pentiti e da nuove prove, emerse dopo il 15 gennaio scorso, data del deposito della sentenza di rinvio a giudizio, un gruppo di difensori di parte civile ha presentato ieri una istanza alla Procura della Repubblica di Roma perché venga riaperta l'inchiesta sul caso Moro allo scopo di rivedere la posizione processuale di Franco Piperno. Lanfranco Pace e Toni Negri. Secondo gli avvocati (Odoardo Ascari di Bologna. Guido Calvi. Armando Costa. Luigi Li Gotti. Luciano Revel. Fausto Tarsitano e Giuseppe Zupo, tutti di Roma) che assistono i familiari di Raffaele Iozzino. Giulio Rivera e Domenico Ricci (tre uomini della scorta di Moro trucidati in via Fani dalle Brigate rosse) gli elementi emergenti da questo nuovo materiale sono tali da collocare Piperno, Pace e Negri sotto una nuova luce. Nella ordinanza di rinvio a giudizio di gennaio, invece. Negri venne prosciolto per insufficienza di prove e nei confronti dei due leader autonomi, legati alla rivista «Metropoli», non si ritenne di procedere per i vincoli imposti dall'atto con il quale la Francia concesse la loro estradizione. Secondo i difensori di parte il primo elemento a sostegno della loro tesi è costituito dalle conferme rese da due pentiti (Marco Barbone e Marco Donat-Cattin) sulla cosiddetta «operazione Metropoli», il tentativo cioè dei dirigenti della rivista di infiltrare nelle organizzazioni armate uomini fidati per impadronirsene e controllarle. Sempre a propo sito di «Metropoli», di cui Pi perno e Pace erano - ispiratori e solerti collaboratori», gli avvocati ricordano che Barbone ha affermato che « Valerio Morucci quando si allontanò dalle Br, consegnò le armi che aveva sottratto al gruppo fondatore di Metropoli». Che Metropoli fosse una -organizzazione armata a livello nazionale facente capo a Piperno. Pace e Scalzone» lo hanno rivelato anche altri «pentiti, come Roberto Sandalo. Fabrizio Giai. Enrico Pasini-Gatti. Piero Bonanno e Paolo Morandini. Per quanto riguarda, infine. Toni Negri i penalisti fanno riferimento alla requisitoria di Pietro Calogero depositata a Padova nei giorni scorsi ed in cui viene documentato come -l'accordo tra Potere Operaio, prima, ed Autonomia Operaia, dopo, con le BR continua e permane fino a dopo il sequestro e l'omicidio dell'on. Moro».

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