Nella grande rada di Augusta nascerà un porto commerciale

Nella grande rada di Augusta nascerà un porto commerciale Potrà contribuire al rilancio economico della città Nella grande rada di Augusta nascerà un porto commerciale Il progetto è di ampliare il ruolo dello scalo ora adibito solo al traffico petrolifero - Diventerà una «via» obbligata per importatori ed esportatori siciliani SIRACUSA — Il traffico nel porto di Augusta si aggira sui trenta milioni di tonnellate l'anno ed è quasi interamente composto da petrolio greggio. In certi anni ha superato persino i SO milioni di tonnellate. Nella grande rada naturale si trovano giornalmente alla fonda decine di navi-cisterna. E' stato l'insediamento di industrie petrolchimiche e di raffinerie a far diventare il porto di Augusta (una voltascalo per piccoli bastimenti ai quali era affidato lo scambio commerciale con altri porti siciliani) uno dei più importanti porti industriali d'Europa, secondo soltanto a Genova e Marsiglia. Ma un porto dove il traffico, anche se abbastanza sostenuto, è limitato al petrolio, non può essere fonte di ricchezza per i privati. La popolazione non ne trae alcun beneficio. I portuali e gli operatori economici neanche. Le petroliere scaricano il greggio direttamente nei serbatoi delle raffinerie e se ne vanno senza apportare significativi benefici alla economia della città. Nessuna sorpresa, allora, se si vuole allargare 11 ruolo del porto di Augusta, se hanno deciso di farlo diventare porto commerciale, grande emporio dove attraccheranno non solo le superpetroliere giapponesi, ma anche le navi mercantili cariche di merce varia, navi che porteranno mercanzie da tutto il mondo portando via, verso tutti i continenti, i prodotti siciliani. Il progetto è di trasformare il porto «petrolifero» di Augii sta in una sorta di grande •polmone azzurro» della Sicl lia, un porto che rappresenti la via marittima obbligata per gli esportatori e gli importa' tori siciliani. *Il porto di Augusta*, dicono gli operatori economici, 'rispetto ai porti siciliani già esistenti ha una posizione di vantaggio. Si trova al centro del Mediterraneo. Una sua funzione commercia' le ci darà grandi soddisfazioni*. I porti di Messina e Catania, dicono, hanno molti limiti; quello di Siracusa è essenzialmente turistico. Un altro vantaggio del porto di Augusta è la sua conformazione. Si tratta del porto naturale più grande tra quelli esistenti nel bacino del Mediterraneo, vastissimo, profondo, sicuro, in condizioni di ospitare qualsiasi «cargo», di qualunque stazza. Lo stesso non può dirsi di Catania, il cui porto ha un fondale troppo basso, continuamente insabbiato, per cui certe navi sono costrette a restare in rada. L'Asi (Area di sviluppo industriale) di Siracusa ha curato la stesura di due progetti speciali per la realizzazione di opere viarie e infrastnitturali varie il cui costo supera i cento miliardi. Nel progetto è stata inserita anche la realizzazione di un approdo privato e di altre opere portuali. Sono stati stanziati ventotto miliardi e i lavori cominceranno entro l'estate. Si calcola che fra quattro anni il porto di Augusta potrà cominciare a svolgere in grande stile la sua nuova funzione di «porto commerciale». Se le speranze si avvereranno, esso potrebbe un giorno competere, anche per volume di traffico mercantile, con Genova. Le prospettive sono state recentemente esaminate in un interessante convegno «svoltosi per iniziativa del «Lions» di Augusta e al quale hanno preso parte, tra gli altri, l'on. Merli (al cui nome è legata la legge contro l'inquinamento), il prof. Legittimo segretario generale del centro studi problemi portuali di Roma, il dottor Franchi, direttore generale del demanio e porti del ministero della Marina mercantile, l'aw. Nicotra, presidente dell'Asi, il comandante Giannossi, primo pilota del porto di Augusta. L'orientamento dei convegnisti è stato abbastanza otti¬ mistico: Augusta può «lanciare» il suo porto commerciale, «polmone azzurro» della Sicilia orientale. Lo sviluppo economico, infatti, non è in contrasto con il disinquinamento, ma la legge Merli dev'essere costantemente tenuta d'occhio e applicata. L'unico «memento», per altro molto discreto, è stato espresso dal prof. Legittimo il quale, dopo un accenno alla riforma portuale da anni in frigorifero, ha ricordato che non sono le infrastrutture a fare i porti: lo dimostrano i piccoli scali commerciali i quali, nonostante la vicinanza di porti affetti da «gigantismo», tengono bene e prosperano. Franco Sampognaro

Persone citate: Franco Sampognaro, Nicotra