Storia di una donna che contrastò i br di Claudio Cerasuolo

Storia di una donna che contrastò i br Storia di una donna che contrastò i br TORINO — Ancora una richiesta di non punibilità per un'imputata che molto tempo prima della cattura si è dissociata apertamente dal partito armato. L'ha fatta l'avvocato Mirini, difensore di Maria Cristina Vergnasco, moglie del biellese Mauro Curinga nel cui orto i carabinieri scoprirono parte dell'arsenale delle Br. Al processo Br che si celebra alle Vallette i legali degli imputati insistono su due temi di fondo: l'errata impostazione dei giudici istruttori e del pubblico ministero che hanno etichettato con la qualifica di organizzatori di banda armata quasi tutti i 73 componenti la colonna torinese Br; la non punibilità prevista dall'art. 309 del codice per chi, prima dell'arresto, si sia apertamente dissociato dal partito armato. Maria Cristina Vergnasco è un personaggio inconsueto nella galleria degli imputati di questo processo. L'avvocato Mirini ha ricostruito ai giudici popolari dell'assise la vicenda umana di questa donna di 30 anni: -roche settimane dopo il matrimonio con Mauro Curinga — siamo nel 76 — la donna sorprende il marito a dipingere una tela rossa. Si tratta di un maldestro tentativo di fabbricare patenti false. Gli chiede spiegazioni e si sente rispondere che lui è delle Br. A quel punto deve scegliere: abbandonare il marito o stargli vicino. Per fortuna di entrambi decide di non lasciarlo. Nell'estate successiva affitta un al¬ loggio al mare a Borghetto e ospita il capocolonna Patrizio Peci, il latitante Rocco Micaletto e altri brigatisti-. •Lei sta sempre nell'ombra, pensa alla casa e alle faccende domestiche. L'anno dopo aspetta un bambino e matura la decisione di costringere il marito ad uscire dalle Br. Quando a Biella arriva il carico delle armi intuisce che è accaduto qualcosa di grave e capisce che è venuto il momento di parlar chiaro. Peci arriva a Biella e chiede ospitalità. Maria Cristina Vergnasco si scatena: "Non sono mai stata d'accordo ma adesso è finita". La bambina è nata e la donna vuole un futuro diverso. Due mesi dopo, siamo nel gennaio dell'80, Patrizio Peci torna alla carica. In casa arriva una telefonata: cercano il marito ma risponde lei. L'interlocutore fissa un appuntamento-. •Maria Cristina Vergnasco non dice niente al marito e va lei con la bambina nella carrozzina da passeggio. Ancora una volta si trova davanti Peci. Sono in un bar, in mezzo alla gente e Maria Cristina è più decisa che mai a troncare ogni rapporto con l'organizzazione. Non ha mezze parole e arriva a minacciare il capocolonna, lei cosi fragile e minuta. Peci incassa il colpo e se ne va». L'avvocato Min ni conclude: • L'imputata si è non solo dissociata ma ha resistito a pressioni, minacce, ha rischiato in proprio, merita dunque la non punibilità prevista dall'art. 309-. Claudio Cerasuolo

Luoghi citati: Biella, Torino